mercoledì 25 giugno 2014

Caro Renzi, non perdere tempo, questi sono incapaci di intendere e di volere. Semplicemente non sono capaci. Non sanno che cosa è la politica. Non comprendono come affrontare i problemi e come risolverli. Non hanno intelligenza politica. pensa all'Italia e lasciali morire così come sono nati.

Matteo Renzi boccia il Democratellum ma tenta il Movimento 5 stelle

di   - 25/06/2014 - Sul tavolo le preferenze, ma la legge pentastellata non convince il premier: «Non dà governabilità». Di Maio rilancia: «Incontriamoci tra 3/4 giorni. Non siamo contro doppi turni né contro premio di maggioranza»

Matteo Renzi boccia il Democratellum ma tenta il Movimento 5 stelle
CENTO GIORNI DEL MOVIMENTO – Bilancio positivo: è questa la valutazione che il Movimento 5 stelle fa del faccia a faccia alla Camera con Matteo Renzi e il Pd sul tema della legge elettorale. “L’incontro fra le delegazioni del Movimento 5 stelle e del Partito democratico – si legge in una nota ufficiale dei gruppi M5S di Camera e Senato – si è svolto all’insegna del sereno confronto per trovare un punto di contatto alla luce del sole, facendo tornare il Parlamento al centro delle scelte più importanti per il Paese”.
“Siamo contenti – prosegue il comunicato – che il Democratellum sia un punto di partenza. Valuteremo il merito delle osservazioni poste dal presidente del Consiglio e porteremo d’altro lato le nostre al prossimo incontro per trovare una sintesi in tempi rapidi. Possiamo dare una legge elettorale ai cittadini italiani già nei prossimi cento giorni con l’obiettivo di dare una governabilità sana e pulita al Paese”.
LE TENTAZIONI DI MATTEO RENZI - Riassumendo (nel complesso) ecco l’offerta di Matteo Renzi che sarà messa on line prima dell’incontro futuro con i 5 stelle tra 3/4 giorni:
M5s è disponibile a studiare un correttivo che consenta a chi vince di governare?
Siete disponibili a introdurre il ballottaggio?
Siete disponibili ad altre riforme?
E ancora: parere preventivo della Consulta, preferenze e collegi più piccoli. Insomma sono tanti i punti aperti. Una cosa è certa. Il presidente del Consiglio ha bocciato in toto il Democratellum. Non accetta il pacchetto intero e ne rifiuta gran parte dei punti “di forza”. Ora Beppe Grillo come reagirà?
DEMOCRATELLUM GRANDE FRATELLUM- «Presidente quando si parla di riforme non è né un domandate né un proponete: un confronto», incalza Di Maio. «Aspettiamo il vostro parere sulle preferenze». «Io definisco il sistema Toninellum che io definisco anche Complicatellum e GrandeFratellum…», spiega Renzi che chiosa a Di Maio. La situazione si scalda. Si chiude in fretta, con una stretta di mano. Renzi ha un appuntamento internazionale. «Fortuna che c’ho il corridoio della casta», scherza.
DI MAIO: OK AD ALTRE RIFORME, MA…- «Dobbiamo far una legge che permetta governabilità ma non crei ammucchiate», introduce Di Maio citando il governo Prodi e le liste Forza Roma e Forza Lazio di Berlusconi. «Noi siamo disponibili a un tavolo delle riforme ma il termine degli emendamenti scade stasera. Non prendiamo in giro». «Noi abbiamo presentato candidati incensurati siamo noi a parlare di problemi dell’offerta politica».
incontro m5s pd elettorale 2
ALTRE RIFORME? - Renzi chiede ai 5 stelle di mettere sul piatto l’affidamento alla valutazione della Corte Costituzionale della legge elettorale prima del voto.
E arriva il domandone:
Siete disponibili a dialogare per altre future riforme?
«Vi devo dire grazie stavolta il confronto è stato buono. Entro venerdì prossimo mettiamo sul sito del Pd». Di Maio ricorda a Renzi del bilancio 2013. E poi: «Lei conviene con noi che chi vince non è detto che governi? Noi non siamo contro i doppi turni né premio di maggioranza. Fate le vostre proposte di modifica e nel giro di 3/4 giorni ci rivediamo».
DI MAIO E RENZI: TENSIONE SU FARAGE E BERSANI -«Mi si sono ristrette le intese», ironizza Renzi che critica gli “inciuci”. «Se noi ci vogliamo metter insieme lo diciamo prima col Toninellum si può fare anche dopo». «Dirlo prima secondo me è una questione di etica. Se aveste detto prima che avesse fatto l’accordo con Farage…», incalza Renzi. Di Maio replica: «Anche Bersani doveva fare il premier di questo paese». E Renzi: «Eh se non c’eravate voi probabilmente lo faceva».
DI MAIO: “LEGGE ELETTORALE INSIEME?” -«Come è possibile che Mastella facesse cadere il governo con tre senatori. Nei sistemi maggioritari sono caduti tutti questi governi», replica Di Maio. Poi torna sulle potenzialità delle preferenze negative ricordando anche il caso Genovese: «Io proporrei come metodo di lavoro su questo tavolo… Voi avete fatto osservazioni su questa legge. Io proporrei di rivederci tra tre e quattro giorni, ci rincontriamo, per poter poi semmai fare una legge elettorale insieme».
RENZI E LA DOMANDA SUI COLLEGI -«Il sistema che il rapporto che l’eletto ha tra il territorio e il cittadino è il collegio. Quante persone nel singolo collegio esprime? A noi per il vostro risultano collegi con massimo 40 nomi noi 6. Qual’è l’estensione dei vostri collegi?», chiede Renzi che smonta punto per punto criticità del Democratellum. Di Maio dal canto suo parla di problemi con le tessere nel Pd.
DIRETTA INCONTRO, RENZI “BALLOTTAGGIO IN CAMBIO DI PREFERENZE” -«Siete disponibili a introdurre il ballottaggio?», arriva qui la prima domanda del presidente del Consiglio. E poi punta alle preferenze. Di Maio si scalda. Renzi chiede quante preferenze i 5 stelle hanno preso alle parlamentarie. «Lei ha preso 182 voti alle primarie, noi con 182 non riusciamo a metter su un consiglio comunale. Non abbiamo paura», incalza Renzi. Per Renzi la preferenza negativa è una cosa da “Grande Fratello”. «Permette molto più di controllare il voto che non le preferenze singole».
DIRETTA INCONTRO, RENZI: «AVETE DEFICIT DI GOVERNABILITÀ» – Renzi ricorda l’emendamento Giorgis (Pd) che introduce un controllo preventivo della Corte Costituzionale. «Il punto della Toninelli bis che voi dite Democratellum è deficitaria sul profilo della governabilità. Noi pensiamo che la sera delle elezioni si debba sapere chi ha vinto», introduce il presidente del Consgilio spiegando il “sistema dei sindaci” applicato all’Italiacum.
INCONTRO: RENZI RICORDA IL MANCATO DIALOGO – «Anche noi siamo felici: le regole si scrivono insieme», introduce così Matteo Renzi. «Noi lanciammo la nostra proposta sotto l’hastag #sopresina. La risposta del Movimento fu un altro hashtag che ora non sto a dire perché è ora di pranzo».
incontro m5s pd elettorale 2
INCONTRO: SERRACCHIANI E MORETTI AL TAVOLO – Di Maio inizia a prendere parola congratulandosi del fatto che la riunione sia in streaming. «L’Italia non può permettersi di tornare indietro», spiega Toninelli spiegando i timori sul Porcellum. Introduce parlando di preferenze negative. All’incontro partecipano Serracchiani, Speranza e Moretti. Toninelli parla delle circoscrizioni medio e piccole che con la soglia alta garantirebbero (secondo lui) la governabilità. «Teniamo – precisa Di Maio – solo a dire che questa è una proposta che ha molto valore perché scelta on linee pensiamo che questa consultazione si può chiudere in tempo».
incontro m5s pd elettorale
INCONTRO M5S E PD: RENZI PARTECIPA – La notizia è di Public Policy: anche il premier Matteo Renzi parteciperà all’incontro con la delegazione M5s sulla legge elettorale e le riforme costituzionali, che si terrà a breve a Montecitorio. È quanto riferiscono fonti Pd. A quanto si apprende la delegazione dem sarà composta dal presidente del Consiglio, la eurodeputata Alessandra Moretti, il capogruppo alla Camera Roberto Speranza e la vice segretaria del partito Debora Serracchiani.
Un incontro che, secondo le fila del Pd, non sarà decisivo. Parte così il faccia a faccia tra il Movimento 5 stelle e il Pd sulla riforma elettorale. Un appuntamento in streaming che parte col piede sbagliato dopo il duro attacco dei gruppi parlamentari sul blog di Beppe Grillo contro la riforma del Senato definita “una porcata” e partorita dal ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. Il colloquio si sta tenendo a Montecitorio. Sul tavolo solo un ordine del giorno: la legge elettorale.
Il M5S presenta proposta di riforma della legge elettorale
Foto Roberto Monaldo / LaPresse
INCONTRO M5S E PD: IL GRILLO PENSIERO – «Il Grande Alibi è finito. Questa è già una grande vittoria del M5S. Ripeto: il Grande Alibi è finito». Lo ha scritto su facebook Beppe Grillo, qualche ora prima dell’incontro tra la delegazione del M5S e quella del Pd sulle riforme. Il leader del Movimento ha poi rimandato a un lungo post pubblicato sul suo blog a firma Paolo Becchi, docente universitario vicino al M5S. Nel post, dal titolo “Il grande alibi”, Becchi spiega che «la legge elettorale è un nodo da risolvere. Con un grande gesto di responsabilità politica, l’opposizione ha offerto al principale partito del Paese di discutere una proposta alternativa che introdurrebbe in Italia un sistema elettorale in grado di bilanciare rappresentatività e governabilità. Anche gli organi di informazione si sono dovuti piegare alla realtà dei fatti ed ammettere che esiste un’alternativa e questa è già una grande vittoria per il M5S». Anche se, prosegue Becchi, «è abbastanza difficile pensare che il matrimonio tra Renzi e Berlusconi si sciolga. Il premier per ora ha solo annunciato e deve portare a casa un risultato». E ancora: «L’accusa più infamante, il grande alibi, è stato quello dei cosiddetti ‘voti congelati’ ovviamente per convincere chi ha votato il Movimento 5 Stelle a non ‘congelare ulteriormente il proprio voto’ con chi ‘non è uscito dal blog’».

INCONTRO M5S: FARAONE (PD) «NON POSSIAMO AZZERARE TUTTO» – «Chiunque sarà presente nella nostra delegazione all’incontro con il Movimento 5 stelle esprimerà l’impostazione e le idee del Partito democratico. In sei mesi noi abbiamo lavorato, non abbiamo scherzato: gli altri hanno giocato, ma ora c’è un patrimonio da cui partire, non si può azzerare tutto», ha dichiarato Davide Faraone, deputato Pd, intervenendo ad Agorà, stamane su Rai3. «Berlusconi e Forza Italia – prosegue – hanno dichiarato di volerne discutere, mentre il Movimento 5 stelle ha preferito non discuterne. Quindi ora non è che possiamo portare il cervello all’ammasso perché Grillo si è svegliato dopo le Europee e ora ha vuole discutere di un percorso iniziato sei mesi fa», spiega aggiungendo come il caso Ruby, secondo lui, non influirà sul patto del Nazareno.

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