Il Movimento 5 stelle e il pasticciaccio brutto dell’immunità parlamentare
di Stefania Carboni - 24/06/2014 - Arriva la nota ufficiale per spiegare la posizione dei pentastellati. Ma l'emendamento indicato sul blog è stato proposto uguale anche dalle altre forze politiche. E ora?
«Il M5S è contro l’immunità parlamentare». Con una nota ufficiale sul blog diBeppe Grillo il Movimento esprime la sua posizione sulla questione immunità con un post firmato dai gruppi 5 stelle di Camera e Senato.
“Il M5S da sempre è contrario all’immunità dei parlamentari, e da anni promuove il “Parlamento pulito”.
Il recente testo del Ministro Boschi costruisce un Senato di nominati, sindaci e consiglieri regionali a cui, solo come contentino al popolo, si toglie l’immunità per rendere più passabile la porcata.
«UNA PORCATA: NOI SEMPRE CONTRO» – Una porcata, questo il giudizio dei parlamentari pentastellati che, in linea con quello indicato dal leader genovese ieri sera, sono contro l’impianto della proposta Senato ipotizzata dalla giovane renziana.
Linea dura? La nota prosegue spiegando come “nel concreto” i grillini abbiano cercato di cancellare l’immunità parlamentare…
Linea dura? La nota prosegue spiegando come “nel concreto” i grillini abbiano cercato di cancellare l’immunità parlamentare…
Noi abbiamo rigettato in toto la sconcia proposta, con il semplice emendamento 6.5: “sopprimere l’articolo”.
Anche perchè nessun gruppo parlamentare, nè tantomeno il governo, ha proposto di abolire l’immunità ai rappresentanti alla Camera: Genovese, Galan e molti altri ringraziano
MA MA… ALLORA TUTTI NON LA VOGLIONO? – Della questione immunità ne parlammo ieri. L’emendamento 6.5 presentato dal Movimentochiede di abrogare l’intero articolo 6. Ebbene è stato presentato uguale da diverse forze politiche (Pd, Forza Italia e Movimento 5 stelle incluso). Quindi anche le altre forze politiche vogliono eliminare l’immunità parlamentare?
Facciamo un passo indietro sul caso. L’articolo in discussione mira a riformare il 68 della Costituzione:
Facciamo un passo indietro sul caso. L’articolo in discussione mira a riformare il 68 della Costituzione:
“Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza”
“Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazione, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza”
La parte che verrebbe modificata dal DDL 1429 all’art.6 recita:
LA POLEMICA E I MOTIVI DELLA CANCELLAZIONE – In caso di soppressione dell’articolo 6 (che agisce sull’attuale articolo 68 della Costituzione) la cosiddetta immunità parlamentare (salvo altre iniziative legislative) rimarrebbe così come è in vigore oggi.
L’azione dei 5 stelle e dei colleghi azzurri fu denunciata ieri sui social dall’onorevole dem Francesco Russo. Perché? Perché secondo il senatore democratico era incoerente con gli slogan e i lanci d’agenzia rilanciati dai colleghi in queste ultime ore. «Hanno fatto un attacco vergognoso – ha spiegato Russo a Giornalettismo – che onestamente non si capisce. Una ricerca di populismo a buon mercato che una politica un po’ meno fifona dovrebbe avere il coraggio di smascherare difendendo le buone ragioni quando ci sono».
Quali sono le ragioni buone di soppressione dell’articolo sei? «Abbiamo presentato tutti questi emendamenti – ha precisato il senatore -. Un emendamento uguale è stato presentato da Pd, Movimento 5 stelle, Forza Italia, Ncd, transfughi 5 stelle, De Petris di Sel, c’è Malan per Scelta Civica, Mario Mauro per i Popolari…». Perché questo interesse? «Perché veniva considerato normale da tutti, nel momento in cui il Senato recupera un ruolo importante anche in termine di funzioni, che coloro che saranno chiamati a diventare senatori, a prescindere dalla modalità con cui verranno selezionati, dovranno avere le stesse garanzie dei deputati. Si tratta semplicemente di mantenere equilibrato il rapporto tra potere giudiziario, legislativo ed esecutivo. Senza scomodare Montesquieu si tratta di buona conoscenza politica».
L’azione dei 5 stelle e dei colleghi azzurri fu denunciata ieri sui social dall’onorevole dem Francesco Russo. Perché? Perché secondo il senatore democratico era incoerente con gli slogan e i lanci d’agenzia rilanciati dai colleghi in queste ultime ore. «Hanno fatto un attacco vergognoso – ha spiegato Russo a Giornalettismo – che onestamente non si capisce. Una ricerca di populismo a buon mercato che una politica un po’ meno fifona dovrebbe avere il coraggio di smascherare difendendo le buone ragioni quando ci sono».
Quali sono le ragioni buone di soppressione dell’articolo sei? «Abbiamo presentato tutti questi emendamenti – ha precisato il senatore -. Un emendamento uguale è stato presentato da Pd, Movimento 5 stelle, Forza Italia, Ncd, transfughi 5 stelle, De Petris di Sel, c’è Malan per Scelta Civica, Mario Mauro per i Popolari…». Perché questo interesse? «Perché veniva considerato normale da tutti, nel momento in cui il Senato recupera un ruolo importante anche in termine di funzioni, che coloro che saranno chiamati a diventare senatori, a prescindere dalla modalità con cui verranno selezionati, dovranno avere le stesse garanzie dei deputati. Si tratta semplicemente di mantenere equilibrato il rapporto tra potere giudiziario, legislativo ed esecutivo. Senza scomodare Montesquieu si tratta di buona conoscenza politica».
IL SUBEMENDAMENTO CHE RISOLVE – Sarebbe stato più preciso indicare nel post sul blog di Beppe Grillo le altre iniziative supportate dai senatori 5 stelle sulla questione tanto discussa a Palazzo Madama. Indicando in primis la nota diffusa dal gruppo di Madama ieri sera:
Russo (Pd) come la Finocchiaro (Pd) giocano alle tre carte con gli emendamenti del M5s, addebitandoci posizioni inesistenti. Il Movimento 5 stelle vuole l’abolizione dell’immunità parlamentare in entrambi i rami del Parlamento. L’emendamento 6.5 a prima firma Fattori – spiegano i 5 stelle in una nota – sottoscritto anche da altri nove portavoce al Senato, fa parte di una serie di proposte in difesa del ruolo elettivo di Palazzo Madama. Non a caso gli emendamenti precedenti, il 6.134 ed il 6.172, aboliscono qualsiasi tipo di immunità per perquisizioni e intercettazioni
E magari aggiungendo l’annuncio di Luigi Di Maio con un sub emendamento sulla questione che risolverebbe la questione una volta per tutte:
“Al fine di chiarire definitivamente la questione, sottraendoci a tentativi di strumentalizzazione polemica, precisiamo che, oltre agli emendamenti Crimi ed altri che eliminano l’autorizzazione delle Camere per le perquisizioni e le intercettazioni a carico sia dei deputati che dei senatori, stiamo presentando un subemendamento che, sopprimendo i commi secondo e terzo dell’articolo 68, manifesti la volontà del Movimento Cinque Stelle di equiparare i parlamentari ai cittadini di fronte alla legge, facendo salve solo le opinioni espresse e i voti dati nell’esercizio delle loro funzioni”.
Dettagli che avrebbero aiutato senz’altro a fare maggiore chiarezza sulla posizione del Movimento e su quell’emendamento che nel suo piccolo ha generato il caos tra gli attivisti.
(Copertina Foto Roberto Monaldo / LaPresse)
Nessun commento:
Posta un commento