SOLDI PUBBLICI
Bilanci delle Regioni, l'allarme della Corte dei conti
Dai dipendenti fantasma ai debiti non registrati: ecco i trucchi dei governatori.More Sharing Services
Bilanci truccati. Dipendenti fantasma. E debiti non registrati. Sono questi i trucchi compiuti dalle Regioni e che la Corte dei conti ha smascherato.
Come testimonia un'inchiesta del quotidiano La Repubblica, dal 2014 la magistratura contabile ha il potere di controllare i conti degli enti locali per effettuarne la certificazione e nella sua opera di verifica sono emerse alcune operazioni non consentite. E nel mirino sono finite, tra le altre, Sardegna, Sicilia, Calabria, Toscana e Friuli Venezia Giulia.
MANCANO REGOLE COMUNI. Orientarsi nei bilanci delle Regioni, tuttavia, non è facile perché ogni ente ha le sue regole. E finora un istituto esterno non era mai stato chiamato a verificare i conti (la norma è datata ottobre 2012). Così, in attesa della tagliola di 4 miliardi di euro ai fondi delle Regioni prevista dalla legge di Stabilità sono venute alla luce le operazioni taglia-e-cuci dei governatori.
I 'TRUCCHI' IN PIEMONTE. Per esempio, il Piemonte non ha ottenuto la certificazione da parte dei giudici per una parte del bilancio. Addirittura la magistratura contabile ha parlato di «dubbi sulla corretta iscrizione a bilancio delle anticipazioni» che riguardano 2 miliardi di euro prestati dal Tesoro per saldare gli arretrati maturati con le imprese fornitrici di sanità. Quindi, è l'accusa della Corte dei conti, la Regione ha ottenuto i soldi, non li ha usati per quello scopo, ma ha cancellato dal bilancio i debiti con i fornitori senza iscrivere i prestiti del governo come nuovo debito.
GIUDIZI SU CAMPANIA E LIGURIA. Peggio è andata alla Campania, che ha ottenuto un giudizio più drastico da parte della magistratura contabile sul bilancio relativo al 2012 da 16,8 miliardi con un deficit di 1,7 miliardi.
«La procura regionale», hanno scritto i giudici, «condivide le osservazioni attinenti alla mera regolarità contabile formulate dalla sezione di controllo».
Negato il timbro della Corte dei conti pure alla Liguria che ha 91 milioni di «residui attivi», su 103 milioni di cessioni di immobili e su 17,5 milioni di operazioni in derivati con la banca Usa Merrill Lynch. Ma per questa Regione sono emersi anche altre verità, come il bonus fino al 20% della paga dato ai direttori delle aziende sanitarie, anche se l'obiettivo di produzione era stato fissato un mese prima della scadenza e quindi impossibile da mancare.
ERRORI DI CONTABILIZZAZIONE. I problemi, tuttavia, riguardano anche il Veneto con i giudici che hanno parlato di «errori» di contabilizzazione dell'indebitamento e «rappresentazioni contabili scorrette».
Ma pure chi ha passato l'esame presenta situazioni particolari. È il caso del Friuli Venezia Giulia dove la Corte dei conti ha evidenziato come ci siano 2.800 dipendenti, ma altri 1.700 lavorano per la stessa Regione grazie a «un sistema satellitare composto da enti, agenzie, aziende, società ed enti funzionali».
Come testimonia un'inchiesta del quotidiano La Repubblica, dal 2014 la magistratura contabile ha il potere di controllare i conti degli enti locali per effettuarne la certificazione e nella sua opera di verifica sono emerse alcune operazioni non consentite. E nel mirino sono finite, tra le altre, Sardegna, Sicilia, Calabria, Toscana e Friuli Venezia Giulia.
MANCANO REGOLE COMUNI. Orientarsi nei bilanci delle Regioni, tuttavia, non è facile perché ogni ente ha le sue regole. E finora un istituto esterno non era mai stato chiamato a verificare i conti (la norma è datata ottobre 2012). Così, in attesa della tagliola di 4 miliardi di euro ai fondi delle Regioni prevista dalla legge di Stabilità sono venute alla luce le operazioni taglia-e-cuci dei governatori.
I 'TRUCCHI' IN PIEMONTE. Per esempio, il Piemonte non ha ottenuto la certificazione da parte dei giudici per una parte del bilancio. Addirittura la magistratura contabile ha parlato di «dubbi sulla corretta iscrizione a bilancio delle anticipazioni» che riguardano 2 miliardi di euro prestati dal Tesoro per saldare gli arretrati maturati con le imprese fornitrici di sanità. Quindi, è l'accusa della Corte dei conti, la Regione ha ottenuto i soldi, non li ha usati per quello scopo, ma ha cancellato dal bilancio i debiti con i fornitori senza iscrivere i prestiti del governo come nuovo debito.
GIUDIZI SU CAMPANIA E LIGURIA. Peggio è andata alla Campania, che ha ottenuto un giudizio più drastico da parte della magistratura contabile sul bilancio relativo al 2012 da 16,8 miliardi con un deficit di 1,7 miliardi.
«La procura regionale», hanno scritto i giudici, «condivide le osservazioni attinenti alla mera regolarità contabile formulate dalla sezione di controllo».
Negato il timbro della Corte dei conti pure alla Liguria che ha 91 milioni di «residui attivi», su 103 milioni di cessioni di immobili e su 17,5 milioni di operazioni in derivati con la banca Usa Merrill Lynch. Ma per questa Regione sono emersi anche altre verità, come il bonus fino al 20% della paga dato ai direttori delle aziende sanitarie, anche se l'obiettivo di produzione era stato fissato un mese prima della scadenza e quindi impossibile da mancare.
ERRORI DI CONTABILIZZAZIONE. I problemi, tuttavia, riguardano anche il Veneto con i giudici che hanno parlato di «errori» di contabilizzazione dell'indebitamento e «rappresentazioni contabili scorrette».
Ma pure chi ha passato l'esame presenta situazioni particolari. È il caso del Friuli Venezia Giulia dove la Corte dei conti ha evidenziato come ci siano 2.800 dipendenti, ma altri 1.700 lavorano per la stessa Regione grazie a «un sistema satellitare composto da enti, agenzie, aziende, società ed enti funzionali».
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