Il prefetto convince il Comune a riaprire la partita sugli stipendi. Sul tappeto anche assenteismo e qualità del servizio. I sindacati: «Ora vogliamo vedere i fatti»di Giulio Corsi
LIVORNO. La decisione arriva quando l’orologio segna quasi le dieci della tarda. E’ unanime: lo sciopero degli spazzini programmato per mercoledì è sospeso. Sindacati e lavoratori di Cooplat sono tutti d’accordo. E’ il momento del dialogo. «E’ la dimostrazione della buona volontà di questa gente», commenta Giovanni Golino, segretario della funzione pubblica Cgil.
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Mentre parla, un capannello di tute arancioni lo circonda. Lo scirocco tira forte, ma gli spazzini sono ancora tutti lì, davanti al palazzo della prefettura. Quattro ore di attesa, dopo aver passato tutta la mattina davanti a un altro palazzo, quello comunale, con i cerotti sulla bocca per urlare con un silenzio assordante alle autorità che una dopo l’altra salivano le scale del municipio per partecipare alla cerimonia delle forze armate, la rabbia e il dolore di 78 famiglie terrorizzate, che se non sarà cambiato il bando di gara dell’appalto per lo spazzamento, si troveranno uno stipendio falcidiato, 5000 euro netti in meno all’anno in busta paga.
La protesta dei cerotti ha funzionato. Il prefetto Tiziana Costantino ha chiesto al capo di gabinetto Di Donato di approfondire la situazione. «Chiediamo che venga aperto un tavolo tecnico al più presto, nel quale si possa discutere del contratto con cui questi lavoratori saranno inquadrati dalla società che vincerà l’appalto», gli hanno spiegato i sindacati. Dopo mezzora la risposta della prefettura: «Siete convocati per stasera (martedì, ndr) alle 18.30».
E’ l’inizio della speranza, che alle 22, dopo una riunione fiume e un tavolo partecipatissimo come si vede dalla foto di Marzi qua in alto, non si trasforma in vittoria ma neanche prende il gusto dell’illusione, nonostante l’incontro parta in salita e l’azienda e l’amministrazione comunale confermino a lungo la linea dell’insostenibilità finanziaria dell’inserimento nel bando di gara dell’obbligo di applicazione del contratto Fise Assoambiente, quello attualmente in vigore.
La tenacia persuasiva del prefetto Costantino però e l’insistenza dei sindacati alla fine hanno aperto una breccia nel muro di azienda e Comune. «Abbiamo dimostrato con la legge alla mano che quel bando così com’è stato scritto non va bene: lo dice, il decreto legislativo 152 del 2006, e lo dice l’Ato in cui Livorno è inserita secondo cui, qui, non si può derogare dal contratto Fise», spiegano Golino e Claudio Sodano della Uil.
Alla fine il sindaco Nogarin si è convinto e ha acconsentito all’organizzazione di un tavolo tecnico in cui ci si confronti sul contratto Fise ma che a tutto tondo affronti anche i temi dell’assenteismo e della qualità del servizio.
La domanda a questo punto è la stessa di tre settimane fa: ci sono prospettive vere di cambiare il bando oppure è solo un pallone rinviato in tribuna? I tempi per scoprirlo sono brevissimi, visto che comunque il 20 novembre scadono i termini per presentare un’offerta (ma è scontato che saranno allungati, visto che forse già entro questa settimana dovrà essere effettuata l’altra modifica che prevede l’assunzione di tutti i 78 dipendenti di Cooplat). In questo senso la lettura di Sodano fotografa perfettamente la variante fondamentale per trovare l’intesa: la buona volontà. «Se le parti si presenteranno al tavolo in buona fede credo che si possa davvero trovare un accordo che eviti questo colpo agli stipendi e alla vita di 78 famiglie. Diciamo che oggi (ieri) è stato messo un altro mezzo mattone sulla trattativa. Ma l’elemento fondamentale rimane la buona fede intesa in senso di disponibilità a confrontarsi e a tornare indietro sul Fise, con cui Aamps e amministrazione comunale verranno al tavolo».
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