giovedì 6 novembre 2014

Vai Matteo.

Renzi e le uova: tiratemele pure
“Il Nazareno? Altroché se scricchiola”

All’assemblea dell’Anci il premier reagisce alle contestazioni di Vimercate, poi torna sulla polemica con Juncker. E scherza sui rapporti con Forza Italia e la legge elettorale

di Redazione Online

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Renzi alla Alcatel (Ansa)
Renzi alla Alcatel (Ansa)
È un Renzi combattivo, inarrestabile, quello che giovedì sera arriva, alla fine di una lunga giornata, all’assemblea annuale dell’Anci a Milano, dove ha parlato prima di recarsi alla cena di raccolta fondi del pd organizzata per lui al Bosco verticale del capoluogo lombardo. Nonostante le contestazioni (all’Alcatel di Vimercate), nonostante le uova che sono piombate sull’auto presidenziale, il premier non perde l’ironia.«Mi lanciano le uova? Sono pronto a fare le crepes», ha esordito davanti ai sindaci italiani. «Le ho prese oggi, le prenderò ancora. Quando c’è una crisi il presidente del Consiglio deve fare il sindaco, non il coniglio, non deve scappare, deve mettersi in gioco», ha proseguito.
L’affondo alla 
Il premier, giovedì, ha riacceso la polemica a distanza con la Ue provocata dall’etichetta di burocrati che non è piaciuta a Juncker. «Dicono a Bruxelles di non essere burocrati? Liberino dal patto le risorse per innovazione, banda larga e tecnologia. Non si taglia sul #futuro», ha scritto su Twitter. 
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Alcatel, lancio di uova contro Renzi
È poi tornato sulla questione parlando alla platea dell’Anci. «Io non ho voglia di fare una battaglia contro l’Europa, ma dire agli italiani che l’Europa cambierà se smetteremo di guardarla come altra da noi». Se l’Europa non è fatta di burocrati «ce lo dimostri, liberi dal patto di stabilità risorse: il futuro non sia trattato come spesa corrente da tagliare», ha aggiunto.
Il Patto del nazareno? Scricchiola...
Renzi trova anche il tempo per scherzare sui suoi rapporti con Forza Italia. «Un’apertura a Forza Italia fammela fare, già c’è il patto del Nazareno che scricchiola, almeno un’apertura fammela fare...». E poi: «Altro che se scricchiola...». Renzi ha così scherzato mentre si rivolgeva alla platea, ricordando l’esigenza di una semplificazione fiscale. E poi: «Lasciamo le porte aperte a Palazzo Chigi, perché è anche casa vostra, e se c’è da discutere discutiamo». 
«Siate fiduciosi»
Renzi ha infine cercato di iniettare una dose di fiducia e speranza nella sua platea. «Siamo bombardati dal messaggio che l’Italia non ce la farà ma ho imparato da sindaco che l’atteggiamento rassegnato, triste, è la cosa peggiore che possa capitare. Ricordatevi che non abbiamo una responsabilità solo verso il bilancio dello Stato ma se facciamo la nostra parte l’Italia tornerà a correre ed essere un faro di civiltà, non l’ultima ruota del carro», ha detto. 
Autonomia, sanità e local tax
Tra i temi toccati dal premier davanti ai sindaci italiani, anche la sanità e l’autonomia. «L’autonomia che vi propongo è organizzativa, vi diamo degli obiettivi e voi decidete come raggiungerli, ne rispondete di fronte ai cittadini», ha detto. «Questo è il punto fondamentale - ha aggiunto -, ti do l’obiettivo e tu raggiungi il risultato. Per esempio, non so se la vogliamo chiamare local tax o in altro modo, ma noi introdurremo la tassa unica comunale, può essere pronta per il prossimo anno e dal 2016 deve diventare precompilata». Imu, Tasi, occupazione di suolo pubblico, passi carrai, imposte sulle affissioni pubblicitarie, sono tutte tasse - ha chiarito Renzi - che devono diventare una sola.
E sulla sanità: «Sulla sanità voglio dire con chiarezza che vogliamo i costi standard e che non vogliamo ridurre i servizi ma le Asl».
Sulla spending review, il premier è stato tranchant: «Non sarà consentito, e su questo voglio essere chiaro, che i tagli di costi decisi per le Regioni possano ridurre i servizi dei Comuni».
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