domenica 2 novembre 2014

Ma chi li ha aletti questi nullafacenti?

Ora anche gli elettori del Pd sfiduciano Camusso & Co.

La Cgil è finita ai margini del Pd: nel 2012 i sostenitori erano circa il 53% e nel 2009 oltre il 60%

Matteo Renzi lo va ripetendo in lungo e in largo. Non si farà dettare l'agenda dal sindacato. 
Anche perché, ormai, con Susanna Camusso e compagni non ha più molto con cui spartire. "Non è una questione di feeling personale, ci mancherebbe - spiega nell'ultimo libro di Bruno Vespa - un’idea del paese, della sua modernizzazione, del ruolo di governo e della rappresentanza civile, non un fatto umano o interpersonale". D'altra parte i sondaggi sono dalla sua parte. Come rileva Repubblica, soltanto un elettore del Partito democratico su quattro sostiene la Cgil. Un'inversione di tendenza senza precedenti.
"Ho grandissimo rispetto per la piazza della Cgil e per i parlamentari che hanno partecipato a quella manifestazione - spiega - ma io sono per il cambiamento che è nel dna della sinistra. E a casa mia la sinistra che non si trasforma si chiama destra". Negli ultimi giorni tra i sindacati e il premier è stata combattuta uno violentissimo braccio di ferro segnato da slogan, minacce e tweet. Uno scontro che ha diviso anche il Pd con la frattura (per ora solo verbale) tra chi ha partecipato alla Leopolda e la sinistra dem che è scesa in piazza con la Cgil. "Non era la piazza del Pd - ammette Renzi - ma c’era anche gente del Pd". Al premier, però, non importa perdere qualche parlamentare. Piuttosto ci tiene a preservare i voti. E, a suo dire, "la modifica dell’articolo 18 preoccupa più qualche dirigente e qualche parlamentare che la nostra base".
La base del Pd, almeno stanto al sondaggio pubblicato su Repubblica, sta con Renzi. "Dal 2009 a oggi - scrive Ilvo Diamanti - la fiducia verso Cisl e Uil è scesa dal 26% al 16%, nei confronti della Cgil dal 35% al 22%". Una Cgil che, secondo il sociologo, "è finita ai margini del Pd di Renzi". I simpatizzanti della Cgil tra gli elettori piddì sono appena il 25%. Uno su quattro, quando nel 2012 erano circa il 53% e nel 2009 oltre il 60%. Questo perché, secondo Diamanti, oggi il Pd di Renzi è "più forte tra gli imprenditori e i lavoratori autonomi, ma anche fra dirigenti, gli impiegati, i liberi professionisti che tra gli operai". In questo quadro non c'è spazio per Camusso e compagni.

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