domenica 2 novembre 2014

Riceviamo e pubblichiamo.

Le parole del premier

Renzi: Jobs act non cambierà. Chi vuole andarsene dal PD faccia pure

Il Presidente del Consiglio intervistato da Bruno Vespa per il libro Italiani voltagabbana parla dei dissidi interni al Partito Democratico. "La sinistra che non cambia si chiama destra. No a una scissione nel Pd "

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Roma"Il sonno me lo tolgono le crisi industriali, i disoccupati, la mancanza di peso nella lotta alla burocrazia, certo non Vendola o Landini". Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi risponde alle domande di Bruno Vespa per il libro Italiani voltagabbana in uscita giovedì 6 novembre.

"Con una scissione, la nostra gente chiederebbe: che state facendo?"
Il premier parla delle divisioni nel Partito Democratico e del rapporto con la Cgil, su cui afferma: "Ho grandissimo rispetto per la piazza della Cgil e per i parlamentari che hanno partecipato a quella manifestazione. Ma io sono per il cambiamento che è nel dna della sinistra. E a casa mia la sinistra che non si trasforma si chiama destra".

"L'articolo 18 preoccupa più dirigenti e parlamentari"
Ma quella piazza, ci tiene a sottolineare il premier, "non era la piazza del Pd, ma c'era anche gente del Pd. Se penso di perderla? E' più facile perdere qualche parlamentare che qualche voto". Mentre sulla modifica dell'articolo 18 spiega che "preoccupa più qualche dirigente e qualche parlamentare che la nostra base. Se si arrivasse a una scissione, ma non ci si arriverà, la nostra gente sarebbe la prima a chiedere: che state facendo?".

Jobs act non cambierà
E comunque puntualizza: "La delega sul lavoro alla Camera non cambierà rispetto al Senato. Alcuni dei nostri non voteranno la fiducia? Se lo fanno per ragioni identitarie, facciano pure. Se mettono in pericolo la stabilità del governo o lo fanno cadere, le cose naturalmente cambiano".

 "Con Camusso questione è di idea del Paese"
A proposito del rapporto con Susanna Camusso dice: "Non è una questione di feeling personale, ci mancherebbe. E' un'idea del Paese, della sua modernizzazione, del ruolo di governo e della rappresentanza civile, non un fatto umano o interpersonale".
 
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