domenica 2 novembre 2014

Se le immagini sono vere Landini chieda scusa.

L’aggressore è un operaio. Ora scusatevi con la polizia LA FOTOSEQUENZA

Un nuovo video inchioda un manifestante del corteo a Roma. Lui ha preso a pugni il delegato Fiom, non un agente della Celere 

AST, TENSIONI TRA OPERAI E FORZE ORDINE ANCHE SOTTO MISE - FOTO 8
Le bugie hanno le gambe corte. La verità è venuta a galla. Troppo facilmente è stata usata in questi giorni la parola «manganello» da chi ha voluto puntare il dito contro la polizia. Un termine che poteva e doveva essere evitato. Proprio perché la verità adesso smentisce i tanti attacchi alle divise che hanno tentato di mantenere l’ordine durante la manifestazione a Roma dei lavoratori di Terni. Ecco infatti cosa è successo in quei momenti di violenza: chi ha perso sangue dalla testa, oggi, se la deve prendere con i compagni operai che partecipavano al corteo. Sì, poiché è stato un manifestante «camuffato» da agente a prendere a pugni il delegato nazionale della Fiom Gianni Venturi, ex segretario regionale Cigl e attuale responsabile del settore Siderurgia della Fiom. Il sindacalista con il sangue che gli cola dalla testa e gli sporca anche il volto è stato colpito violentemente da un lavoratore che si trovava alle sue spalle e non dal manganello di un agente della polizia di Stato. A dimostrarlo un video ( https://docs.google.com/file/d/0B_as9WCd7GmjMWZQVTJtR2E3NW8/edit?pli=1 ) che ha ripreso l’attimo in cui Venturi viene raggiunto da un pugno sferrato con il braccio destro dall’uomo, colpo che lo fa cadere in terra, dove verrà poi soccorso proprio dai poliziotti che stavano cercando di non far avanzare il corteo verso la stazione Termini. Ma chi era l’aggressore? Una persona che indossava un casco da operaio di colore azzurro, come quello dei caschi che indossano gli agenti della Celere, e con uno zainetto bianco sulle spalle. Appena il manifestante picchia Venturi, si gira su se stesso e si fa largo tra la folla, fuggendo velocemente dal luogo dell’aggressione. Ma fino ad oggi i rappresentanti della Fiom in televisione e su tutti gli organi di stampa non hanno esitato ad attaccare la polizia, in primis il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. «I video sono chiarissimi: noi siamo stati aggrediti in quella piazza e non abbiamo fatto niente, anzi è stato grazie all’intelligenza dei lavoratori e anche nostra che non è successo nulla. Noi abbiamo i feriti, non raccontiamoci storie, di altri non ce ne sono», ha detto in questi giorni proprio il leader della Fiom, già smentito ieri sulle pagine de Il Tempo . Non solo. «Le immagini sono chiare, il fatto che noi volevamo andare verso la stazione Termini è bugia pura, grazie al senso di responsabilità dimostrato dai lavoratori dopo la carica della Poliza abbiamo garantito che non succedesse niente». Landini, adesso, appena avrà visionato il video che è stato pubblicato su YouReporter.it dovrebbe scusarsi con le forze dell’ordine che sono state prese di mira con attacchi ingiustificati e dovrebbe, invece, cercare di capire il motivo per cui un lavoratore che partecipava alla manifestazione ha deciso di aggredire un sindacalista che era in prima fila per dimostrare la grave situazione nella quale si trovano i lavoratori dell’acciaieria di Terni.
Lo stesso Venturi, intervistato dal Resto del Carlino di Ancona, ha dichiarato che «i poliziotti ci hanno assalito e io sono stato il primo ad essere colpito». Oppure: «Io non sono un balck bloc, come me gli altri che erano a quel corteo, qualcuno dovrà rispondere di quanto accaduto». Esatto, ma non un agente della polizia di Stato, non chi stava lavorando per mantenere la sicurezza in una piazza invasa dai lavoratori, ma il manifestante che ha picchiato il delegato nazionale della Fiom alle spalle e poi scappato tra la folla per timore di dover rispondere lui in pubblico del suo folle gesto. Dovrebbe andare davanti alle telecamere come ha fatto il segretario generale Landini, attaccando la polizia, e di avere il coraggio di dire invece la verità.

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