Il video delle italiane rapite in Siria: “Potremmo essere uccise”. Ora la conferma degli jihadisti di Al Nusra: “Vanessa e Greta nostre prigioniere”
Il 2015 comincia per Renzi nel modo peggiore. Subito una gatta da pelare che sembra una rogna. Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due cooperanti italiane rapite alla fine di luglio in Siria, sono apparse in un video diffuso su YouTube. Un brevissimo filmato – appena 23 secondi – registrato alla metà di dicembre. Una delle ragazze tiene in mano un biglietto su cui c’è scritto 17/12/14. Vanessa, 21 anni, e Greta, 20 anni, si erano recate in Siria per una missione umanitaria in favore della popolazione di Aleppo.
Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa AdnKronos, il Fronte al Nusra ha confermato di tenere prigioniere le due ragazze italiane Vanessa Marzullo e Greta Ramelli rapite in Siria il 31 luglio scorso. “È vero, abbiamo le due donne italiane… perchè il loro paese sostiene tutti gli attacchi contro di noi in Siria”, ha detto all’agenzia stampa tedesca Dpa Abu Fadel, un esponente del gruppo legato ad al Qaeda che opera in Siria e Libano, quando gli è stato chiesto di commentare il video delle due ragazze diffuso su Youtube.
IL TESTO DEL MESSAGGIO
”Siamo Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Supplichiamo il nostro governo ed i loro mediatori di riportarci a casa prima di Natale. Siamo in grande pericolo e possiamo essere uccise. I nostro governo ed i mediatori sono responsabili delle nostre vite”, si sente nell’audio in inglese.
LA TRATTATIVA
Secondo le ultime informazioni, la trattativa è “in una fase delicatissima: consentiteci di lavorare in silenzio”. Questo è infatti l’invito che arriva da una fonte dei servizi di informazione e sicurezza, secondo quanto riportato da La Repubblica. Il video è ritenuto autentico dagli 007 italiani, anche se qualche dubbio riguarda la data, indicata in un foglio tenuto in mano da una delle ragazze.
IL RAPIMENTO
Era il 31 luglio quando si persero le tracce di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, rapite in Siria ad Alabsmo vicino ad Aleppo. Avevano fondato il Progetto Horryaty ed erano entrate il 3 giorni prima in Siria da Atma, a pochi chilometri di distanza dal campo profughi omonimo. Originarie una di Brembate, nel Bergamasco, e l’altra di Besozzo, nel Varesotto, Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, erano al loro secondo viaggio in Siria in poco meno quattro mesi: a marzo, la prima tappa del ‘progetto Horryaty’, le aveva portate a compiere un sopralluogo per capire il da farsi.
Marzullo, 21 anni, studia mediazione linguistica e culturale all’Universita’ di Milano, dove ha cominciato a imparare l’arabo oltre all’inglese. Sulla sua pagina Facebook racconta la guerra, mette foto di bombe e bimbi dilaniati, descrive la sua esperienza in Siria: l’ultimo ‘post’ risale al 16 luglio scorso. Il 20 settembre la notizia, mai confermata, che sarebbero state vendute due volte ad altri gruppi ma senza finire nelle mani degli jihadisti sunniti dello Stato Islamico (Is).
La notizia veniva dal quotidiano libanese ‘Al-Akhbar’ (anti-israeliano e considerato vicino alle milizie sciite di Hezbollah), che ricostruisce come le due giovani siano state attirate con l’ingano nella ”casa del capo del Consiglio rivoluzionario di Alabsmo” con il giornalista de Il Foglio, Daniele Ranieri, che riusci’ a scappare.
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