Ammortizzatori sociali, ecco le novità
Da gennaio tutela sui collaboratori. L'Aspi targata Fornero si allunga di un paio di mesi e dal primo maggio lascia il posto alla NASpi.
ASPI ‘FORNERO’ ALLUNGA COPERTURA. Dal primo gennaio la durata dell’Aspi-Fornero aumenta di 2 mesi per quasi tutti i lavoratori. Passa da 8 a 10 mesi per chi ha meno di 50 anni e da 14 a 16 mesi per chi supera i 55. Rimane ferma a 12 mesi per chi ha tra 50 e 55 anni.
Sempre da gennaio, guardando alle norme precedenti al Jobs Act, si riduce il periodo previsto per sussidio di mobilità che spetta in caso di licenziamento in aziende industriali e commerciali con almeno 50 dipendenti. Sarà di 12 mesi fino a 40 anni (anche al Sud); di 18 mesi tra 40 e 50 anni (24 al Sud); di 24 mesi sopra i 50 anni (al Sud 36 mesi): di fatto si riduce di un anno nelle regioni meridionali.
Sempre da gennaio, guardando alle norme precedenti al Jobs Act, si riduce il periodo previsto per sussidio di mobilità che spetta in caso di licenziamento in aziende industriali e commerciali con almeno 50 dipendenti. Sarà di 12 mesi fino a 40 anni (anche al Sud); di 18 mesi tra 40 e 50 anni (24 al Sud); di 24 mesi sopra i 50 anni (al Sud 36 mesi): di fatto si riduce di un anno nelle regioni meridionali.
DA MAGGIO ARRIVA NASPI. La Naspi, in pratica la nuova Aspi che porta la firma di Renzi, scatterà per chi perde il lavoro dal primo maggio. Rispetto alla Aspi durerà di più. Il sussidio sarà pari alla metà dei periodi contributivi degli ultimi 4 anni: in pratica potrà arrivare a 24 mesi. Dal 2017, però, la durata è limitata a 78 settimane (circa un anno e mezzo). Anche in questo caso sono previsti paletti per l’accesso e cause che bloccano l”’assegno”.
STOP SUSSIDIO SE NON CI SI ATTIVA PER LAVORO. Tra le novità in arrivo è previsto che un decreto del ministro del lavoro, da emanare nei prossimi tre mesi, stabilisca le condizioni per fruire della Naspi e del Dis-Coll, con eventuali sanzioni. I sussidi sono infatti subordinati alla ”regolare partecipazione di iniziative di attivazione lavorativa” e di ”percorsi di riqualificazione professionale” ma anche alla ”ricerca attiva di un’occupazione e al reinserimento nel tessuto produttivo”.
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