mercoledì 31 dicembre 2014

Quello di Tsipras è un ragionamento politico serio. Salvini e Grillo sparano solo sciocchezze.

Alexis Tsipras, la Grecia e la sfida all’UE dell’austerità

31/12/2014 - di 

Il 25 gennaio del 2015 si rinnova il Parlamento di Atene. Da più di un anno i sondaggi rilevano il leader di Syriza come il favorito per ottenere l'incarico di primo ministro ellenico. Il programma di ripudio del debito e di fine del rigore è sgradito alla Troika formata da Commissione, Bce e Fmi, che spera nel proseguimento dell'esecutivo di Samaras. 

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Alexis Tsipras, la Grecia e la sfida all’UE dell’austerità
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Il 25 gennaio del 2015  la Grecia rinnoverà il suo Parlamento, e il favorito per la vittoria appare Alexis Tsipras. Il ricorso anticipato alle urne è stato imposto dalla Costituzione, che prevede solo tre scrutini per l’elezione del nuovo capo dello Stato. Il leader di Syriza potrebbe diventare il primo premier appartenente al gruppo della Sinistra europea, e il suo programma economico di ripudio dell’austerità e del debito già ristrutturato dai Paesi creditori è guardato con grande preoccupazione dalla maggior parte dei governi europei.
Alexis Tsipras in Parlamento con il gruppo di Syriza. La Presse/REUTERS/Alkis Konstantinidis
Alexis Tsipras in Parlamento con il gruppo di Syriza. La Presse/REUTERS/Alkis Konstantinidis
LA GRECIA E LE ELEZIONI ANTICIPATE -  La Grecia rinnoverà il suo Parlamento domenica 25 gennaio 2015. Le elezioni avrebbero dovuto svolgersi a metà del 2016, ma il primo ministro Antonis Samaras ha preferito giocare una scommessa alla fine perdente, anticipando le elezioni presidenziali a fine 2014. La Costituzione ellenica impone un massimo di tre scrutini per indicare un nuovo capo dello Stato, e in caso di fallimento è obbligatorio il ricorso anticipato alle urne. La scelta  del premier conservatore Samaras era stata dettata dalla fragilità della sua maggioranza, e dalle difficoltà di trovare un nuovo accordo coi creditori internazionali che prevedesse un consolidamento fiscale meno rigoroso rispetto alle ultime manovre di bilancio basate su continui tagli e aumenti delle tasse. La Grecia deve ancora ricevere una tranche di crediti di circa 7 miliardi e mezzo previsti per la fine 2014, la cui erogazione è stata ritardata per il crescente dissenso tra il governo Samaras, timoroso di nuove misure di austerità sempre più impopolari in una popolazione stremata da anni di crisi, e gli altri esecutivi europei timorosi di nuovi buchi di bilancio. I prestiti rimanenti fanno parte del secondo piano di assistenza finanziaria concordato nel 2012, dopo il sostanziale fallimento del primo. La Grecia è entrata in recessione nel 2008, e da allora ha attraverso una contrazione economica paragonabile alla Grande Depressione che affossò gli Stati Uniti negli anni Trenta del secolo scorso. Dal 2008 al 2013 il Pil ellenico si è ridotto del 24%, la più consistente flessione registrata nell’eurozona. Il debito pubblico è esploso dal 100 a poco sotto il 180%, ed è stato abbassato solo grazie alla ristrutturazione parziale del debito detenuto da creditori privati nel 2012, il cui valore nominale è stato diminuito di oltre 50 punti percentuali. Il tasso di disoccupazione è salito dall’8% pre crisi all’attuale 26%, mentre la disoccupazione giovanile è passata nello stesso arco temporale dal 22 al 54%.

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