Video choc di Vanessa e Greta rapite in Siria: «Siamo in pericolo». Al Nusra conferma: «Le abbiamo noi»
1° gennaio 2015
IN QUESTO ARTICOLO
Media
Argomenti: Internet | Greta Ramelli | Vanessa Marzullo | Abu Fadel | Salvatore Marzullo | Horryaty |Farnesina | Zaid Benjamin | Aise
Volti pallidi avvolti in pesanti veli neri, occhi bassi, ma un cartello che riporta 17 dicembre 2014. Un video pubblicato su YouTube ma che alimentano la speranza: mostra le due giovani volontarie italiane fondatrici dell'associazione Horryaty, per assistere i civili vittime del conflitto in Siria, Greta Ramelli, 20 anni, e Vanessa Marzullo, 21, rapite in Siria il 31 luglio scorso.«Siamo Greta Ramelli e Vanessa Marzullo», dice in inglese Greta con un forte accento italiano e tenendo il cartello con la data. «Supplichiamo il nostro governo e i suoi mediatori di riportarci a casa prima di Natale. Siamo in estremo pericolo e potremmo essere uccise», prosegue con tono provato. «Il governo e i suoi mediatori sono responsabili delle nostre vite», conclude Greta senza mai guardare la telecamera mentre l'altra giovane italiana la fissa per pochi secondi.
Ore dopo la diffusione del video, il Fronte al Nusra, gruppo siriano legato ad Al Qaeda, conferma di tenere in ostaggio Greta e Vanessa. «È vero, abbiamo noi le due italiane, perché il loro Paese sostiene i raid in Siria contro di noi» afferma Abu Fadel, membro dell'organizzazione, contattato dalla Dpa dopo il video delle due ragazze diffuso ieri.
Rispetto alle fotografie circolate sul web prima del rapimento, le ragazze appaiono dimagrite e molto provate. Il link al video pubblicato oggi su YouTube è stato postato da un giornalista arabo, Zaid Benjamin, su twitter (@zaidbenjamin) e poi ripresa da numerosi altri profili, con l'hashtag #Syria A Video shows 2 Italian hostages believed they were aid workers held by Jabhat Al-Nusra.
Come accennato, il video sembra autentico, anche se nulla lo conferma per il momento: le immagini mostrano le due ragazze con indosso una tunica nera lunga che copre loro il corpo e i capelli, ma lascia libero il volto (abaya). A parlare è una solo di loro, presumibilmente Greta Ramelli, mentre l'altra, Vanessa Marzullo, tiene in mano un cartello dove si legge la data di mercoledì 17 dicembre 2014. Ma anche in questo caso nulla conferma la veridicità della data, in mancanza di elementi esterni temporali come la presenza di un quotidiano.
I servizi: trattative «in una fase delicatissima»
«Non ci sono parole, dopo aver visto quel video io non ho parole». Salvatore Marzullo, il papà di Vanessa, ha risposto così, in un primo tempo, con voce rotta dall'emozione e dal dolore dopo aver visto, dopo mesi di silenzio, il volto impaurito della figlia. In un secondo momento ha detto: «Sembra che Vanessa e Greta stiano abbastanza bene anche se in una condizione difficile». Ma «siamo contenti di averle viste, siamo ottimisti». Alla Farnesina, ha commentato ancora il papà di Vanessa, «stanno continuando il loro lavoro», alla famiglia di Greta e Vanessa non resta, ancora una volta, che aspettare. La trattativa, intanto, è «in una fase delicatissima: consentiteci di lavorare in silenzio», è l'invito giunto da una fonte dell’intelligence italiana.
«Non ci sono parole, dopo aver visto quel video io non ho parole». Salvatore Marzullo, il papà di Vanessa, ha risposto così, in un primo tempo, con voce rotta dall'emozione e dal dolore dopo aver visto, dopo mesi di silenzio, il volto impaurito della figlia. In un secondo momento ha detto: «Sembra che Vanessa e Greta stiano abbastanza bene anche se in una condizione difficile». Ma «siamo contenti di averle viste, siamo ottimisti». Alla Farnesina, ha commentato ancora il papà di Vanessa, «stanno continuando il loro lavoro», alla famiglia di Greta e Vanessa non resta, ancora una volta, che aspettare. La trattativa, intanto, è «in una fase delicatissima: consentiteci di lavorare in silenzio», è l'invito giunto da una fonte dell’intelligence italiana.
L’esperto Margelletti: ipotesi al Nusra la più probabile
Il video delle due volontarie italiane «ha una simbologia molto netta» e indica che «le due ragazze sono in mano ad un gruppo integralista islamico che si rifà direttamente ad Al Qaeda, che, nei confronti di donne occidentali, non può che avere un approccio di quel tipo. Dunque un atteggiamento di totale sottomissione che va letto anche in chiave mediatica, per il messaggio che vuole mandare». È quanto sostiene Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali (Ce.S.I.).
Il video delle due volontarie italiane «ha una simbologia molto netta» e indica che «le due ragazze sono in mano ad un gruppo integralista islamico che si rifà direttamente ad Al Qaeda, che, nei confronti di donne occidentali, non può che avere un approccio di quel tipo. Dunque un atteggiamento di totale sottomissione che va letto anche in chiave mediatica, per il messaggio che vuole mandare». È quanto sostiene Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali (Ce.S.I.).
Secondo l'esperto, «l'ipotesi di Al Nusra, è davvero la più probabile», anche se «è paradossale che dobbiamo essere contenti che le ragazze siano in mano ad Al Qaeda piuttosto che agli uomini dell'Is». Ed è «indiscutibile che il video sia frutto di una negoziazione tra la nostra intelligence e le realtà locali e solo chi l'ha fatta ha idea dei significati intrinsechi del messaggio ed è in grado di interpretarli compiutamente». Del resto, conclude, «l'Aise in questi anni ha avuto una serie di successi, proprio perchè la nostra intelligence ha evidentemente degli operatori in grado di saper leggere meglio le dinamiche locali».
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