Tensione a Mosca: arrestato il blogger anti-Putin
La polizia russa ha arrestato Alexei Navalny, il popolare blogger e oppositore politico del presidente Vladimir Putin. Martedì mattina un tribunale aveva condannato Navalny a tre anni e mezzo di carcere, con pena sospesa, per malversazione di fondi pubblici, in un processo in cui il fratello Oleg è stato condannato alla stessa pena, che dovrà scontare in una colonia penale.
La manifestazione di protesta. Nel pomeriggio di martedì una folla si è radunata in Piazza del Maneggio, a due passi dalla Piazza Rossa, aderendo all'appello dello stesso Navalny che invitava a manifestare per "distruggere" il "regime" di Putin e contro una sentenza che la stessa Ue ha definito "motivata politicamente".
L'arresto. Navalny, che dallo scorso febbraio si trova agli arresti domiciliari, si è unito ai dimostranti. "Sono agli arresti domiciliari ma oggi ho troppa voglia di stare con voi", aveva scritto su Twitter inserendo nell'account una foto che lo ritrae nella metropolitana della capitale russa. Poco dopo è stato arrestato in strada, come testimoniano le immagini diffuse dall'emittente indipendente Dojd.
«Fermati 132 dimostranti». Per tutto il pomeriggio di martedì il centro di Mosca è stato presidiato dalla polizia e ci sono stati momenti di tensione. Gli accessi alla piazza del Maneggio, molto vicina al Cremlino, sono stati chiusi con barriere metalliche. Bloccate anche le uscite della metropolitana nei pressi del luogo di raduno. Più di 18 mila utenti di Facebook avevano annunciato la loro partecipazione. Fonti giornalistiche sul posto hanno stimato in "diverse centinaia" i partecipanti. La polizia ha fermato "non meno di 132 persone", stando al sito di Ovd-Info, un'organizzazione non governativa specializzata nel monitoraggio degli arresti in Russia.
Una sentenza «politica». Secondo la tesi dell'accusa, Navalny e il fratello avrebbero frodato due aziende francesi, una delle quali è una filiale del gigante dei cosmetici Yves Rocher, di una somma pari a 30 milioni di rubli (526mila dollari). Navalny ha sempre rifiutato ogni addebito e definito le accuse mosse contro di lui e il fratello politicamente motivate. La sentenza avrebbe dovuto essere annunciata a metà gennaio ma il tribunale ha deciso di anticiparla dopo che i sostenitori di Navalny avevano programmato una grande manifestazione di protesta per il 15 gennaio.
L'episodio contribuisce a far salire la tensione in una Russia alle prese con le conseguenze delle sanzioni economiche da parte di Usa e Ue scattate in seguito alla crisi ucraina.
La preoccupazione degli Usa. Gli Stati Uniti criticano la condanna del blogger e se ne dicono preoccupati. È uno "sviluppo inquietante" afferma il portavoce del Dipartimento di Stato, Jeffrey Rathke.
La manifestazione di protesta. Nel pomeriggio di martedì una folla si è radunata in Piazza del Maneggio, a due passi dalla Piazza Rossa, aderendo all'appello dello stesso Navalny che invitava a manifestare per "distruggere" il "regime" di Putin e contro una sentenza che la stessa Ue ha definito "motivata politicamente".
L'arresto. Navalny, che dallo scorso febbraio si trova agli arresti domiciliari, si è unito ai dimostranti. "Sono agli arresti domiciliari ma oggi ho troppa voglia di stare con voi", aveva scritto su Twitter inserendo nell'account una foto che lo ritrae nella metropolitana della capitale russa. Poco dopo è stato arrestato in strada, come testimoniano le immagini diffuse dall'emittente indipendente Dojd.
«Fermati 132 dimostranti». Per tutto il pomeriggio di martedì il centro di Mosca è stato presidiato dalla polizia e ci sono stati momenti di tensione. Gli accessi alla piazza del Maneggio, molto vicina al Cremlino, sono stati chiusi con barriere metalliche. Bloccate anche le uscite della metropolitana nei pressi del luogo di raduno. Più di 18 mila utenti di Facebook avevano annunciato la loro partecipazione. Fonti giornalistiche sul posto hanno stimato in "diverse centinaia" i partecipanti. La polizia ha fermato "non meno di 132 persone", stando al sito di Ovd-Info, un'organizzazione non governativa specializzata nel monitoraggio degli arresti in Russia.
Una sentenza «politica». Secondo la tesi dell'accusa, Navalny e il fratello avrebbero frodato due aziende francesi, una delle quali è una filiale del gigante dei cosmetici Yves Rocher, di una somma pari a 30 milioni di rubli (526mila dollari). Navalny ha sempre rifiutato ogni addebito e definito le accuse mosse contro di lui e il fratello politicamente motivate. La sentenza avrebbe dovuto essere annunciata a metà gennaio ma il tribunale ha deciso di anticiparla dopo che i sostenitori di Navalny avevano programmato una grande manifestazione di protesta per il 15 gennaio.
L'episodio contribuisce a far salire la tensione in una Russia alle prese con le conseguenze delle sanzioni economiche da parte di Usa e Ue scattate in seguito alla crisi ucraina.
La preoccupazione degli Usa. Gli Stati Uniti criticano la condanna del blogger e se ne dicono preoccupati. È uno "sviluppo inquietante" afferma il portavoce del Dipartimento di Stato, Jeffrey Rathke.
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