venerdì 2 gennaio 2015

Questo è l'effetto dell'azione della casta sindacale. Ma mandiamoli a casa questi fannulloni che passano il loro tempo ad organizzare manifestazioni e basta.


Teresa Bellanova sotto scorta. Il sottosegretario al Lavoro minacciata per il suo ruolo sul Jobs Act

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TERESA BELLANOVA
Da alcuni giorni al sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova è stata assegnata una scorta. La Gazzetta del Mezzogiorno e il Nuovo Quotidiano di Puglia danno notizia di non precisate minacce nei confronti della deputata del Pd, al terzo mandato parlamentare, che è stata in prima linea per la definizione del Jobs Act e l'approvazione in Parlamento.
"Da oggi avrai due angeli custodi", le ha detto al telefono il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il Nuovo Quotidiano di Puglia spiega che un’informativa dei servizi segreti avrebbe convinto Palazzo Chigi dell’improcrastinabile necessità di proteggere il sottosegretario al Lavoro. "Una decisione non più rinviabile" avrebbe detto Renzi ad una recalcitrante Bellanova. Non più rinviabile per il clima di fortissima tensione sociale che accompagna il cammino della riforma del lavoro e una decisione necessaria, ancora, vista la storia recente del nostro Paese. Una storia segnata dal sangue dei giuslavoristi Massimo D’Antona e Marco Biagi, entrambi impegnati a modificare le regole del mercato del lavoro ed entrambi uccisi - il primo nel 1999, il secondo nel 2003 - dalle “Nuove Brigate rosse”. Biagi, in particolare, fu scelto come bersaglio proprio perché era senza scorta.
"Non volevo essere accompagnata – racconta il sottosegretario Bellanova – e solo fino a pochi giorni fa potevo andare da sola in auto o a fare una passeggiata a piedi". Ora, invece, due “angeli custodi” la seguono in ogni spostamento, tanto a Roma che a Lecce, dov’è rientrata per le feste. E proprio dalla sua città, pochi giorni fa, nel tracciare un bilancio di questo 2014 al Governo, Bellanova ha difeso il Jobs Act con parole nettissime: «Non mi fermerò davanti a niente – ha detto – e porterò fino in fondo le responsabilità della delega che mi è stata assegnata. Nessuna minaccia mi fermerà».

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