sabato 13 settembre 2014

La domanda è: " Ma quando si parla di reddito medio è come la statistica su un pollo per ogni italiano mentre nella realtà un italiano ne mangia 8 e uno ne mangia 1?

Lo stipendio medio italiano a 1.327 euro.
Quasi sette milioni sotto mille euro al mese

La relazione curata dalla Fisac Cgil. Allarme giovani: negli anni '70 guadagnavano il 10% più della media nazionale, ora il 12% in meno. "Impietoso" il raffronto con un tedesco, che in un anno guadagna in media 6mila euro in più

MILANO - Il salario netto mensile medio di un lavoratore italiano nel 2013 è pari a 1.327 euro. Coloro che guadagnano, pur lavorando, meno di mille euro al mese oscillano tra i sei e i sette milioni di persone. E' quanto emerge dal rapporto sui salari dell'Isrf Lab - curato dal segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, con la collaborazione di Nicola Cicala - dal titolo Poveri salari.

Un giovane neolaureato "peraltro mediamente precario se va bene oscilla tra gli 800 e i 1.000 euro mensili fino a trentacinque anni. Mentre oltre sette milioni di pensionati percepiscono meno di 1.000 euro mensili". E se il salario netto si è attestato su poco più di 1.300 euro al mese, il raffronto con quello di un lavoratore tedesco è impietoso: quest'ultimo, come si sottolinea nello studio, "guadagna in media 6 mila euro in più l'anno". Tra i più colpiti dalla 'questione salariale' ci sono i giovani. Megale nel rapporto denuncia, infatti, "come un giovane degli anni '70 guadagnasse mediamente il 10% in più della media nazionale, negli anni della crisi invece ne porta a casa il 12% in meno.

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La diseguaglianza, come emerge dal rapporto, è il frutto di una "progressiva sperequazione" di lungo periodo: "Nel 1970 un manager guadagnava venti volte di
più di un operaio mentre oggi arriviamo a picchi che superano le duecentocinquanta volte. Diseguaglianze che si sostanziano anche dall'analisi che si fa nel testo delle dichiarazioni fiscali da dove si rileva che "oltre 15 milioni di lavoratori dipendenti guadagnano poco più di 1.300 euro netti al mese in media. Di questi circa 7 milioni ne guadagnano meno di 1.000".

Ancora secondo la ricerca, i contratti nazionali dal Duemila ai giorni nostri sono stati un argine contro l'inflazione ma non abbastanza forte per reggere il combinato disposto, peso del fisco e bassa produttività. Il reddito disponibile familiare, tra il 2000 e il 2013, infatti, registra una perdita di circa -8.312 euro per le famiglie di lavoratori, a fronte di un guadagno di 3.142 euro per quelle di professionisti e imprenditori.

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