sabato 13 settembre 2014

La politica economica europea deve cambiare e presto.

Matteo Renzi: “Se Ue è solo spread non ha futuro. Stop ubriacatura tecnocratica”

ROMA - “Se l’Ue è solo spread non ha futuro“. Così il premier Matteo Renzi, in visita a Bari per inaugurare la Fiera del Levante, si scrolla di dosso due giorni di discorsi sul futuro dell’Europa e di battibecchi tra Roma e Bruxelles. Mentre il commissario europeo agli Affari Economici, Jyrki Katainen, ci bacchetta ancora una volta (“Non basta programmare le riforme, bisogna attuarle”), Renzi ribadisce: “Rispetteremo il vincolo del 3%”. E precisa che quello europeo non è solo un “patto di stabilità ma anche un patto per la crescita”.
“Noi andiamo in Ue – promette – a chieder conto di questi 300 miliardi di euro annunciati da Juncker per gli investimenti, vogliamo sapere quando li mettono. Smettiamola con la cultura del piagnisteo, noi siamo alla guida dell’Ue, dobbiamo farci valere per quello che siamo”. 
Renzi tira dritto per la sua strada: “Ho la testa dura – dice – e vado avanti”.
“Da 20 anni ci promettiamo di cambiare il Paese e non lo facciamo, rimandiamo in nome di una malattia che si chiama riformite, ora dobbiamo farle”.
Incassa le bacchettate dei tecnocrati europei e indirettamente risponde:  
“è ora che l’Italia si guardi negli occhi per rendere il Paese più semplice e meno caro, meno costoso, in grado finalmente di fare quello che ha fatto nei secoli, innovare, sperimentare, precedere.
Dopo anni di ubriacature dove le soluzioni erano sempre tecniche e burocratiche, è arrivato il momento per la politica di tornare a fare il suo mestiere che non è un brutto mestiere ma come diceva Giorgio La Pira significa mettersi a disposizione della società”.
L’Italia, ha spiegato Renzi, non è ancora ripartita:
“Oggi la crisi economica è globale, ma vede nell’Eurozona un punto di difficoltà maggiore: i dati sulla disoccupazione sono devastanti soprattutto al Sud”.
Un accenno anche alla questione ucraina:
“L’Europa sta vivendo una grandissima difficoltà con la Russia. Questo non è un problema di energia o gas. Chi riduce tutto solo a una questione energetica commette un errore tragico. E’ questione di come si sta con i nostri vicini”.
LA TAPPA A TARANTO – In mattinata il premier ha fatto tappa anche a Taranto, dove ha preso parte ad un incontro istituzionale sul caso Ilva che si è svolto in Prefettura. Ma al suo arrivo ha trovato un sit in di protesta di ambientalisti e operai che lo hanno accolto al grido di “Buffone, buffone” e “Taranto libera”.
Alcuni agenti in assetto antisommossa sono stati schierati per tenere sotto controllo il presidio. Non sono mancati momenti di tensione perché alcuni dei manifestanti, che chiedevano di partecipare all’incontro, hanno cercato di superare lo sbarramento delle forze dell’ordine. Numerosi gli striscioni contro l’inquinamento e l’emergenza sanitaria a Taranto.
LA TAPPA A PESCHICI - Il tour pugliese di Renzi è cominciato a Peschici, dove ha incontrato gli alluvionati del Gargano. “Non vi lascerò soli”, ha promesso loro rivolgendo “Un pensiero commosso alle vittime e alle famiglie colpite”.

Il problema del dissesto idrogeologico è una delle priorità dell’Italia - ha aggiunto – e “va affrontato insieme alle regioni” snellendo al massimo la burocrazia.

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