sabato 13 settembre 2014

Incredibile. Da non credere. Queste sono case che dovevano rimanere in piedi anche dopo un terremoto.

E a L’Aquila il sindaco ordina: “Non vi affacciate”

Dopo il crollo del balcone di un appartamento nelle new town, il sindaco Cialente vieta l'affaccio sui balconi di 22 palazzine realizzate per accogliere i terremotati

E a L’Aquila il sindaco ordina: “Non vi affacciate”
Paolo Ribichini
Le new town sono già “old”. I nuovi quartieri realizzati nella periferia dell’Aquila per accogliere i terremotati hanno qualche problema d’età. Dopo quasi cinque anni dalla loro realizzazione gli appartamenti denominati C.A.S.E. si stanno letteralmente sgretolando. Emblematico il crollo di un balcone qualche giorno fa. E pensare che queste abitazioni erano state progettate per durare nel tempo, anche dopo la ricostruzione. Così dopo un sopralluogo tecnico che ha evidenziato infiltrazioni d’acqua, il sindaco della città ha disposto il divieto di affaccio sul balcone per 22 palazzine realizzate a L’Aquila e dintorni dalla stessa impresa, la ATI Iter/Sle/Vitale.
Secondo il sopralluogo condotto nell’appartamento che ha subìto il crollo del balcone, risulta che la struttura di legno su cui appoggiava il terrazzino è marcita all’attaccatura con il muro perimetrale dell’edificio, a causa di un’infiltrazione di acqua, probabilmente piovana. Il legno marcito non ha retto il peso della struttura, staccandosi di netto e precipitando sul balcone sottostante. Poiché il problema dell’infiltrazione può essere legata ad un difetto progettuale, il sindaco ha disposto preventivamente il divieto di affaccio per le palazzine realizzate dalla stessa ditta nelle zone di Arischia, Cese di Preturo, Coppito 2, Collebrincioni, e Sassa Nucleo industriale.
Ora la facciata dell’edificio coinvolto è sotto sequestro per permettere alla Procura di effettuare gli opportuni rilievi e identificare eventuali responsabilità.

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