lunedì 8 settembre 2014

Casaleggio e Grillo ed i grillini dovevano essere i rivoluzionari. Hanno finito per sedersi nelle stesse poltrone occupate dagli altri politici.

Cernobbio, Renzi non va al Forum della “Casta” della finanza, Casaleggio sì

La foto di di Alessandro Camilli

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CERNOBBIO – Renzi no, non va. Casaleggio invece sì: c’era l’anno scorso e ci sarà anche quest’anno. Al Workshop European House, sì insomma all’appuntamento Ambrosetti a Cernobbio quello che Beppe Grillo chiama il “burattino delle banche e della finanza” non ci va mentre la mente di M5S ci va eccome. Due strategie, scrive Federico Geremicca su La Stampa, per definire la propria immagine e i propri rapporto di fronte alla “crema” della Casta.
Il premier rottamatore non siederà quindi nel “salotto buono” della finanza e dell’economia che come ogni anno si dà appuntamento sul lago di Como per il Workshop Ambrosetti. Confermata invece, per il secondo anno consecutivo, la presenza di Gianroberto Casaleggio, guru di quel Movimento5Stelle che non fa mistero di considerare la stragrande maggioranza dei partecipanti al forum quali “truffatori, massoni” e chi più ne ha più ne metta.
La riccioluta mente dei 5Stelle non è e non sarà, ad onor del vero, l’unico “anticasta” ad aver deciso di presentarsi al tradizionale appuntamento settembrino. Sul lago di Como ci sarà infatti anche il segretario leghista Matteo Salvini. Una presenza che si nota però meno, in primis perché il lago è in piena zona padana, dove Salvini, Corea del Nord esclusa, è solito muoversi. E poi perché, e non se ne abbia il nuovo uomo forte del Carroccio, il suo partito non ha preso alle ultime elezioni 8 milioni di voti.
Divagazioni leghiste a parte, rimane la storia dei due personaggi politici più anticasta (Beppe Grillo è assimilabile a Casaleggio) e del loro comportamento nei confronti della casta stessa e di quelle che sono i suoi cerimonie e rituali.
Da una parte Renzi che, sordo anche quella prassi di buona educazione politica che lo vorrebbe, amico o meno, comunque presente a questi incontri che hanno nel tempo assunto un carattere quasi istituzionale. E dall’altra Casaleggio, che per bocca di Beppe Grillo o comunque per le posizioni del “suo” Movimento bolla Cernobbio e i suoi partecipanti come una delle espressioni massime del marcio che ha rovinato l’Italia e il mondo ma che, nonostante questo, non ha apparentemente difficoltà a frequentare l’uno e gli altri.
“Che un giovane Presidente del Consiglio partito lancia in resta contro i ‘salotti buoni’ – scrive Federico Geremicca su La Stampa – decida di disertare il tradizionale appuntamento di Cernobbio, vero e proprio attico con terrazza della finanza italiana, può far storcere il naso ma, come si dice, ci sta. Ci sta forse meno il fatto che, per il secondo anno consecutivo, ormeggi sulle sponde del lago di Como Gianroberto Casaleggio, mente informatica di un movimento il cui leader non fa mistero di considerare i banchieri dei volgari truffatori (epiche le sue battaglie contro i vertici di Mps) e il mondo dell’economia e della finanza, più in generale, un’accozzaglia di massoni, con tanto di cappuccio e grembiulino. Ma in fondo, se lo si assume come ennesimo cortocircuito di certi populismi nostrani, può starci anche questo”.
Se l’assenza di Renzi, che non è andato nemmeno all’altrettanto istituzionale meeting di Cl a Rimini, si può spiegare attraverso più d’una ragione: dall’ormai storica antipatia che corre tra lui e i cosiddetti salotti buoni sino alla volontà politica di presentarsi agli elettori come “altro” rispetto a questi e, magari, anche cedere alla tentazione di presentare i suddetti salotti come i cattivi o come i “gufi” che si oppongono alle sue politiche, più difficile è spiegare le ragioni della presenza del guru grillino.

Casaleggio sarà a Cernobbio perché è sempre bene ascoltare le ragioni di tutti, principio sacrosanto e soprattutto lungimirante anche se, nel suo partito, qualche collega ha magari ecceduto sostenendo la necessità di ascoltare le ragioni anche dell’Is, quelli che tagliano le teste degli occidentali per intendersi. Oltre a questa disponibilità all’ascolto , altre ragioni  hanno spinto Casaleggio sin sulle rive del lago di Como. Se elettori del Movimento già l’anno scorso lo invitavano ad “andare lì a tirare le pietre”, non va dimenticato che Casaleggio va lì anche, se non soprattutto, come imprenditore della Casaleggio associati, che è pur sempre un’azienda.
“Comunque – conclude Geremicca -, nella gara ingaggiata con Renzi a chi è più antisistema, stavolta i Cinque Stelle perdono per distacco. Eppure per il Movimento – e per lo stesso sistema politico – potrebbe non essere un male. Infatti, se la tanto invocata ‘costituzionalizzazione’ dei Cinquestelle avesse come passaggio obbligato la presenza del guru a Cernobbio (tra massoni e truffatori…) anche i più scettici applaudirebbero convinti. Ma è poi così? Nel pendolo responsabili-irresponsabili di un Movimento disposto a dialogare con Farage, i jiadisti e ora i ‘banchieri massoni’, ma non col governo italiano, il dubbio è lecito: tocca a loro, a Grillo e Casaleggio, dimostrare che la lezione del voto europeo non è arrivata invano”.
Geremicca così pone seria candidatura ad essere insignito da M5S come il peggior giornalista della settimana. Resta da registrare la scena, anzi la sceneggiatura che Renzi e Casaleggio hanno allestito per se stessi in relazione a Cernobbio. Lì Renzi non ci sarà in carne e ossa ma sarà lo stesso onnipresente ed evocato, in fondo di che altro si parlerà se non del suo governo e di quella che Il Sole 24 Ore battezza la Renzinomics, l’economia al tempo di Renzi? Però lui farà l’assente e il distante, anche se a Cernobbio ci manda tutto il governo. Simmetricamente cuore e anima di tutto M5S sono assenti e distanti dal Forum di Cernobbio ma la mente Casaleggio ci va in carne e ossa, a fiutare l’aria, a sentirsi osservato, insomma a lavorare e, hai visto mai qualche affare?

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