lunedì 8 settembre 2014

Andiamo avanti a tutta.

Sondaggi a confronto: il Pd di Renzi ancora oltre il 40%. Fi al 15%

08/09/2014 - di 

Il partito del premier conserva il livello di consenso record delle Europee. Mentre arrancano il Movimento 5 Stelle, fermo al 20% e tutti i partiti di centrodestra. Ad eccezione della Lega, che sale al 7%. Lo rivelano i numeri di Swg, Ixè, Demopolis, Lorien e Piepoli

Sondaggi a confronto: il Pd di Renzi ancora oltre il 40%. Fi al 15%Se si votasse in questi giorni per il rinnovo del Parlamento Matteo Renzipotrebbe dormire sonni tranquilli. Anzi, tranquillissimi. Il Pd è infatti ancora saldamente ancorato al 40% di consensi che ha ottenuto alle Elezioni Europeedel 25 maggio scorso mentre i suoi principali avversari, Movimento 5 Stelle eForza Italia, restano piantati rispettivamente al 20 e al 15% di preferenze potenziali, in linea dunque con i loro deludenti risultati emersi dalle urne tre mesi fa. A parlare sono i dati degli ultimi sondaggi, diffusi tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre, da cinque diversi istituti demoscopici che costantemente, sia in periodo di campagna elettorale che non, monitorano leintenzioni di voto degli italiani.

sondaggi 6 settembre

PD AL 40%, MOVIMENTO 5 STELLE AL 20% – Stando alle cifre di Ixè,Lorien ConsultingSwgPiepoli e Demopolis se si votasse oggi il partito di Renzi otterrebbe mediamente il 40,5% dei consensi, poco meno del 40,8% ottenuto Europee e ben 20 punti in più del 20,5% di preferenze che gli stessi sondaggisti attribuiscono al M5S di Beppe Grillo. Precisamente il Pd oscilla oggi dal 37,9% di voti stimato dall’istituto Swg (interviste realizzate tra il primo e il 3 settembre e risultati diffusi attraverso il sito web Swg.it) al 42,3% indicato invece dalla società Ixè (rilevazione del 27 agosto per la trasmissione di Raitre Agorà), mentre i pentastellati si muovono tra il 19% segnalato da Demopolis(sondaggio effettuato tra il 3 e il 5 settembre per il Barometro Politico) al 21,5% di Piepoli (dati raccolti il primo settembre e pubblicazione dell’Ansa).
FORZA ITALIA AL 15%, LEGA NORD AL 7% – Poco incoraggianti risultano i numeri del centrodestra, che viene valutato al di sotto di quanto raccolto a fine maggio. Forza Italia dal 16,8% delle Europee sarebbe calata, stando alla media dei dati degli ultimi sondaggi, al 15,7%, mentre la lista unitaria sostenuta dall’Udc e dal Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, fedeli alleati di governo di Renzi, dal 4,4% delle urne sarebbero scesi in media al 3,9%, al di sotto della soglia di sbarramento del 4% per l’ingresso alla Camera indicata nella bozza di riforma elettorale sul modello Italicum. I segnali sono poi negativi anche perFratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni, 3,7% alle Europee, si ferma ora al3,1% di media, muovendosi tra il 2,8% stimato da Ixè e il 3,5% di Piepoli. Unici dati positivi sembrano quelli relativi alla Lega Nord, che, dopo il 6,2% alle elezioni di fine maggio, oggi mediamente vale il 7% dei consensi e non scende mai al di sotto del 6,5%, indicato da Piepoli e da Lorien Consulting (sondaggio realizzato tra il 30 e il 31 agosto per il quotidiano Italia Oggi).
CENTROSINISTRA A +13 DAL CENTRODESTRA – Nessuna partita anche sul fronte delle coalizioni. Se nuove ipotetiche elezioni dovessero svolgersi in queste settimane e se gli elettori fossero chiamati a scegliere deputati e senatori con il sistema Italicum, la coalizione di centrosinistra (ma anche un Pd privo di alleati) avrebbe gioco facile nel conquistare a Montecitorio il premio di maggioranza del 55% dei seggi (340 su complessivi 630) destinati allo schieramento o alla lista che al primo turno ottiene almeno un voto in più di ogni altra lista o aggregazione di liste (si prevede comunque una soglia al 37 o 40%). Sel, alleato del Pd nel 2013, vale mediamente il 2,6%, oscilla tra l’1,8% stimato da Ixè e il 4% di Lorien, e non sembra determinante ai fini del successo finale. Il centrodestra si aggira intorno al 30%, a -13 punti dagli avversari.

sondaggi elezioni politiche(Foto: Spada / LaPresse)

CON L’ITALICUM SOLO 4 PARTITI ALLA CAMERA – Al di là delle chanche di successo va poi rilevato lo scarso numero di partiti che potremmo ritrovarci in Parlamento. Alla Camera entrerebbero solo quattro partiti in grado di superare una soglia del 4 o del 4,5%: PdMovimento 5 StelleForza Italia e Lega Nord. Fuori dai giochi, oltre ad Ncd e Udc, sarebbero anche Rifondazione Comunista (mai oltre l’1,5%), l’Italia dei Valori, i VerdiScelta Civica(possibile alleato del Pd, soprattutto in caso di rottura definitiva tra Democratici e Sel) e i Radicali. Renzi, insomma, a guardare i numeri resiste nel migliore dei modi al malcontento di un paese in preda alla crisi economica. E non resta che attendere ora fino a quando durerà la luna di miele del premier rottamatore, scoprire cioè come si muoverà il consenso nell’autunno caldo delle tasse sulla casa, della Legge di Stabilità e delle probabili proteste per la disoccupazione e per il blocco degli sitpendi degli statali.

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