domenica 7 settembre 2014

Riceviamo e pubblichiamo. Importante il riferimento al merito. I sindacati sono il contrario del merito. Mandiamoli a casa a lavorare come tutti.

Renzi: «Io non mollo, basta lezioni 
dei tecnici della Prima Repubblica»

«Ci sono esperti che non hanno anticipato la crisi e ora ci spiegano che gli 80 euro sono un errore»

di Redazione Online

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«C’è una parte di esperti, cresciuta all’ombra della prima repubblica, che non ha anticipato la crisi e ora ci spiega che gli 80 euro sono un errore. Ma non accettiamo lezioni». È un Matteo Renzi all’attacco nel suo intervento alla Festa nazionale dell’Unità a Bologna. «Sulle riforme non mollo di mezzo centimetro: noi la cambiamo l’Italia, a testa alta, non guardiamo in faccia a nessuno. La riforme non sono, come ha sostenuto qualcuno, inutili, insignificanti, anzi uno scandalo, noi portiamo avanti, sia pure con modifiche, la legge elettorale e la riforma costituzionale, dimostriamo che la politica sa decidere».
«I più votati in Europa»
«Siamo il partito della sinistra più votato l’Europa, che vogliamo cambiare insieme perché sia più attenta ai bisogni delle famiglie e non a quelli delle banche». Il premier sottolinea il successo alle Europee dove il Pd raggiunse il 40,8%: «Siamo stati votati perché i cittadini ci hanno dato il mandato e il compito di cambiare questo Paese». Tutta la prima parte dell’intervento del segretario è dedicata alla politica estera e ai casi più caldi: Iraq, Isis, Ucraina, e non risparmia le punture di spillo (Salvini e Razzi in Corea del Nord, il Movimento 5 Stelle che vuole «dialogare» con i terroristi sunniti di Isis).
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Tortellini, prosciutto e salameMatteo Renzi alla Festa dell’Unità
Economia
Poi il discorso di Renzi passa all’economia. «È sbagliato il modello di chi pensa che bisogna ridurre gli stipendi per competere con i Paesi dove il costo della produzione è più basso. Dobbiamo prendere esempio dalle piccole e medie imprese emiliane: cioè fare bene cose che non fa nessuno. Non possiamo schiacciare i salari sui livelli più bassi». «I tecnici ci hanno detto che è finita la luna di miele», prosegue Renzi, «quegli esperti, cresciuti all’ombra della prima repubblica, che non hanno anticipato la crisi e ora ci spiegano che gli 80 euro sono un errore. Ma non accettiamo lezioni».
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A Bologna la sinistra è in camicia biancaMa la “star” è il leader spagnolo Sanchez
Difesa di Napolitano
Poi il premier difende a spada tratta il presidente della Repubblica dagli attacchi «indecorosi» che sono arrivati al Quirinale «solo per essere rimasto là per dare una mano agli italiani». «Sulla legge elettorale e la riforma della Costituzione finalmente la politica dimostra di fare il suo mestiere». Renzi dice che «l’ostruzionismo al Senato è stato sconfitto: i senatori che hanno votato per l’abolizione del Senato sono stati dei grandi».
Sindacati e scuola
Senza nominarli, il presidente del Consiglio ne ha anche per i sindacati e la riforma del lavoro. «Il merito è di sinistra, la qualità è di sinistra, il talento è di sinistra», dice Renzi. «Chi è più bravo deve essere messo nelle condizioni di andare avanti: io sono per l’uguaglianza, non per l’egualitarismo. Gli avanzamenti non possono essere fatti per anzianità, ma per merito». «Basta con i gufi», prosegue con un tema a lui caro, «mettiamoci al lavoro per cambiare il Paese. Un segretario, un presidente del Consiglio, da solo non può fare molto, ci vuole una scommessa su noi stessi». «Gli insegnanti che lavorano meno devono essere messi all’indice e non premiati come gli altri, non promossi in carriera solo per questioni di anzianità. E lo stesso vale per la Pubblica amministrazione».
Il Pd e la fronda interna
«Il Pd ha tante cose da fare: non possiamo passare il tempo a litigare tra di noi», conclude Renzi. «I tempi delle primarie sono finiti: nessuno ha il diritto di veto. Se in questo partito qualcuno vuole la rivincita, la avrà nel 2017. Se invece vuole lavorare sui temi sui quali sono state vinte le primarie, siamo pronti a lavorare insieme». «Sono felice di essere segretario di un partito plurale», aveva detto all’inizio del suo intervento a Bologna. «La mia proposta, che nei prossimi giorni verificherò se realizzabile, è di una segreteria fatta da tutti insieme, unitaria, senza litigare, dove c’è lo spazio per un’idea condivisa».

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