Matteo Renzi e Pedro Sanchez (Ansa)
Matteo Renzi e Pedro Sanchez (Ansa)
«Il Pd è considerato una speranza in Europa. O l'Italia la cambiamo noi o non la cambia nessuno. Sulle riforme non mollo di mezzo centimetro. Non ce n'è per nessuno. Basta con i gufi». E ancora: «Non accettiamo lezioni da tecnici cresciuti nella I Repubblica». Così il premier Matteo Renzialla Festa Nazionale de l'Unità, dove sta tenendo il comizio di chiusura. Renzi ha iniziato il suo comizio, il primo da segretario del Pd, ringraziando i segretari precedenti del partito: «Voglio ringraziare tutti - ha detto - e anche chi mi ha preceduto: Epifani che ha gestito il partito dopo la botta elettorale, Veltroni, Franceschini». Eha rivolto un «ringraziamento particolare, doppio» a Bersani, aggiungendo: «Sono felice di essere il segretario di un partito pluarale». Poi ha reso omaggio a Giorgio Napolitano «grande italiano, che ha dovuto subire una campagna indecente e indecorosa».
No lezioni da tecnici cresciuti in I Repubblica 
«Finora i tecnici ci hanno detto che è finita la luna di miele. A noi ci porta bene ma c'è una parte di esperti del paese, cresciuta all'ombra della prima Repubblica incapace per 20 anni di leggere Berlusconi, che non ha anticipato la crisi e ora ci spiega che gli 80 euro sono un errore. Ma noi non accettiamo lezioni». Così Matteo Renzi dal palco della Festa dell'Unità.
Ridurre i salari per competere è un modello sbagliato
Il premier ha difeso la globalizzazione che «porta 800 milioni di nuovi consumatori che chiedono più Italia, bellezza, qualità». E ha criticato un modello di globalizzazione basata sulla riduzione dei salari per competere. «C'è chi dice che l'Italia deve cambiare i modelli - ha detto - ridurre i salari e competere con quei paesi che fanno prodotti a costi minore: per me è un modello sbagliato perché schiaccia l'Italia su un livello che non è il suo».
Investimenti slegati da patto stabilità
Sul piano europeo, Renzi ha aggiunto: «Dobbiamo chiedere conto della promessa di Juncker sul piano di 300 mld e noi chiederemo di essere molto puntuale. Noi i soldi sappiamo dove metterli: nell' edilizia scolastica, nella banda larga e nelle opere contro il dissesto. Noi sappiamo dove metterli ma devono essere investimenti slegati dalla cultura del rigore del patto di stabilità». Così Renzi, alla Festa dell'Unità, aggiungendo che il governo «verificherà» anche che i soldi dati dalla Bce alla banche «agevoli veramente le imprese».
Europa non può dimenticare dramma immigrazione
Il premier è tornato a parlare di immigrazione. Ribadendo la necessità di una politica comune europea. «Stanotte nel canale di Sicilia è nata una bimba salvata dall' impegno italiano come tante altre vite - ha detto Renzi - Dire che c'è spazio per la politica vuol dire che l'Europa non è solo regolamenti e vincoli di bilancio e poi dimenticare cosa accade nei nostri mari. Vuol dire che ci vuole la politica, fare alleanze in Ue perché l'Ue si occupi di immigrazione». E ha aggiunto: «Aver insistito su Federica Mogherini, una di noi, come Alto rappresentante Ue significa una cosa: che l'Italia vuol fare il suo mestiere di nazione foriera di civiltà».