sabato 13 settembre 2014

Solo dei delinquenti e assassini possono pensare di fare un attentato a Papa Francesco. Non è solo un simbolo religioso ma un patrimonio per tutta l'umanità.

L’ambasciatore iracheno presso la Santa Sede: “L’Isis vuole colpire Papa Francesco”

sabato, settembre 13th, 2014 
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Papa Francesco (Getty images)
L’ambasciatore iracheno presso la Santa Sede, Habeeb Al Sadr, non ha dubbi:Papa Francesco è tra gli obiettivi dello Stato Islamico. Nel corso di un’intervista rilasciata al Messaggero ha dichiarato: “L’Isis vuole fare scalpore” e per questo: “Il Papa è un bersaglio”. La strategia mediatica dello Stato Islamico punta sul clamore “basta vedere le immagini raccapriccianti delle decapitazioni veicolate con lo scopo di fare paura” sottolinea Habeeb Al Sadr. “La nostra intelligence fa ipotesi in tal senso. Sappiamo bene come ragionano questi terroristi. I loro obiettivi sono riconosciuti. Io non escluderei che l’Isis arrivi a colpirlo”. Un pericolo di cui ha informato i responsabili della Sicurezza della Santa Sede. L’ambasciatore spiega l’ascesa del gruppo terroristico e le defezioni avvenute nell’esercito iracheno: “Molti comandanti di origine sunnita hanno pensato, grazie allo Stato Islamico, di tornarea  ricoprire le cariche che avevano in passato, prima della guerra, quando c’era il partito Baath . Ed è così che circa 30 mila poliziotti si sono come volatilizzati al momento di fermare l’Isis a Mosul”. Habeeb Al Sadr parla senza esitazioni di genocidio: “L’Isis è responsabile di crimini enormi. A Mosul i cristiani erano circa 8 mila, ora non ce ne sono più. Il loro ritorno dipende dalla liberazione di quella città”. Nel nord dell’Iraq “più di 100 mila cristiani sono stati costretti a lasciare tutto” dice, ma Habeeb Al Sadr  è certo che il nuovo governo iracheno saprà reagire: “I cristiani della piana di Ninive verranno risarciti per i danni subiti. Stiamo cercando di riprenderci molte zone. Torneranno nelle loro cse. A Ninive l’esercito iracheno ha liberato alcuni villaggi nella piana e stiamo pensando di realizzare una cintura di sicurezza in quella zona per garantire maggiormente i cristiani”. Alla domanda Perché l’Isis è così potente? Al Sadr risponde “Perché nessuno ha ancora seccato le sue fonti finanziarie”. E alla domanda su chi c’è dietro o Stato Islamico oltre al Qatar l’ambasciatore preferisce non rispondere. L’ambasciatore risponde invece l desiderio espresso dal Pontefice di recarsi tra i profughi “Abbiamo invitato Papa Francesco a venire in Iraq. Potrebbe visitare Ur dei Caldei” un piccolo centro situato nel Sud dell’Iraq, venerato dai cristiani,  dagli ebrei e dai musulmani perché lì nacque Abramo profeta delle tre religioni monoteiste. Per il Giubileo del 2000 Papa Wojtyla fece di tutto per partire ma Saddam Hussein, all’ultimo minuto, glielo impedì. “Il sogno irrealizzato di Papa Wojtyla ai tempi di Saddampotrebbe realizzarsi ora” sottolinea Habeeb Al Sadr “Papa Francesco ha detto che accettava volentieri l’invito senza precisare altro. Dipende dalla sua volontà politica e dalla sua agenda, ma noi siamo pronti ad accoglierlo come un padre”.
Redazione

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