lunedì 8 settembre 2014

Voi immaginate che il sindaco di Voghera che non ha voluto mettere un telecamera per riprendere i consigli comunali provveda? E quando mai. Più o meno come il sindaco di Minori.

Tasi, i comuni incassano milioni ma non dicono come li spendono

I sindaci sono obbligati a informare i cittadini, però è quasi impossibile districarsi tra i bilanci. La maggior parte delle risorse a trasporti, sicurezza, verde e fontanelle

ROMA . Dove finiscono i soldi della Tasi? La legge che ha istituito la Tassa sui servizi indivisibili dice chiaro e tondo che i sindaci devono indicare in modo “analitico” non solo il gettito incassato dagli immobili, ma anche l’uso che se ne fa in termini di servizi pubblici finanziati. E lo devono fare in modo chiaro e trasparente. Dunque sui siti dei Comuni, ad esempio. È così? No. Per capire la destinazione del più tormentato dei balzelli, il cittadino dovrebbe essere un segugio informatico, un esperto di bilanci pubblici e rapido di calcolo. Aprire così delibere, documenti contabili e programmatici, relazioni, regolamenti, bozze. E chi più ne ha, più ne metta. E poi fare tabelle, applicare percentuali, sempre ad avere tempo da perdere. Insomma, una fatica immane. Eppure non dovrebbe essere così. E non solo perché la trasparenza è un obbligo di legge. Ma proprio per la natura stessa della Tasi, da quest’anno e per la prima volta nella storia italiana non più imposta sul patrimonio immobiliare, ma tassa per i servizi ricevuti. E invece niente. Altro che “vedo, pago, voto”. Qui di federalismo fiscale (ancora)neanche l’ombra.

Il Servizio politiche territoriali della Uil ci ha provato. Ed è andato a spulciare nei meandri dei documenti contabili di otto grandi città - Roma, Milano, Torino, Genova, Bologna, Venezia, Firenze e Napoli - per capire che fine fanno le tasse sulla casa. E
scoprendo che servono a coprire in media poco più di un terzo - il 38% - del costo totale dei servizi indivisibili, quelli cioè non offerti a domanda individuale, come gli asili nido o il trasporto scolastico, ma destinati alla collettività. Intanto quasi nessun Comune rispetta la legge, laddove la 147 del 2013 dice che l’elenco dei servizi finanziati dalla Tasi con relativo importo deve essere inserito nel Regolamento stesso della tassa. Le informazioni si trovano un po’ qui, un po’ nei bilanci (se approvati), un po’ nelle relazioni programmatiche.
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