giovedì 11 settembre 2014

Qualcuno può citarmi una sola città europea o dell'occidente civile nella quale un sindaco possa deliberare simili sciocchezze? Basta Titolo V. Se abbiamo dei sindaci incapaci è meglio rinunciare a qualsiasi forma di decentramento.

Stop a feste e birre al parco 
Padova diventa la città dei divieti

I nuovi comportamenti proibiti dall’ordinanza del sindaco Bitonci La protesta L’associazione Antigone: «Si torna alle tipiche azioni di governo contro i poveri»

di Elvira Serra

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Che non si possano concordare prestazioni a pagamento con persone che esercitano meretricio per strada, ci sta. Che non ci si possa mostrare in pubblico con abiti che offendano il comune senso del pudore, è già più discutibile da applicare (dipende anche dai gusti in materia di abbigliamento). Che, però, non si possano più affiggere papiri di laurea e festeggiare il neodottore con la tradizionale doccia di uova, farina o altri liquidi, ha dell’incredibile se l’interdizione si applica alla culla della goliardia, che vanta 60 mila studenti universitari. Possibile che Padova sia diventata la capitale dei divieti? «Ma lo sa quanti laureati ci sono ogni giorno in città? Trenta o quaranta...», chiosa il sindaco leghista Massimo Bitonci. «Mentre la nostra ambizione è di far diventare Padova la capitale culturale ed economica del Veneto, e può diventarlo solo se sarà capace di offrire opportunità, e le opportunità si creeranno quando ci saranno regole per tutti rispettate da tutti».
Le regole per la «tranquillità sociale»
L’elenco dei divieti compare nel regolamento di polizia urbana che entrerà in vigore dopo il voto del consiglio comunale, previsto il 29 settembre. Ventiquattro articoli vecchi e nuovi pensati per «assicurare la serena e civile convivenza», e «tutelare la tranquillità sociale, il decoro ambientale, la fruibilità e il corretto uso del luogo pubblico e dei beni comuni». 
Per esempio: il palo che sorregge i cartelli stradali, gli alberelli dai fusti sottili e le inferriate, non nascono per agganciarci la catena della bicicletta o del motorino. Alla multa, per chi se ne dimentica, si somma la rimozione. Non si potrà scrivere «Laura ti amo» sul tronco di una quercia (ed è un bene), ma non si potranno nemmeno stendere i panni alle finestre del centro. Sedersi sull’asfalto sarà punito con cento euro di multa, lo stesso cogliere un fiore da un’aiuola (anche se è la festa della mamma e non si ha un soldo in tasca) o trattenersi nei giardini pubblici recintati oltre l’orario di chiusura. 
Si dovrà stare molto attenti anche mentre si fanno le pulizie di casa. Chi cerca di farsi piacere per forza la cera ai pavimenti cantando a squarciagola «Insieme a te non ci sto più guardo le nuvole lassù» dovrà tenere conto dell’articolo 20, comma 1: «Tutte le attività, anche domestiche, devono essere svolte senza creare disturbo al vicinato».

La difesa del sindaco: «Tuteliamo la città»
L’associazione Antigone ha liquidato le indicazioni con poche parole. «Ci auguriamo che sia uno scherzo. Se così non fosse saremmo tornati all’epoca premoderna. Si tratta della tipica azione di governo contro i poveri, frutto di un’idea della politica e della giustizia illiberale e classista. Sembrava essersi chiuso il periodo delle ordinanze creative dei sindaci-sceriffi sulla sicurezza». Ed è pronta a ricorrere alla Corte Costituzionale se davvero il provvedimento sarà approvato. 
Ma il sindaco respinge le accuse. «Non puniamo la povertà, ma chi se ne approfitta. Vietare di chiedere l’elemosina all’aperto, o di farlo con petulanza, è un modo per porre un argine al racket che c’è dietro: ci sono bande di nomadi di diverse etnie che si contendono a suon di bastonate le piazze della questua, sfruttando la disabilità altrui». E non basta: «Impedire che i cingalesi vendano abusivamente birra e alcolici o che gli ambulanti smercino le borse false davanti ai negozi significa supportare i commercianti che con molti sacrifici assumono lavoratori, pagano le tasse e subiscono questa concorrenza sleale». 
E che dire del comma 8, articolo 7? «È vietato dare alloggio nei locali ad uso abitazione a un numero superiore rispetto ai parametri indicati dalla delibera della giunta». Bitonci replica: «Ma lo sa che una settimana fa sono stati trovati settanta cinesi in un attico vicino alla stazione?». E il divieto di bere alcolici nei parchi? «Il Prato della Valle è una delle più grandi piazze d’Europa, dove giovani, soprattutto sbandati ed extracomunitari, bivaccano ubriacandosi con alcolici acquistati al supermercato. Da poco a Padova abbiamo avuto un quindicenne in coma etilico». 
Non resta che consolarsi per tanti veti leggendo un bel libro sdraiati sulla panchina. Anzi no! Articolo 9, comma 2-a: «È vietato sdraiarsi sulle panchine... impedendone l’uso ad altre persone». L’ammenda è di 100 euro. 

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