L’autopsia sconfessa i testi. L’appuntato ha detto il vero
A Napoli dopo le menzogne ecco la verità sul ragazzo di 17 anni ucciso da un carabiniere: il militare indagato per la morte di Davide non ha sparato alle spalle
A distanza di sei giorni arrivano le prime tegole sulle teste dei testimoni che hanno ricostruito la tragedia di Davide Bifolco. Dai risultati dell’autopsia sul cadavere del sedicenne ucciso da un proiettile partito dalla pistola del carabiniere di 32 anni nel Rione Traiano, a Napoli, è emerso che il proiettile aveva una traiettoria trasversale e quindi il colpo mortale non ha raggiunto la giovane vittima alle spalle e neanche mentre era in piedi di fronte ai militare. un accertamento autoptico che dunque confermerebbe la ricostruzione dei fatti messa nero su bianco nell’immediatezza dei fatti dall’appuntato dell’Arma, cioè che il colpo è partito dalla pistola in maniera accidentale. «Dai primi risultati paiono smentite le dichiarazioni dei testimoni che hanno rilasciato interviste alle televisioni e ai giornali nei giorni scorsi - ha detto l’avvocato del carabiniere, il penalista Salvatore Pane - noi siamo sereni, nessun inseguimento, nessuna pistola puntata alle spalle. Noi abbiamo deciso di non andare al Policlinico Secondo, nè di nominare un nostro consulente, sia per l’autopsia si aper la perizia balistica perchP riteniamo che dagli esami scientifici nressuna altra verità possa emergere rispetto a quella venuta fuori dalle dichiarazioni del carabiniere: il colpo è accidentale».
La ripete più volte l’avvocato la parola «accidentale», spiegando inoltre che il suo cliente è incimpato sul mariciapiede mentre teneva con la mano sinistra Salvatore Triunfo, uno dei tre passeggeri dello scooter Sh 300 scappato dai militari che avevano aceso le sirene e le luci intimando così di fermarsi.
Per ora, quindi, c’è un punto fermo: il proiettile è entrato all’altezza della spalla di Davide Bifolco ed è uscito dalla schiena, ma non di spalle mentre il ragazzo tentava di scappare, come era stato invece dichiarato da alcuni testimoni a pochi minuti dal fatto: erano le 2 di notte. Quei testimoni che saranno ascoltati dagli investigatori per ripetere quelle affermazioni, che, allo stato, si contrappongono in maniera decisa con quanto emerso dall’autopsia eseguita all’istituto di medicina legale dell’università Federico II. Contrapposizione che c’è anche tra la lettura degli esami tra i due legali: quello del carabiniere e quello invece della famiglia Bifolco. Quest’ultimo, infatti, sostiene che l’ingresso del proiettile confermerebbe quanto dichiarato dalle persone che avrebbero assistito alle 2 di notte alla tragedia. «la linea del proiettile è compatibile con quella trasversale ed è compatibile con quanto abbiamo appreso dai testimoni».
gli investigatori, comunque, nei prossimi giorni acquisiranno le dichiarazioni del latitante Arturo Equabile, che secondo i carabinieri, era in sella al motorino la sera tra il 4 e il 5 settembre nel Rione Traiano.
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