Stefano Bonaccini non lascia le primarie del Pd in Emilia Romagna. I magistrati gli contestano quasi 4 mila euro di rimborsi (FOTO)
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Poco meno di quattromila euro tra rimborsi chilometrici, cene e pranzi. Questa la cifra che la procura di Bologna contesta a Stefano Bonaccini nell'ambito dell'inchiesta sulle spese 'pazze' dei consiglieri emiliano romagnoli in cui il candidato Pd alle primarie è indagato per peculato.
A confermare la cifra è lo stesso Bonaccini, sentito a lungo dagli inquirenti (circa tre ore) accompagnato dal suo legale Vittorio Manes. Tra le contestazioni non risulterebbe la vicenda di una sua segretaria che avrebbe lavorato alla sede del Pd ma sarebbe stata pagata coi soldi del gruppo regionale.
Il candidato alle primarie del centrosinistra, oltre all'ex sindaco di Forlì Roberto Balzani, non molla: "Ero sereno prima - dice ai cronisti appena uscito dalla procura di Bologna - e sono ancora più sereno adesso. Abbiamo potuto dare spiegazioni per qualsiasi eventuale addebito. Sono sereno per aver sempre agito correttamente. Gli addebiti si riferiscono a spese abbastanza modeste". In tutto meno di 4 mila euro in 19 mesi scandagliati dall'inchiesta. "Abbiamo spiegato l'inerzia all'attività di consigliere regionale", dunque, continua Bonaccini "sono convinto che si possa proseguire la campagna".
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