Mutui, in due anni la rata
è scesa di 110 euro
Il tasso variabile è sceso al 2,40%, quello fisso al 4,10%
Buone notizie per chi si appresta a comprare casa: le rate richieste dalle banche per le nuove erogazione sono scese ai minimi storici. Sono infatti in diminuzione i valori dei parametri (Euribor per il tasso variabile, Eurirs per il fisso) che servono da base per il calcolo e sta diminuendo anche lo spread richiesto dagli istituti. Dall’analisi dei prodotti presenti sul portale mutuionline emerge per i finanziamenti a tasso variabile sono offerti nella media delle migliori offerte al 2,40% e quelli fissi al 4,1%.
La forbice tra variabile e fisso è ancora molto ampia (170 centesimi) e su un prestito da 120mila euro a 20 anni la scelta del tasso variabili comporta per la rata iniziale un risparmio di 104 euro rispetto a quella del tasso fisso (630 euro contro 734).
Le preferenze dei debitori nell’ultimo anno sono andate in grande maggioranza al variabile. Resta il fatto che la scelta dell’indicizzato comporta comunque dei rischi che vanno calcolati Per restareO al mutuo del nostro esempio, se tra due anni l’Euribor risultasse più alto di due punti rispetto a oggi la rata salirebbe a 796 euro, cioè 166 in più rispetto alla prima rata e 62 in più rispetto al fisso. Se l’incremento fosse di tre punti (improbabile ma non impossibile: l’Euribor è arrivato anche a livelli superiori di 5,5 punti rispetto a quelli di oggi) l’esborso salirebbe a 888 euro. Un consiglio che si può dare a chi punta sul variabile è togliere dal proprio budget mensile una somma pari a quella richiesta dal tasso fisso e mettere da parte quello che mese per mese si risparmia per fare fronte a eventuali aumenti della rata. Nel caso del nostro esempio si tratterebbe di 104 euro. Se la fase di bonaccia sui tassi proseguisse e si riuscisse a mettere da parte un tesoretto (in quattro anni si raggiungerebbero a condizioni invariate 5000 euro) si può anche pensare di effettuare un’estinzione anticipata parziale del debito abbassando la rata mensile e il rischio di tasso.
8 settembre 2014 | 12:51
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