martedì 9 settembre 2014

Io mi chiedo sempre: " Ma questa gente che scende in piazza ogni volta che muore un tifoso o un ragazzo che non si ferma al posto di blocco perché non li vedo mai scendere in piazza quando la camorra chiede il pizzo o quando uccide qualcuno per strada?

LA LETTERA

Io, ex pm, difendo il carabiniere

di Luigi Bobbio, ex pm antimafia di Napoli

Caro direttore
a qualcuno non è piaciuta la mia difesa senza se e senza ma del carabiniere che ha colpito a morte un ragazzo fuggito a un posto di blocco. Ho ricevuto minacce di morte e non solo. Pazienza. La mia colpa è quella di essere schietto, abituato a parlar chiaro, se serve anche in modo crudo e diretto. E sono convintissimo che, specialmente nello stato in cui siamo, giustificazionismo, buonismo, perdonismo e pietà non solo non servono a niente ma aggravano il male. La verità è che l'unica vittima di quel che è successo è lui, il carabiniere.
«Vittima» del suo senso del dovere e del fatto di essere chiamato a operare in una realtà in cui la mentalità delinquenziale e la inclinazione a vivere violando ogni regola possibile, sono la normalità. Massima vicinanza alla famiglia del ragazzo ucciso, condoglianze sincere per l'enorme dolore . Ma a 17 anni ormai si è uomini fatti, e gli uomini sono responsabili delle loro scelte, delle loro azioni e del loro stile di vita. Un carabiniere è un carabiniere, un teppista è un teppista. E siccome ho avuto l'ardire di dire che i carabinieri non devono proteggere i teppisti ma, al contrario, devono pensare a tutelare i ragazzi perbene da chi viola le regole, apriti cielo. E' venuto giù il mondo. La mia esternazione su Facebook, fatta su un profilo privato da libero cittadino a commento di un fatto che ha avuto larga risonanza e che purtroppo rappresenta un episodio emblematico perché coinvolge il complesso delle dinamiche sociali in territori difficili, ha scatenato reazioni scomposte. Ma io insisto. La scelta sbagliata di vivere violando le regole è una scelta individuale e non è mai una necessità né una "colpa della società". Provare a porre un argine al dilagare di gente abituata ogni giorno a delinquere è compito di educatori, sociologi , della politica in tutte le sue declinazioni. Le forze dell'ordine, obbligate a lavorare in contesti difficili e complessi, hanno invece l'obbligo di prevenire e reprimere i reati per evitare che la marea di fango sommerga la società intera. Lo Stato ha le sue leggi e le sue regole e, se sbaglio c'è stato da parte del carabiniere, questo verrà accertato e sanzionato. Quel che a me ora interessa è che un bravo ragazzo in divisa stia bene e non abbia riportato danni nel fare il suo dovere inseguendo con i colleghi, di notte, tre persone senza caschi su un ciclomotore (uno dei quali era evaso dagli arresti domiciliari) che avevano forzato un posto di blocco. Che poi sbandati al pari loro vogliano giustificarli mostrando di ritenere normale la loro condotta, mi fa solo disgusto. E i disordini di piazza, le sommosse di teppisti che bruciano auto della polizia per vendicare uno di loro, sono folli e inammissibili. Vanno represse con durezza. Lo Stato e solo lo Stato ha il compito di giudicare.
Luigi Bobbio

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