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sabato 1 novembre 2014
Manconi ha ragione: questo é il fallimento dello stato.
Un fallimento dello Stato, che non è stato in grado di garantire l’incolumità di una persona che era nelle sue mani. Il senatore del Partito Democratico Luigi Manconi, uno dei parlamentari che ha seguito con maggior attenzione il caso relativo al decesso di Stefano Cucchi nel reparto detenuti dell’ospedale Pertini di Roma dopo diversi giorni d’agonia, ha commentato con estrema durezza l’assoluzione di tutti gli imputati decisa dalla Corte d’appello. In un’intervista al quotidiano “Avvenire” di sabato 1 novembre 2014, Luigi Manconi rimarca come “quando un cittadino è nella custodia dello Stato, il suo corpo diventa il bene più prezioso, qualunque sia il suo curriculum criminale. La legittimazione morale dell’azione dello Stato sta nella garanzia della sua incolumità. Stefano Cucchi, mentre era agli arresti, è stato oggetto di un pestaggio, e poi non è stato assistito adeguatamente, come ha stabilito la sentenza di primo grado, quindi lo Stato ha fallito nel suo compito principale”. Il senatore del PD sottolinea come per analizzare la sentenza sia necessario partire da un punto fermo, ovvero la constatazione delle percosse subite da Stefano Cucchi prima di morire. Questo punto, decisivo per capire le cause della sua scomparsa, non è affrontato dai magistrati. ” Partiamo da un punto fermo, sostenuto dai magistrati sia in primo sia in secondo grado: le percosse ci sono state. Ma poi non si sono potuti individuare i responsabili. L’assoluzione completa attuale (seppure con formula dubitativa, ndr) tace il cuore della questione. Stefano Cucchi è morto mentre era nella custodia dello Stato, mentre era affidato alle istituzioni. E non ha trovato assistenza nei 12 luoghi (tra caserme, ospedali e aule di tribunale) che ha attraversato in una settimana di sofferenze”. Per Manconi la mancata rilevazione della sua estrema fragilità rappresenta un elemento di forte critica verso la condotta del personale carcerario e sanitario. Un centinaio di persone hanno visto le gravissime condizioni in cui versava Stefano Cucchi, e non sono state prese le misure adeguate per garantirne l’incolumità fisica, il compito principale dello Stato. L’ospedale Pertini di Roma ha inoltre versato un cospicuo risarcimento danni alla famiglia del giovane romano, riconoscendo così la sua mancata cura dopo la condanna dei medici in primo grado”. Il senatore del Partito Democratico evidenzia come il caso Cucchi rilevi in tutta la sua drammaticità la “deficitariacapacità di proteggere chi viene messo in custodia. icordiamo che è elevatissimo il numero delle persone che in carcere muoiono o si suicidano. Il livello delle cure garantite in prigione è molto inferiore agli standard che dovrebbero essere rispettati. E il sovraffollamento rende la situazione tanto più grave. Stefano Cucchi è deceduto nel sistema penitenziario. E l’opinione pubblica continua a ignorare la sofferenza quotidiana che si vive dietro le sbarre, dove tanti non muoiono ma arrivano a un passo e subiscono danni permanenti per patologie non curate”. Luigi Manconi rimarca come i giudizi dopo l’assoluzione espressi dal sindacato dei poliziotti Sap “sviliscano la dignità e l’unicità della persona umana. Papa Francesco pochi giorni fa ha pronunciato un discorso epocale sul sistema penale, in cui ha detto, all’incirca, che la dignità della persona viene prima di qualunque pena”.
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