domenica 26 ottobre 2014

Renzi ha ragione. Questi sono tutti pezzi da museo.

Renzi sfida Rosy Bindi e i “reduci”: “con voi un partito al 25 per cento”

Matteo Renzi a Leopolda 13

Il posto fisso non c’è più” e “l’articolo 18 è come avere un iPhone e chiedere dove mettere il gettone”. Così il Premier Matteo Renzi ha chiuso la tre giorni di convention fiorentina senza risparmiare, nel corso di un’ora di discorso, una dura stoccata all’ala critica dei democratici. “Non saremo un partito di reduci e non permetteremo a quella classe dirigente di riprendersi il PD per riportarlo dal 41 al 25 per cento” è la risposta del “rottamatore” ai suoi compagni di partito “rottamati”.
Tra i primi destinatari del messaggio c’è Rosy Bindi, che aveva osato definire “imbarazzante” la quinta edizione della Leopolda. Ma Renzi ha risposto anche alla piazza, mobilitatasi ieri contro le politiche sul lavoro del Governo. “Non ho paura – ha detto il Primo Ministro – che si crei qualcosa a sinistra. Sarà bello capire se è più di sinistra restare aggrappati alla nostalgia o provare a cambiare il futuro”. Poi ha aggiunto: “Tutte le volte che la sinistra radicale ha compiuto uno strappo ha perso e ha fatto perdere l’Italia”. Qui il riferimento è a Fassina e a Cuperlo che, dalla manifestazione della Cgil, avevano definito la Leopolda “solo una riunione di corrente”. Fedele al suo stile l’ex sindaco di Firenze attacca tutto e tutti. O quasi. In chiusura del suo intervento Renzi ha infatti rivolto un appello alla platea affinché riservasse un applauso al Presidente della Repubblica. “Vorrei citare una persona – ha detto il Presidente del Consiglio riferendosi a Napolitano – che in questi mesi ho imparato a conoscere meglio dal punto di vista personale. Quando si sentono tante menzogne nei confronti del Capo dello Stato, credo sia doveroso che l’Italia per bene faccia sentire tutto il suo affetto”.

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