lunedì 27 ottobre 2014

Mandiamo a casa questi fannulloni sindacalisti che campano con i distacchi dati dallo stato italiano.

Stabilità, ira sindacati: “Ministri non sapevano rispondere” Renzi: “Non tratto”

ROMA – I ministri “non erano nelle condizioni di rispondere”, “non avevano il mandato”. Così il neo segretario della Uil, Carmelo Barbagallo, ha espresso la frustrazione sua e degli altri sindacati al termine del tavolo col governo sulla Legge di Stabilità. Un incontro “surreale”, secondo la leader della Cgil, Susanna Camusso, che reduce dal pienone di sabato al Circo Massimo, non esita a minacciare: “Sarà sciopero generale”. 
Reazioni dure alle quali il premier Matteo Renzi, risponde in serata, ospite della trasmissione 8 e mezzo, sbattendo definitivamente la porta: “Con voi non tratto”. Renzi ha invitato ognuno a fare il proprio mestiere:
“Trattare cosa? La cosa surreale è che Camusso dica che si deve trattare. È giustissimo che sindacato tratti ma tratta con gli imprenditori per salvare posti di lavoro. Il sindacato non fa trattative con il governo, non chiede permesso, le leggi non si scrivono con i sindacati ma in Parlamento”.
E ancora
“Se i sindacalisti vogliono trattare si facciano eleggere, ce ne sono già, si troverebbero a loro agio”.
Lo scontro totale si prefigurava già al termine del vertice. Per Camusso
“l’incontro di stasera chiarisce che per il governo gli incontri sono solo dei luoghi dove le parti si raccontano quello che pensano. Quasi fosse meglio una e-mail. Ci hanno detto in sostanza mandateci una nota, noi valuteremo. Ma al di là degli annunci nessuno ha stabilito tempi e modi per ulteriori incontri”.
Non solo.
“E’ la prima volta che sul nulla si dica che i saldi restano invariati”, ha aggiunto la leader della Cgil, confermando le accuse: “Non c’è disponibilità all’ascolto né la volontà di misurarsi. Il governo non solo non vuole condividere ma neppure provare a misurarsi. Naturalmente siamo pronti a farci stupire ma ci sembra di capire che non c’è concertazione e nemmeno contrattazione ma qui mancano pure le cose basilari”.
Poi, alla domanda se dopo l’incontro lo sciopero generale si avvicina o meno, Camusso ha risposto:
“Sabato avevamo detto una cosa precisa: che saremmo andati avanti in assenza di risposte e mi pare che siamo in assenza di risposte”.
Il primo a replicare alla Cgil è stato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che con toni concilianti aveva detto:
“Non c’è nulla di surreale. Valuteremo le proposte nel merito, non prevediamo dibattiti generali e discussioni che cambino la finanziaria. C’è stata la disponibilità dei ministri ad andare ad eventuali approfondimenti su temi e contributi più puntuali e che si riveleranno meritevoli – ha informato – Non abbiamo colto aspettative di altra natura che quella di una rappresentazione di posizioni”.
Per il ministro si tratta di
“una legge che dopo molto anni dà una spinta a crescita e occupazione. E’ la prima fuori dal tema storico dell’austerità”.
Conciliante pure il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, secondo il quale
“la manovra può essere migliorata” perché “non è scritta sulla pietra”
Ma avverte: “Nel rispetto dei saldi”. Delrio ha parlato di
“molte luci dalle imprese, luci e ombre dai sindacati, molte ombre da un sindacato. Non so chi possa pensare di uscire di qui con una manovra stravolta a due giorni dalla sua pubblicazione. Siamo disponibili a migliorarla – ha ribadito – ma sulla base di misure concrete e di elementi fattivi e puntuali”.
“Abbiamo chiesto ai sindacati di inviarci dei documenti”, ha ricordato, spiegando che l’esecutivo
“convocherà riunioni bilaterali” solo nel caso le proposte e gli approfondimenti che arriveranno e che sono stati chiesti ai sindacati “aiuteranno a migliorare la stabilità” prevista nella manovra. In caso contrario no.
“Poco di nuovo e molto di vecchio sul fronte della spending review alle Regioni con il rischio che si trasformi in più tasse e meno servizi, quindi la nostra attenzione sarà anche su questo” ha affermato la leader della Cisl, Annamaria Furlan, al termine del confronto. E sulla stessa linea dei suoi colleghi:
“Oggi il governo ha solo ascoltato – ha spiegato – non c’è stata una trattativa. D’altra parte sarebbe stata una cosa anomala perché sulla finanziaria non c’è un’esperienza di trattativa. Non so se l’incontro è stato surreale o normale ma il governo ha detto molto meno di quello che sapevamo dalla lettura dei giornali e dei documenti”. “Se le nostre richieste avranno risposta allora l’incontro sarà stato fruttuoso altrimenti dovremo scegliere tra la nostra mobilitazione e l’interlocuzione con i partiti”, ha aggiunto, confidando in una risposta del governo: “Abbiamo chiesto un incontro, vediamo se ci convocherà”.
Critica l’Ugl. “Da parte del governo non c’è stata nessuna trattativa, e questo ci ha stupito – hanno dichiarato i segretari confederali Stefano Conti e Ermenegildo Rossi – Per noi il confronto è imprescindibile”.
“Giudizio positivo” invece da parte di Rete Imprese Italia alla legge di stabilità
“La manovra rappresenta un’inversione di tendenza rispetto a un atteggiamento eccessivamente rigorista sin ora adottato. Il provvedimento introduce invece tratti espansivi certamente apprezzabili”
Così come per il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci,

“C’è stato un apprezzamento sull’impostazione della manovra che segna un’inversione di tendenza e discontinuità visto che l’austerità è limitata alla spesa ma con un approccio allo sviluppo. Bene l’Irap dunque e la decontribuzione. E’ una manovra che vuole dare fiducia a cittadini e imprese e speriamo che questo crei investimenti”.

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