Democratici divisi: esponenti della minoranza nella Capitale
La Cgil lancia la sfida dello sciopero generale. Renzi: "La piazza non può fermare il Paese"
Un milione di persone, secondo la Cgil, alla manifestazione a Roma contro il Jobs Act. Camusso: "Questa è solo una parte della protesta, il sindacato è pronto allo sciopero generale". Il premier alla sua Leopolda a Firenze: "Bella piazza, ma andiamo avanti. Arrivo massimo al 2023"
Firenze - RomaGiornata di fuoco per il Paese e per il Pd. A Firenze il presidente del Consiglio Matteo Renzi parla alla Leopolda, la convention politica dov'è riunita una parte dei democratici e tanti giovani pronti a discutere del futuro del Paese. A duecento chilometri di distanza, invece, un milione di italiani (stime ancora non ufficiali) partecipa alla manifestazione della Cgil in cui sfilano anche esponenti della minoranza Pd come Bindi, Cuperlo e Civati. Tutti in piazza contro le politiche sul lavoro del governo.
Renzi: "Al massimo arrivo al 2023"
Dal palco fiorentino Renzi promette: "Io al massimo faccio due mandati nello spirito della Leopolda. Al massimo arrivo al 2023". I posti di lavoro sono "l'obiettivo" dichiarato, mentre i nemici che vanno sconfitti "sono la corruzione e l'evasione, senza aver combattuto corruzione ed evasione non si va da nessuna parte".
Camusso: "Siamo pronti allo sciopero generale"
Sul piede di guerra la leader Susanna Camusso che dal palco di San Giovanni annuncia: "Questa è solo una parte della protesta", "siamo pronti allo sciopero generale" per cambiare la legge sul Lavoro. Le fa eco il ledaer della Fiom, Maurizio Landini, che sfida il governo: "Corteo strariuscito, l'esecutivo non ha il consenso di quelli che lavorano e di quelli che lo cercano". La Cgil poi si rivolge a un altro palco, quello dov'è riunita parte del Pd a Firenze: "Si sappia a palazzo Chigi e alla Leopolda che noi non deleghiamo a nessuno le questioni del lavoro".
Legge di stabilità: lunedì confronto governo-cgil
Camusso torna a parlare della legge di stabilità: "Lunedì vedremo il governo sulla legge di stabilità. Il premier evidentemente non è stato contento, ha chiuso la Sala Verde di Palazzo Chigi e ha spostato l'incontro al ministero del Lavoro. Vorremmo dire al presidente del Consiglio: stai sereno noi non vogliamo la concertazione, noi vogliamo - spiega Camusso - confronti e contrattazione, risposte e soluzione. Noi abbiamo l'idea di cosa si possa fare immediatamente e di cosa si possa costruire".
Pd diviso
Giornata di proteste, in cui la spaccatura del Pd diventa geografica. Nei cortei a fianco di lavoratori, disoccupati, precari, pensionati e studenti sfilano esponenti della minoranza come Gianni Cuperlo, Pippo Civati (che ha chiesto espressamente a Bersani: "Vieni anche tu") e Stefano Fassina. Ma nelle stesse ore la maggioranza democratica si riunisce nella quinta edizione della Leopolda con il premier. Non mancano le polemiche, e i dissidi a distanza.
Bindi-Serracchiani: lite in diretta tv
Scintille in diretta tv tra Rosy Bindi, che ha partecipato alla manifestazione della Cgil, e il vice segretario del Pd Debora Serracchiani, in collegamento dalla Leopolda. La Bindi dice di non aver mai visto una manifestazione del Pd e improvvisamente "la dirigenza del partito allestisce una tre giorni di discussione del Pd che va oltre sé stesso. Quindi, questa - chiosa - è la prima manifestazione del post Pd". Piccata la risposta da Firenze: "Non dire che non abbiamo fatto manifestazioni del Pd in questi mesi, abbiamo fatto una quantità immensa di Feste dell'Unità. Se tu non hai preso parte mi dispiace". Un botta e risposta che finisce con la Serracchiani che abbandona il collegamento tv.
Renzi: "Rispetto chi ha manifestato. Abbiamo bisogno di un Pd che si confronta"
Ai microfoni del Tg3 Renzi lascia passare qualche istante quando gli vengono ricordate le critiche di Bindi alla Leopolda e risponde: il Pd non ha bisogno di chi va in tv "a far polemica", perché in quel modo si crea solo un partito "che perde". "Il Pd - prosegue - è un partito che ha preso il 40.8% alle ultime elezioni e lo ha fatto perché persone che erano abituate a andare tutti i giorni in tv a far polemica sono state messe ai lati. Noi abbiamo bisogno di un Pd che smette di far polemica tutti i giorni. Abbiamo bisogno di un Pd che si confronta con chi ha idee diverse, ma non con chi semplicemente cerca di lavorare per un Pd che perda. Io voglio un Pd che vinca e convinca agli italiani".
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Renzi: "Al massimo arrivo al 2023"
Dal palco fiorentino Renzi promette: "Io al massimo faccio due mandati nello spirito della Leopolda. Al massimo arrivo al 2023". I posti di lavoro sono "l'obiettivo" dichiarato, mentre i nemici che vanno sconfitti "sono la corruzione e l'evasione, senza aver combattuto corruzione ed evasione non si va da nessuna parte".
Camusso: "Siamo pronti allo sciopero generale"
Sul piede di guerra la leader Susanna Camusso che dal palco di San Giovanni annuncia: "Questa è solo una parte della protesta", "siamo pronti allo sciopero generale" per cambiare la legge sul Lavoro. Le fa eco il ledaer della Fiom, Maurizio Landini, che sfida il governo: "Corteo strariuscito, l'esecutivo non ha il consenso di quelli che lavorano e di quelli che lo cercano". La Cgil poi si rivolge a un altro palco, quello dov'è riunita parte del Pd a Firenze: "Si sappia a palazzo Chigi e alla Leopolda che noi non deleghiamo a nessuno le questioni del lavoro".
Legge di stabilità: lunedì confronto governo-cgil
Camusso torna a parlare della legge di stabilità: "Lunedì vedremo il governo sulla legge di stabilità. Il premier evidentemente non è stato contento, ha chiuso la Sala Verde di Palazzo Chigi e ha spostato l'incontro al ministero del Lavoro. Vorremmo dire al presidente del Consiglio: stai sereno noi non vogliamo la concertazione, noi vogliamo - spiega Camusso - confronti e contrattazione, risposte e soluzione. Noi abbiamo l'idea di cosa si possa fare immediatamente e di cosa si possa costruire".
Pd diviso
Giornata di proteste, in cui la spaccatura del Pd diventa geografica. Nei cortei a fianco di lavoratori, disoccupati, precari, pensionati e studenti sfilano esponenti della minoranza come Gianni Cuperlo, Pippo Civati (che ha chiesto espressamente a Bersani: "Vieni anche tu") e Stefano Fassina. Ma nelle stesse ore la maggioranza democratica si riunisce nella quinta edizione della Leopolda con il premier. Non mancano le polemiche, e i dissidi a distanza.
Bindi-Serracchiani: lite in diretta tv
Scintille in diretta tv tra Rosy Bindi, che ha partecipato alla manifestazione della Cgil, e il vice segretario del Pd Debora Serracchiani, in collegamento dalla Leopolda. La Bindi dice di non aver mai visto una manifestazione del Pd e improvvisamente "la dirigenza del partito allestisce una tre giorni di discussione del Pd che va oltre sé stesso. Quindi, questa - chiosa - è la prima manifestazione del post Pd". Piccata la risposta da Firenze: "Non dire che non abbiamo fatto manifestazioni del Pd in questi mesi, abbiamo fatto una quantità immensa di Feste dell'Unità. Se tu non hai preso parte mi dispiace". Un botta e risposta che finisce con la Serracchiani che abbandona il collegamento tv.
Renzi: "Rispetto chi ha manifestato. Abbiamo bisogno di un Pd che si confronta"
Ai microfoni del Tg3 Renzi lascia passare qualche istante quando gli vengono ricordate le critiche di Bindi alla Leopolda e risponde: il Pd non ha bisogno di chi va in tv "a far polemica", perché in quel modo si crea solo un partito "che perde". "Il Pd - prosegue - è un partito che ha preso il 40.8% alle ultime elezioni e lo ha fatto perché persone che erano abituate a andare tutti i giorni in tv a far polemica sono state messe ai lati. Noi abbiamo bisogno di un Pd che smette di far polemica tutti i giorni. Abbiamo bisogno di un Pd che si confronta con chi ha idee diverse, ma non con chi semplicemente cerca di lavorare per un Pd che perda. Io voglio un Pd che vinca e convinca agli italiani".
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