L'emendamento al Def proposto dalla Lega Nord al Senato e votato anche dai senatori del M5S è ancora una volta una triste esibizione di propaganda: escludere tutti i cittadini extra-Ue, che, per inciso, pagano le tasse tanto quanto i cittadini italiani, dalbonus fiscale a favore della nascita di un bambino. Aldilà delle pronunce di carattere morale, che farebbero gridare allo scandalo, di fronte ad una vergognosa esibizione sulla pelle dei bambini, c'è da chiedersi, poi, quale sia l'effetto reale di quelle politiche che la Lega Nord tenta di propinare come soluzione a tutti i mali dell'Italia. Prima gli italiani? Evidentemente dovremmo uscire dall'Unione Europea, dato che i cittadini comunitari residenti in Italia sono 1.392.000 e le norme europee sulla libera circolazione impongono, in un quadro di reciprocità, l'equiparazione ai cittadini italiani.
Ci rimangono dunque i cittadini extra-Ue, che secondo l'ultimo Dossier Statistico Immigrazione, alla fine del 2013 sono 3.874.726. Ma non tutti loro possono accedere a benefici come il bonus bebè in questione. Solo chi è in possesso di un permesso di soggiorno Ue di lungo periodo (ex carta di soggiorno) può. Qual è la platea di riferimento? 2.179.607 persone. Tra questi, poi, sono inclusi minori, uomini e donne, senza contare il fatto che dobbiamo considerare coppie in procinto di avere un bambino. Stiamo parlando, dunque, di numeri relativamente contenuti. Ma, d'altra parte, è una tecnica ormai collaudata. Negli anni i parlamentari e amministratori locali della Lega Nord, con grande chiasso, hanno fatto approvare e tentato di fare approvare un numero elevatissimo di norme tese ad escludere i cittadini stranieri, coscienti che sarebbero state prima o poi smantellate dalla magistratura, perché incostituzionali. Ma che importa? Tanto passano mesi, se non anni, prima che un ricorso si concluda con una pronuncia della Corte Costituzionale.
Intanto la norma produce tutti i suoi effetti. Poco importa se i tribunali saranno intasati a causa di leggi pensate appositamente per creare il caos. Per gli italiani cambierà poco o nulla, mentre la macchina populista di voti potrà gridare il nuovo slogan. I parlamentari del M5S conoscono bene gli effetti di una norma incostituzionale, prima che un cittadino presenti un ricorso e i giudici costituzionali si pronuncino. Sono coscienti del fatto che, con ogni probabilità, un emendamento di questo tipo, avrebbe potuto dispiegare tutti i suoi effetti, prima di essere giudicato incostituzionale. Oggi la rivoluzione grillina cala la maschera. Mostra il vero volto di un populismo che si regge sullo stesso collante ideologico su cui fonda le sue radici la Lega Nord. Grillo e Salvini si saldano su un progetto di società basato esclusivamente sull'esistenza di un nemico, in questo caso l'invasione, l'altro, gli stranieri, il diverso.
Oggi i parlamentari grillini hanno barattato il benessere collettivo con un consenso basato su rabbia, odio e razzismo. Il politico dovrebbe avere la responsabilità di proteggere e prevenire i conflitti invece di crearli. Gli effetti di questa propaganda sono devastanti sulla tenuta del tessuto sociale. Il risultato che produce la ricerca del continuo slogan d'odio è una società divisa, in preda al panico, pronta ad esplodere. Una società che nessuna politica potrebbe mai veramente governare. Certo, come in tutte le società basate sulla paura, esiste sempre una piccola oligarchia che trae vantaggi e ricchezza dalla divisione, consapevoli di non essere in grado di offrire nulla, oltre all'immobilismo. Evidentemente è questo il modello di riferimento a cui tendono questi due movimenti politici.
Nessun commento:
Posta un commento