venerdì 31 ottobre 2014

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POLEMICHE

M5S, ancora scontri in Emilia Romagna
"La raccolta firme non è stata regolare"

Un esposto di due attivisti denuncia «irregolarità» nella presentazione delle liste grilline per le regionali. Ed è l’ennesima polemica per il Movimento 5 Stelle in quella che doveva essere la roccaforte grillina

DI LUCA SAPPINO


M5S, ancora scontri in Emilia Romagna 
La raccolta firme non è stata regolare
Massimo Bugani e Beppe Grillo
La procura di Bologna avrebbe aperto un fascicolo conoscitivo sulle liste presentate dal Movimento 5 stelle per le prossime regionali in Emilia Romagna, per presunte irregolarità nella raccolta delle firme per la "Lista Movimento 5 Stelle”. Alla base c’è un esposto di alcuni attivisti, a conferma delle tensioni interne al Movimento nella regione che doveva esserne il feudo.

Secondo due militanti del meet up di Monzuno (nel bolognese, considerato un circolo molto critico nei confronti della gestione di Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo, e già contrari all’espulsione del consigliere regionale Defranceschi) le firme sarebbero state raccolte in assenza dei consiglieri comunali, e fuori dal territorio di competenza dei consiglieri certificatori: anche a Roma, nei gazebo del Circo Massimo, dal 10 al 12 ottobre.

«Alcune circostanze» assicurano gli attivisti nell’esposto consegnato ai carabinieri, «sono state verificate di persona, mentre altre sono state verificate da internet»: alcuni status Facebook del consigliere comunale di Bologna Massimo Bugani («che era a conoscenza della raccolta», mettono a verbale), ma anche foto della due giorni romana, allegano gli attivisti all’esposto, scrivendo che «senza particolari ingrandimenti», si possono notare «i moduli per la raccolta delle firme».

Firme raccolte a Roma, dunque, ma anche firme raccolte nel territorio regionale senza i consiglieri comunali che per legge possono certificare l’identità degli elettori, autenticando le firme. Così è scritto ancora nell’esposto: «In occasione del FirmaDay, il 18 ottobre, la raccolta è avvenuta a Bologna, ma nelle numerose foto presenti su facebook è di nuovo evidente come la raccolta delle firme sia avvenuta in assenza dei consiglieri comunali Marco Piazza e Massimo Bugani». Quello che in molti partiti è pratica comune, dunque, diventa per i 5 stelle l’ennesima occasione per regolare i conti, nel nome della trasparenza e del rispetto delle norme.

Nel mirino dell’esposto finisce anche il ruolo di un dipendente del comune di Bologna distaccato presso il gruppo consiliare dei 5 stelle: per gli attivisti l’impiegato «deve occuparsi esclusivamente delle attività del gruppo stesso», del lavoro istituzionale, «e non del Movimento inteso come partito», usando l’email del comune, «in orari di lavoro», per coordinare «la raccolta firme».

L’esposto non stupisce un altro ex del Movimento, Giovanni Favia, che dice «la notizia non mi stupisce» e rincara la dose: «Oggi a Bologna», secondo Favia, «il M5s è gestito da Bugani che agisce senza alcun controllo democratico interno». «Spero che i cattivi non diventino in fretta gli attivisti di Monzuno» dice poi Favia, «che hanno posto un problema di legalità. Chi danneggia il partito sono quelli che le leggi non le vogliono rispettare».

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