M5s, Vincenzo Giordano (Rc): "Grillo ci ha lasciato soli, dallo staff nessuna trasparenza, paghiamo le scissioni interne"
Camera 2013: 24.747. Europee, giugno 2014: 12.891. Comunali, ottobre 2014: 1.783. La progressione del Movimento 5 stelle a Reggio Calabria è impressionante. E non basta più, non solo almeno, il distinguo tra elezioni politiche e voti amministrativi dietro cui gli esponenti stellati si sono sempre difesi quando si è trattato di giustificare un voto locale sotto le aspettative. Vincenzo Giordano, 44 anni, architetto, lo sa. Era il candidato sindaco nel capoluogo calabrese, e dopo quella che lui stesso definisce una "debacle" spiega con coraggio che la sua è stata una complicata battaglia in un territorio ancora più complicato, ma anche che non ci si può fermare a questo.
Dottor Giordano, l'emorragia dei voti è impressionante.
Sicuramente c'è stato un calo che non ci aspettavamo. Ora, noi non speravamo in numeri altissimi. Secondo le nostre previsioni, però, avremmo dovuto prendere tra il 4% e il 6%, eleggere uno o due consiglieri. Conosciamo come è fatta la città, per questo sapevamo che un confronto con le politiche o con le europee non era fattibile.
La sola differenza sulla natura diversa del voto non può però bastare.
Alle europee, e ancora di più alle politiche, abbiamo beneficiato soprattutto di un voto di protesta. Questa dinamica non funziona più molto, ancor di più nell'ambito di elezioni locali. Ci è mancato il contributo di un voto d'opinione che crede nel Movimento 5 stelle. Il nostro elettorato è rimasto a casa. Gran parte dei 53mila cittadini di Reggio rimasti a casa fanno parte di quelli che ci votavano.
In un post su Facebook lei ha ammesso che alcuni errori sono stati fatti.
Certamente. Magari non siamo stati così incisivi sul territorio come avremmo voluto, malgrado abbiamo portato avanti con forza tutte le nostre battaglie sugli sprechi e sul malaffare della città fino all'ultimo. Ma vede, c'è un problema...
Quale?
Noi avevamo un'unica lista, con me come sindaco e 21 consiglieri comunali. I candidati di centrodestra e centrosinistra avevano dalle 9 alle 11 liste di appoggio. Vuol dire oltre 400 candidati.
Dunque dice che i voti ai singoli candidati è arrivato.
È esattamente quello il problema. Ieri abbiamo fatto una riunione con un po' di analisi del voto. I nostri candidati sono semplici cittadini, non c'era nessun nome di richiamo. E hanno preso tutti i voti che potevano prendere. Quello che è mancato è stato il voto al Movimento.
Questa emorragia del voto d'opinione è dunque dovuta ad errori fatti a livello nazionale?
È sicuramente un riflesso di errori commessi a livello nazionale. Abbiamo avuto il caso dell'attivista arrestato per 'ndrangheta, l'esclusione dalle liste delle regionali di Francesca Chirillo, attivista molto nota e sulla cui posizione nessuno ha mai spiegato nulla. Ha pesato anche l'espulsione dei quattro attivisti di Occupypalco, che hanno protestato al Circo Massimo. In tanti ci hanno chiesto di rendere conto di queste decisioni.
Fatti che non giovano all'immagine del Movimento 5 stelle.
Assolutamente no, mostra un Movimento duro con i suoi stessi attivisti, fa intendere una scissione interna. Questo perché nel Movimento non c'è la trasparenza che perseguiamo. Non possiamo nasconderci dietro un dito. Il web non perdona, oggi lo usano tutti, bambini, adulti, anziani. Non è un'oasi dove ci sono solo grillini.
Avete subito in qualche modo anche l'assenza di Grillo?
Il fatto che non ci abbia dato una mano ha influito moltissimo. La città lo aspettava, alle europee era stato accolto benissimo, da solo aveva portato 5 o 6mila voti. Lo abbiamo cercato, gli abbiamo chiesto di venire, ma da lui nessuna risposta.
Singolare che il giorno del voto fosse in Sicilia.
E prima era andato al Circo Massimo...
Tra i due appuntamenti poteva passare da voi.
Poteva passare dopo Italia 5 stelle, poteva passare prima, eravamo pronti ad accoglierlo. Le ripeto: nessuna risposta.
I parlamentari calabresi si sono spesi in campagna elettorale?
Anche dagli eletti nazionali è mancato un apporto. Abbiamo avuto una campagna elettorale strettissima, iniziata il 2 ottobre. E in lista non avevamo cavalli di battaglia, una loro presenza maggiore sarebbe stata utile.
E invece...
E invece è venuto Di Battista, insieme ai parlamentari calabresi. Un appuntamento di piazza che ha visto una grandissima partecipazione. Ma non bastava un singolo appuntamento, e, soprattutto, serviva Grillo.
Qualcuno l'ha chiamata dopo la batosta?
Ho sentito oggi Dalila Nesci e Federica Dieni, nei giorni scorsi Sebastiano Barbanti e Francesco Molinari. Questi ultimi due soprattutto hanno seguito molto la nostra campagna elettorale.
Lo sa che proprio questi ultimi due sono da mesi in rotta di collisione tra i loro colleghi. Il contrasto tra i parlamentari calabresi non è una novità.
Sappiamo di queste divisioni, ci sono stati molti momenti di confronto a questo proposito nei meetup. Ma noi non abbiamo preso le parti di nessuno, abbiamo invitato tutti e pensato solo al territorio. Certo che la divisione fra gli onorevoli è stato un altro coefficiente di questa debacle. Le parole di Morra che hanno scaricato le responsabilità unicamente sugli attivisti locali le ho trovate inaccettabili.
Qualcosa deve cambiare dunque.
La prima cosa che dovrebbe cambiare è che le istanze e le proposte del Movimento siano realmente del Movimento.
Si spieghi.
Non si può parlare di trasparenza e di limpidità dei processi se da parte dello staff manca del tutto. Le faccio un esempio. Gli esiti delle nostre "comunarie" sono stati pubblicati ad un giorno e mezzo di distanza, e senza che ci fossero i dettagli dei singoli risultati. Tanti attivisti lasciano il movimento dopo episodi del genere. Io continuerò a spendermi da M5s per il mio territorio. Ma ripeto. Non si può concepire il web come un territorio dove sono presenti solo i grillini. Il web, la possibilità di controllare e verificare e il giudizio sulla trasparenza sono ormai patrimonio di tutti. E di questo bisogna tenere conto.
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