lunedì 27 ottobre 2014

Mandiamo a casa i sindacalisti del vecchiume.

INCONTRO-SCONTRO 

Legge stabilità, nuovo strappo governo-sindacati

Cgil e Uil: «Vertice surreale». Renzi: «Non tratto leggi con loro». Ed esclude il voto.

27 Ottobre 2014
Legge di instabilità. Almeno a misurarla col termometro del dialogo tra governo e sindacati. Il 27 ottobre quello che doveva essere un vertice per tentare una complicata mediazione sulla finanziaria - già bollinata dal Quirinale - diventa l'ennesimo scontro tra l'esecutivo e le sigle dei lavoratori.
Un incontro «surreale» l'hanno definito Cgil e Uil, con «non erano nelle condizioni di rispondere» e «non avevano il mandato».
Una posizione che ha provocato la dura replica di Delrio e Poletti prima e spazientito lo stesso Matteo Renzi.
«Sulle leggi il governo non tratta coi sindacati», ha tuonato il premier in serata, ospite della trasmissione Otto e mezzo. «Trattare cosa? La cosa surreale è che Camusso dica che si deve trattare... le leggi non si scrivono con i sindacati ma in parlamento», ha ribadito Renzi.
CAMUSSO: «INCONTRO SURREALE». «Le parti hanno illustrato le rispettive posizioni. Hanno detto che forse non ci perderemo di vista. L'unica cosa certa è che non trattano. Ho capito che non possono farlo», aveva speigato il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo dopo il summit al ministero del Lavoro. «Il problema è che non avevano mandato a discutere. Questa è la sintesi del rispetto che si ha per le parti sociali. È surreale», ha rincarato Camusso.
«Si sono limitati a dire che valuteranno se ci sono temi da approfondire o no», ha sbottato Camusso, «quanto accaduto nell'incontro di oggi si potrebbe tradurlo in un 'mandateci una mail', che è il modo di confrontarsi di questo governo». Ai sindacati, ha spiegato ancora la leader Cgil, è stato poi chiesto di inviare dei documenti con le loro richieste.
CGIL DECISA A PROSEGUIRE COI CORTEI. In ogni caso senza risposte il sindacato di Corso d'Italia è intenzionato ad andare avanti con la mobilitazione fino allo sciopero generale, perché la manovra, così com'è «non darà quell'inversione promessa» sulla ripresa dell'occupazione che sola può portare il Paese fuori dalla crisi.
DELRIO: «CONFRONTO MA SOLO SU PUNTI CONCRETI». I rappresentanti del governo Poletti e Delrio, che insieme a Pier Carlo Padoan e Marianna Madia hanno incontrato le parti sociali incassando l'apprezzamento delle imprese, hanno chiesto proposte «puntuali e concrete», in grado di «rendere più efficaci le misure» e il governo «valuterà se sono necessari ulteriori approfondimenti su singoli temi».
Perché la legge di Stabilità non è certo «scritta sulla roccia» ed è «migliorabile», ha spiegato Delrio, ma non si può aprire un dialogo con chi boccia tout court l'impianto della manovra e magari pensava di poterla «stravolgere due giorni dopo che è stata bollinata». Saldi e impianto, ha ribadito, non si toccano, anche perché la manovra, ha aggiunto Poletti ha «chiarissimo segno espansivo» e le «parole chiave», ha detto direttamente ai sindacati il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, sono «crescita e occupazione».

Renzi: «I sindacati vogliono trattare? Si facciano eleggere»

Molto meno conciliante invece la replica di Matteo Renzi in serata a La7. «Trattare cosa? La cosa surreale è che Camusso dica che si deve trattare», ha incalzato il premier. «È giustissimo che sindacato tratti ma tratta con gli imprenditori per salvare posti di lavoro. Il sindacato non fa trattative con il governo, non chiede permesso, le leggi non si scrivono con i sindacati ma in parlamento».
«Se i sindacalisti vogliono trattare si facciano eleggere, ce ne sono già, si troverebbero a loro agio», ha ribadito. «Io ho detto ai ministri che siamo disponibili ad ascoltare, ho detto che questa è la nostra manovra, se avete considerazioni da fare vi ascoltiamo se vi viene più comodo mandateci una mail, ma è ora di finirla di pensare che si alza uno e blocca gli altri».
E ancora: «Il governo deve parlare con il sindacato e lo deve ascoltare, ma forse è arrivato in Italia il momento che ciascuno torni a fare il suo mestiere le leggi si fanno in parlamento, non nei tavoli per le trattative».
«CONVINTO CHE AVREMO CRESCITA DELLO 0,6%». «Noi siamo convinti che con la legge di stabilità avremo il segno più dopo anni di segno meno», ha poi spiegato il presidente del Consiglio tornando a commentare la legge di Stabilità. «Certo dipende da quanto riparte l'economia internazionale ma io credo che sarà dell'0,6%. Il punto non è quanti decimali ma se tornerà a crescere l'occupazione e e se torna la fiducia».
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