Neri Marcorè: "Su Renzi sono ottimista. 5 stelle? La loro chiusura li ha penalizzati, ma le ultime novità sono incoraggianti"
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“Saluto con grande sollievo un atteggiamento decisionista da parte del governo che non si è visto per anni, non è una monarchia assoluta e le leggi le fa il Parlamento…non si fanno i miracoli in poco tempo”. Così parla all’Huffpost l’attore Neri Marcorè impegnato sul set di un film in Puglia. Oggi la politica, secondo l’artista, si divide tra chi cerca di fare e chi vuole solo demolire senza contrapporre alle idee in campo proposte altrettanto valide. “Tutte le critiche a Renzi hanno a che fare con gli atteggiamenti, la simpatia, il look... addirittura dicono che Renzi sia di destra perché prende decisioni, come se il decisionismo fosse di destra e l’indecisionismo di sinistra, anziché caratteristica costante di ogni tipo di leadership”.
Quindi disfattisti vs ottimisti?
Io sono piuttosto ottimista in questo momento: sono state varate tante misure, come quella degli 80 euro, puntualmente strumentalizzata da chi dice sempre no, quando invece segnano una notevole inversione di tendenza verso il cambiamento. Ad essere disfattisti, come Grillo, ci vuole poco: tutti fanno schifo e hanno pari colpe, ma così non porti avanti nessun progetto.
Visto che lo ha citato, cosa ne pensa della svolta a destra di Grillo in Europa segnata dall’alleanza con Farage?
Non penso basti l’euroscetticismo a tenere insieme tanti movimenti che rivelano tante altre differenze di base. Mi pare che la xenofobia non faccia parte dei principi degli attivisti pentastellati, come invece è per Farage e Le Pen. Al di là dei problemi che ci sono e che andranno risolti, come quello di una politica economica davvero condivisa, il futuro dell’Europa deve per forza contemplare una maggiore cooperazione e unità anziché isolamento, altrimenti l'Europa divisa non può competere con gli altri colossi mondiali. Non so come reagiranno i deputati 5 stelle quando si toccheranno in parlamento argomenti che vanno oltre la moneta unica; ho letto che alcuni di loro non erano entusiasti di quest'alleanza.
Cosa ha penalizzato il Movimento 5 stelle alle elezioni?
Questa incapacità di sedersi al tavolo con gli altri per stabilire anche soltanto le regole del gioco, poi magari di nuovo al confronto. Dire che sono tutti uguali e illudersi di poter fare tutto da soli, allo stato attuale, non porta risultati e non ha portato voti, anzi. Se avessero avuto un atteggiamento più costruttivo secondo me avrebbero aumentato i consensi. Però in questi giorni l'atteggiamento e l'apertura al dialogo sulla legge elettorale mi sembra una bella novità da incoraggiare.
Tornando al capo del governo, a gennaio in un’intervista diceva di voler dare fiducia a Renzi, ora sono passati alcuni mesi e alcune misure, che idea si è fatto?
L’Italia dal punto di vista politico è evidentemente un cantiere aperto: nonostante qualche polemica, a volte strumentale, e qualche piccolo inciampo, il governo si sta impegnando e muovendo bene e punta ad un vero rinnovamento…io mi sento molto ottimista. Qualche errore figlio della necessità di far presto potrà essere fatto, ma sarà la storia a giudicare. Di certo niente potrà far rimpiangere gli ultimi venti disastrosi anni. Durante il primo governo Berlusconi si diceva di dargli tempo prima di giudicare, adesso direi la stessa cosa: i conti si fanno alla fine. E’ una maggioranza nata in modo anomalo, sarebbe stato meglio se avesse avuto la piena responsabilità delle proprie azioni attraverso una vittoria alle elezioni, ma mi sembra che Renzi non si sottragga davanti alle responsabilità.
Il risultato straordinario delle elezioni europee ha in qualche modo legittimato il governo Renzi, lei come si è sentito ad essere per la prima volta come la quasi maggioranza del paese?
I numeri sono eclatanti, è vero, ma la cosa che mi fa più piacere è notare come una politica di concretezza – rispetto ad una politica inconsistente e bloccata - abbia portato i suoi frutti. Già avevo votato Renzi alle prime primarie contro Bersani e sono convinto che se alle elezioni fosse stato lui il candidato del Pd il risultato sarebbe stato diverso, non in stallo come poi è stato, e avremmo avuto una maggioranza ben più stabile di questa. Non ho atteggiamenti pregiudiziali verso nessuno, se i governi di destra a larga maggioranza scorsi avessero lavorato bene per il paese sarei stato soddisfatto. Il problema esemplare della politica in Italia è che la colpa è sempre di qualcun altro. Il desiderio è che si arrivi a un sistema in cui una qualsiasi coalizione o partito si assuma, nel bene e nel male, tutte le responsabilità, senza veti e alibi.
In questi giorni l’attore marchigiano è impegnato in una battaglia che riconosca il diritto alla sua cooperativa, fondata insieme ad altri artisti quali Claudio Santamaria e Elio Germano, di agire sul libero mercato della intermediazione dei diritti derivanti dallo sfruttamento di immagine degli artisti, mettendo la parola fine ad un monopolio di fatto.
Qual è la funzione della cooperativa Artisti 7607?
Lo Statuto Sociale Europeo degli Artisti (data di nascita 7-6-07) difende il principio dell’equo compenso - cioè i proventi degli artisti maturati attraverso lo sfruttamento sul mercato delle opere di cui sono interpreti - e ribadisce che spetta agli artisti scegliere a chi affidare la gestione dei propri diritti connessi. Si tratta di gestire i proventi che arrivano dallo sfruttamento sul mercato delle opere: ad esempio, ogni volta che una fiction o un film vanno in replica, agli attori spetta una quota seppur minima. Nel gennaio del 2012 finalmente la legge ha stabilito che questa attività di intermediazione dei diritti connessi al diritto d’autore è libera, quindi si è messa la parola fine ad un monopolio di fatto che è l’Imaie, o nuovo Imaie.
Cosa non andava nel modo di gestire i proventi fino ad allora?
L’Imaie ha chiuso proprio perché non svolgeva il lavoro per cui era stato costituito, ovvero distribuire agli artisti i diritti raccolti dalle emittenti. All’inizio, quando è nato il nuovo Imaie - che ha più o meno lo stesso organico dirigenziale - abbiamo provato a capire se potevamo impostare le cose in un modo diverso, con maggiore trasparenza e gestione diretta degli artisti. Abbiamo incontrato enormi resistenze e ostruzionismi, come ad esempio un meccanismo che avrebbe reso il voto di alcuni artisti più "pesante" di quello di altri o l'impossibilità di visionare i bilanci. Non riconoscendoci in quella struttura abbiamo dato vita ad una cooperativa, dove ad ogni persona equivale un voto, per dire. Corrisponde a una visione secondo noi più democratica e paritetica.
Ma il nodo non si è sciolto del tutto…
Ci sono talmente tanti interessi che questa novità non è stata ben accolta da chi provvedeva alla raccolta e distribuzione di questa enorme quantità di denaro, in regime di monopolio di fatto. Ora che esiste un'alternativa e il mercato è libero tengo a sottolineare che ogni artista ha il sacrosanto diritto di scegliere da chi farsi rappresentare, purché in questa concorrenza non ci siano disparità di trattamento e garantisca a ogni collecting gli stessi mezzi. Per questo motivo abbiamo impugnato il decreto di riordino che vorrebbe far distribuire i diritti a 7607 soltanto dal 2014, mentre noi siamo riconosciuti attivi dal 2012. Una scelta del genere ci danneggerebbe parecchio. Vogliamo esercitare la nostra funzione di collecting così come ce l’ha riconosciuta la legge due anni fa.
Quando si parla di artisti, cultura e creazioni dell’ingegno, sembra che in Italia si parli di aria…qualcosa sta cambiando?
Intanto tengo a sottolineare che la nostra battaglia non è volta a chiedere fondi o finanziamenti pubblici, parte di questo denaro aspetta solo di essere distribuito mentre altro affluirà dal versamento continuo dalle emittenti. Detto questo penso che il sostegno all’arte e alla cultura siano fondamentali…con la cultura si mangia, eccome! Oltre a creare tanti posti di lavoro, il valore della cultura può essere impalpabile ma fondamentale per la civiltà di un paese e della comunità che lo abita. Il senso di appartenenza, la solidarietà, il rispetto per gli altri sono frutto della buona cultura. Penso che dopo alcuni governi scellerati che hanno dato poco peso a queste voci, forse perché nell'ignoranza la demagogia e il populismo proliferano più facilmente, finalmente questo governo sta tentando di invertire la rotta.
Ad esempio?
E' di queste ore la notizia annunciata da Franceschini dell'accesso gratuito ai musei per minorenni e insegnanti. Sono contento che la nostra battaglia abbia luogo proprio adesso: nonostante l'enorme lavoro da svolgere a tutto campo, credo ora ci sia la migliore propensione possibile all'ascolto delle istanze degli artisti, e non solo. Penso che investire nell'istruzione, come risulta dal programma di governo, sia cruciale per lo sviluppo culturale di un paese.
Ha smesso di fare satira anche perché le facce e i discorsi erano sempre gli stessi da 20 anni, ma ora c’è stato un ricambio generazionale e si sono affacciati nuovi volti come Salvini, Alfano, lo stesso Renzi…tornerà alla satira politica?
Dopo tanti anni mi è venuta voglia di dedicarmi ad altro, è normale sentire un po’ di stanchezza se fai lo stesso genere di cose per lungo tempo…e poi non ho molta voglia adesso di affondare il coltello su quello che non va, sono più forti le aspettative da cittadino su quello che vorrei funzionasse. Detto questo, sono contento che ci siano tutti questi volti nuovi, anzi mi stupisco che persone che sono lì da troppo tempo e hanno avuto tante opportunità di dimostrare qualcosa di buono senza riuscirci, siano ancora lì a inveire e criticare e non vengano affascinate dal pudore di un dignitoso e defilato silenzio, per non dire ritiro.
A cosa sta lavorando adesso?
Sto girando in Puglia un film con Cristina Comencini, a settembre uscirà un altro film girato in Veneto e in autunno riprendo anche la tournée teatrale con la Banda Osiris con Beatles Submarine.
Tra pochi giorni arrivano gli Stones in Italia, ma lei tifa Beatles?
Tra i due ho più ascoltato i Beatles, credo siano più completi, hanno sperimentato tanto nella musica e penso che quanto a fantasia e creatività abbiano decisamente superato Mick e compagni. Se potessi andrei volentieri a sentirli, non solo per gli Stones ma soprattutto per John Mayer che apre il concerto.
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