Nuovo Senato, in 100 e tutti con l’immunità. Boschi: Governo non la voleva
Pubblicato il 22 giugno 2014 09:56 | Ultimo aggiornamento: 22 giugno 2014 09:56
di Redazione Blitz
ROMA – Immunità per i senatori oppure no? Il meccanismo delle riforme del governo per il nuovo Senato si è inceppato proprio su questo punto, il ripristino dell’immunità ai senatori, che nel disegno di legge originario di riforma del Senato non c’era più e ora è rientrata dalla finestra. Il punto dell’immunità per i senatori ”si può discutere ma non è centrale”, dice Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme, in un’intervista a Repubblica. Il governo ”aveva fatto la scelta opposta. In commissione, viste anche le maggiori competenze di Palazzo Madama, molti hanno chiesto di mantenere l’immunità. E alcuni costituzionalisti condividono. Mi dispiacerebbe comunque se questa sensibilità assolutamente legittima offuscasse la portata di questa riforma”.
Quanto agli argomenti di Beppe Grillo e del suo movimento, Boschi sottolinea: ”E’ giusto ascoltare tutti e lo faremo. Ma chi arriva adesso, dopo mesi di ostruzionismo e di attacchi, non dice o noi o Berlusconi, non cambia le carte in tavola. Se è questa la premessa viene il sospetto che sia solo un giochino per rinviare tutto”. ”Sono sempre molto prudente – aggiunge -, ma in Forza Italia c’è la volontà di tenere fede all’accordo del Nazareno”.
La posizione di Brunetta ”penso sia minoritaria in quel partito. È stato fatto, in queste settimane, un lavoro molto approfondito tenendo conto del dibattito in commissione Affari costituzionali. Un lavoro non solo con Fi. Anche con la Lega e con Ncd, Scelta civica, gli autonomisti. Con tutti. Non a caso il testo è leggermente diverso da quello approvato dal governo”. ”Abbiamo fatto di tutto per creare le condizioni di un Pd unito e compatto”: il ministro spera ”che tutto il gruppo voti allo stesso modo”, tuttavia, avverte, ”non ci fermeremo di fronte a qualche dissenso, che sia di 14 o di 10 senatori. Non possiamo arenarci adesso”.
”Se i senatori scrivono la Costituzione e nominano i membri della Consulta e del Csm, devono essere tutelati al pari dei deputati. O tutti o nessuno”. Dice invece sempre a Repubblica Roberto Calderoli, padre dell’emendamento che reintroduce l’immunità nel nuovo Senato, che però si dice pronto a scrivere un altro emendamento per toglierla ”purché si faccia la stessa cosa alla Camera”. Un accordo sull’immunità con i berlusconiani?”Loro neppure la sapevano – dice – L’abbiamo messa nel testo perché il nuovo Senato non sarà un dopolavoro per i sindaci. I due rami del Parlamento faranno cose diverse, ma entrambi con poteri veri. E anche i sindaci verranno eletti, se pure in modo indiretto, proprio come i rappresentanti delle Regioni”.
Calderoli non vuole attribuirsi tutto il merito di questa riforma: ”C’erano due relatori, io e la senatrice Finocchiaro, persona equilibrata e priva di pregiudizi ideologici. Il merito va anche a qualche ministro. Nomi non ne faccio, per non rovinarli, comunque li voglio ringraziare”.
‘‘Se fossi Renzi – aggiunge – cercherei di portare a casa il voto prima del 18 luglio, quando ci sarà la sentenza al processo Ruby. Ho già avuto modo di dirlo e lo ripeto: (i berlusconiani) si sfileranno al prima del terzo passaggio in aula, forse anche prima”.
Nessun commento:
Posta un commento