sabato 21 giugno 2014

Riceviamo e pubblichiamo.

Dove sta andando Beppe Grillo

Il MoVimento 5 Stelle è all'angolo e non ha altra scelta che ''sporcarsi le mani'', pena un'ulteriore perdita di voti e credibilità

Dove sta andando Beppe Grillo
Emilio Fabio Torsello
IL GRAFFIO – Sono scomparsi gli ebetini, con Renzi improvvisamente si può trattare. Se fino a qualche tempo fa l’attuale premier non era considerato un interlocutore credibile (basti ricordare il video delle consultazioni e lo show del comico davanti al premier), oggi – all’improvviso – con lui si può addirittura discutere della futura legge elettorale. Dal nulla a una delle riforme più importanti per l’Italia.
Quello del MoVimento 5 Stelle, però, è un evidente segno di debolezza rispetto alla “tradizione” che ha contraddistinto i mesi scorsi e tutto il periodo successivo all’ingresso in Parlamento dei pentastellati (che quasi non si sentono più). Lo scossone elettorale ha cambiato diversi equilibri interni e i toni accesi sono improvvisamente spariti. Una strambata di questo tipo è quanto mai un segno – una sorta di indiretta ammissione – di come la linea politica seguita dal comico e dal suo “socio”, Casaleggio, abbia relegato per mesi il MoVimento in una posizione di inutile marginalità, mentre il premier Renzi tirava dritto raggiungendo il dato elettorale del 40,8% che tanto ha lasciato sgomenti i grillini.
Già perché adesso per i pentastellati alla dibbattista o alla dimaio, l’unica alternativa è quella di sporcarsi le mani. Una strada che – se il comico che li guida avesse davvero creduto nel progetto politico e nelle capacità dei suoi parlamentari fin dall’inizio – avrebbero dovuto intraprendere fin dall’epoca di Bersani, come fece Casini con Berlusconi negli Anni Novanta. E invece questa lungimiranza non ha caratterizzato i pentastellati che – salvo salire sui tetti e agitar cartelli in aula – sono rimasti indietro rispetto al governo: Renzi macinava strada e risultati, loro si limitavano a protestare un po’ su tutto, basta che fosse la cosa risultasse ruomorosa. E poi le urla, gli insulti, le sceneggiate davanti alle telecamere con gli pseudo scontri con i parlamentari Pd in sala stampa. Insomma: la politica è ed era un’altra cosa. E anche gli italiani, per fortuna, sono ben diversi dall’elettorato che – secondo i pentastellati – avrebbe dovuto premiare e votare in massa quel tipo di linea.
Adesso Grillo e i suoi hanno una sola scelta: scendere nell’arena e far valere il loro punto di vista lì dove si prendono le decisioni. La situazione è in realtà particolarmente propizia a Grillo perché con Forza Italia ridimensionata, NCD che non ha brillato (per tacer degli altri), il comico e i suoi possono adesso far valere i propri voti e lanciare un messaggio chiaro a Renzi depotenziando – in attesa di tempi migliori - proprio Berlusconi e Alfano. Il rischio altrimenti sarebbe troppo alto: continuare a perdere voti, impaludati in un’opposizione sterile in Parlamento.
L’incontro con Renzi sarà mercoledì e – non a caso – per ora pare che Grillo non sarà presente. Dopo le urlacciate e la scenetta “andata in onda” durante le consultazioni, presentarsi adesso di persona – e con ben altri toni – sarebbe come ammettere una sconfitta, un cocente errore. Meglio mandare avanti altri. Che quando serve, uno vale uno.
@emilioftorsello
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