Renzi non graziare le Regioni: sono le più “infette” di tasse e ladri
Pubblicato il 20 giugno 2014 14:48 | Ultimo aggiornamento: 20 giugno 2014 14:56
ROMA – Sei italiani su dieci, dato Istat, detestano le Regioni. Le conoscono ma purtroppo anche se le conoscono non possono evitarle.
In quindici anni, calcolo della Cgia di Mestre ma Agenzia delle Entrate e Ministero dell’Economia hanno dati analoghi, le tasse locali, imposte soprattutto dalle Regioni, sono aumentate del 138 per cento. 138 per cento! Chiunque abbia uno stipendio, una pensione o un’attività commerciale o di impresa 15 anni fa non se ne accorgeva, adesso se ne accorge eccome dell’addizionale regionale che gli porta via spesso il due per cento dell’intero reddito e dell’Irap “addizionata” regionalmente.
Le inchieste giudiziarie su sperperi e furto di denaro pubblico hanno toccato 17 Regioni su venti e intere legioni di consiglieri regionali. Con i soldi pubblici si toglievano sfizi e contro sfizi della loro vita privata, a legioni, dovunque.
La spesa pubblica gestita direttamente dalle Regioni è aumentata di 90 miliardi in un decennio.
Sono dunque con tutta evidenza le Regioni la culla e la palestra e la scuola e il campo di raccolta del peggior ceto socio-politico. Quello che fa politica per far carriera individuale, quello e solo quello. Politica per “svoltare”. Quello che fa clientela e quando arriva “a buca” fa strage dei soldi pubblici. Arraffa e distribuisce. Quello che quando non ruba spende per “far girare il soldo”. Quello che spreca, fa debiti che tanto non si sente responsabile di dover pagare. Quel ceto socio-politico che, sia detto per inciso ma non tanto, forse è alla radice dell’enigma per cui nonostante sollecitazioni e decisioni varie, lo Stato e la Pubblica Amministrazione non pagano in fretta e in toto il maxi debito che hanno con le aziende. Quanti sono questi debiti contratti dalle Regioni (e Comuni) fuori budget, cioè fuori bilancio? E se sono lavori commissionati ad aziende fuori bilancio chi ne deve rispondere? E il commissionato fuori bilancio è davvero e tutto lavoro e lavorato vero o una parte lo è solo sulla carta? E che intese tacite c’erano o ci sono state tra Regioni e Comuni e aziende del tipo: ti pago tardi, tardissimo ma ti gonfio in cambio la parcella?
Sono dunque con tutta evidenza le Regioni l fabbrica e la catena di montaggio del meccanismo che ci strozza come contribuenti e come paese: spendono senza criterio e limite e di conseguenze alzano le tasse senza criterio e limite. Inoltre allevano e difendono il peggio della cosiddetta Casta: gli stipendi pari se non superiori a quelli dei parlamentari, i vitalizi superiori a quelli dei parlamentari. A dirla tutta, se uno cerca una Casta questa abita più nei consigli regionali e comunali che in Parlamento.
Non bastasse, le Regioni sono voraci di potere, soprattutto potere di interdizione e potere per il potere. Perché mai la formazione professionale dovrà essere in mano alle Regioni? C’è una maggiore competenza a livello regionale? No, la formazione è regionale perché così le Regioni spargono denaro per via clientelare, altro che formazione professionale. Perché mai le Regioni dovrebbero decidere se l’Italia tutta avrà o no un’altra autostrada Nord-Sud o Sud-Nord o una centrale o no, sia essa a carbone, elettrica o di qualunque altra natura. Perché mai le Regioni devono essere sovrane nel Turismo, nei Trasporti, nella Sanità? Una pessima pedagogia coltivata sia a destra (la Lega), sia a sinistra (la lobby dei poteri locali nel Pd) ha prodotto non uno Stato articolato in venti Regioni: Ma venti Stati autonomi, permalosi, presuntuosi. Ciascuno con la propria burocrazia, ciascuno con le proprie tasse. E tutte da sommare a quelle dello Stato centrale. Federalismo: ci era stato raccontato che quando sarebbe arrivato sarebbero diminuite le tasse o almeno se ne sarebbe visto il concreto utilizzo. Infatti il trasporto dei pendolari, la viabilità, la manutenzione urbana, i servizi collettivi che dipendono dalle Regioni sono, come chiunque può vivere, a livelli minimi di qualità e quantità.
Era sembrato che Matteo Renzi premier volesse “cambiar verso” oltre che al Senato e alla grande burocrazia statale anche e soprattutto alle Regioni. Questo c’era dietro la formula recitata da ogni tg che suonava: revisione del Titolo V della Costituzione. Ora sembra che Matteo Renzi premier stia per graziare le Regioni. Sembra stia per farlo sotto spinta di molte lobby. Quella coagulata intorno alla Lega Nord che si venderebbe politicamente la mamma pur di conservare potere e soldi alle Regioni. Quella fortissima dentro il Pd che di Regioni e affini campa. Quella delle moltissime e ramificate clientele che sono cresciute in questi ultimi due decenni intorno alle Regioni. E quindi sembra che invece di “affamare la bestia Regioni”, Renzi premier stia per somministrare alle Regioni al massimo una piccola e omeopatica purga.
Pare stia per farlo per riuscire a far passare la nuova legge elettorale e la messa del nuovo Senato in condizioni di non nuocere. Comprensibile ma miope. Se non mette in quarantena prima e in terapia cambia connotati poi le Regioni, il paese politico tutto continua infettarsi. Le Regioni sono le più infette di tasse e di ladri, Renzi non le grazi. E grazie a Michele Ainis che in un articolo di prima pagina sul Corriere della Sera ha fornito ragioni e numeri che condividiamo e riportiamo.
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