Italicum - E per Matteo Renzi le liste bloccate non sono un totem: disponibili a rivederle se Fi ci sta
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Alla vigilia dell’incontro con il M5s mercoledì prossimo a Palazzo Chigi, cade un altro totem dell’Italicum approvato dalla Camera agli inizi di marzo. Vale a dire: le liste bloccate che tanta polemica avevano scatenato nell’opposizione M5s e Sel, ma anche nel Pd, dove la minoranza insieme ad altri pezzi di maggioranza di governo (Ncd, Scelta Civica) ha condotto fino all’ultimo una battaglia per le preferenze, perdendola. Ora per Matteo Renzi le liste bloccate, contenute in quella legge elettorale nata dall’intesa con Silvio Berlusconi, non sono più un totem. Il premier, insieme al ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, sta valutando di eliminarle per sostituirle o con il sistema delle preferenze oppure con i collegi uninominali (stile Mattarellum). Per il momento è solo un’idea che rientra nell’ambito di un processo di revisione dell’impianto dell’Italicum iniziato dopo le europee. E’ un’idea che però ha una condizione fondamentale: “Solo se è d’accordo Forza Italia”, sottolinea il ministro Boschi nella conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri che ha approvato il decreto sulla semplificazione fiscale.
Dopo il voto delle europee, il premier non ha mai fatto mistero del fatto che l’Italicum sarebbe stato sottoposto a robuste revisioni. Finora si è limitato a difendere in maniera semi-assoluta il doppio turno, previsto dalla legge approvata a Montecitorio. “Su tutto il resto si può trattare”, spiega spesso Renzi, lasciando intendere una disponibilità a rivedere le soglie per il premio di maggioranza (da 37 al 40 per cento) e quelle di sbarramento per i piccoli partiti (verrebbero portate tutte al 4 per cento, sia per chi si coalizza che per coloro che corrono da soli). Ma l’apertura sulle liste bloccate costituisce una assoluta novità. E potrebbe raggiungere due obiettivi: dare un segnale ai cinque stelle, da sempre critici sulle liste bloccate e favorevoli invece alle preferenze. Ma soprattutto incrociare – forse - le nuove esigenze di Forza Italia, che tuttavia restano nebulose ma chiare su un punto: Berlusconi ha bisogno di spinte per calamitare alleati e formare una coalizione di centrodestra.
Nel Pd i più scommettono sul fatto che l’ex Cavaliere non si convincerà mai dell’eliminazione delle liste bloccate, che gli permettono di dettare la composizione delle liste. Per ovviare alle critiche interne, Renzi invece ha promesso primarie dei candidati. Ma è vero che Berlusconi ha anche bisogno di buoni argomenti per convincere gli alleati potenziali a presentarsi insieme in coalizione per tentare di raggiungere l’altissima soglia del 40 per cento per prendere il premio di maggioranza: un miraggio per il centrodestra attualmente. Se la soglia di sbarramento per chi corre da solo fosse davvero fissata al 4 per cento si potrebbe tramutare in un incentivo per non coalizzarsi, almeno per Alfano, in teoria. E allora, ragionano nel Pd, Berlusconi potrebbe rivalutare le preferenze, proprio per andare incontro alle richieste di Ncd e Fdi, oppure – meno probabile – i collegi uninominali, che costringono gli alleati a presentare candidati comuni. Però storicamente Forza Italia è contraria ai collegi, con cui ha sempre perso contro il centrosinistra.
La partita è però aperta, a questo punto. Dall’incontro con i cinque stelle si capirà se l’apertura di Grillo è credibile oppure se è un bluff. In questi giorni ci sono diverse scuole di pensiero nel Pd. Ma in molti, anche nell’entourage del premier, scommettono che non ne verrà fuori granché in quanto, è il ragionamento, “loro vogliono destabilizzare il sistema, mentre la discussione sulla legge elettorale nasce proprio per stabilizzare. Noi puntiamo a un meccanismo della serie ‘chi vince, governa’. Loro sono per il ‘chi vince, patisce’”. Però, nonostante tutti questi interrogativi sull’affidabilità dell’interlocuzione con i pentastellati, Renzi vuole arrivare all’incontro di mercoledì con le carte in regola. E l’unico modo per farlo è prenderli sul serio. Da qui, l’apertura sulle liste bloccate, perché il resto delle proposte grilline, basate su un impianto proporzionale, rimane indigeribile per Renzi. In attesa di Forza Italia, però. Sottolinea Boschi: “Esiste un accordo fra le forze di maggioranza e Fi, eventuali modifiche saranno prese in considerazione solo se ci sarà condivisione con chi ha già contribuito a questo percorso. Non si cambia partner all'ultimo momento in percorso".
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