venerdì 20 giugno 2014

Questo è il paese che secondo Grillo noi dovevamo imitare. Bravo Grillo!!!!! Un economista da premio nobel.

Argentina: Kirchner allontana il default

La presidente rassicura il Paese. E gli obbligazionisti italiani possono sperare.
Cristina Fernandez de Kirchner, presidente dell'Argentina, ha definito un'estorsione la decisione della Corte suprema di New York.
Cristina Fernandez de Kirchner, presidente dell’Argentina, ha definito un’estorsione la decisione della Corte suprema di New York.
In calo lo spread dell’Argentina verso il Treasury Usa in attesa del discorso della presidente Cristina Fernandez Kirchner, previsto per le 20 italiane del 20 giugno, in occasione della festa nazionale della bandiera. Il differenziale è sceso sotto quota 800 a 788 punti. E questo dato allontana dai mercati lo spettro di un nuovo default del Paese.
Secondo diversi analisti e osservatori da Jp Morgan e Nomura il governo di Buenos Aires, malgrado i toni di sfida e il duro comunicato del ministero dell’economia dei giorni scorsi, dovrà avviare negoziati con gli hedge fund per evitare il default del paese. E per gli oltre 50 mila obbligazionisti italiani che aspettano ancora di essere risarciti del denato investito nei Tango Bond ci sono ancora buone ragioni per sperare.
«ABBIAMO VOCAZIONE A PAGARE» È L’ULTIMO MESSAGGIO DI KIRCHNER
L’Argentina ha «vocazione a pagare» ed è escluso «un default del debito già ristrutturato» è stata una delle ultime dichiarazioni fatte in un messaggio a reti unificate da Cristina Fernandez de Kirchner prima dell’atteso discorso del 20 giugno. La presidente ha definito «un’estorsione» l’annuncio della Corte suprema di New York sul fatto che Buenos Aires deve pagare 1,3 miliardi di dollari ai fondi hedge per bond in default. E ha confermato il rispetto della prossima scadenza dei rimborsi, il 30 giugno per 900 milioni di dollari, sottolineando che «la volontà di negoziare del paese è ampiamente dimostrata», riferendosi al 92% dei creditori che hanno accolto i concambi del 2005 e del 2010.

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