mercoledì 18 giugno 2014

Certamente questo atteggiamento é più teso a spaccare il PD che a parlare del nuovo sistema elettorale.

Renzi-Grillo, rabbia dei parlamentari 5 stelle

L'apertura al Pd disorienta gli M5s. Ma accontenta chi chiedeva un cambio di strategia. Attesa per il 25 giugno.

SCENARIO
di Dario Borriello e Antonella Scutiero
C’è chi pensa che questa sia la mossa giusta per fare fuori Matteo Renzi, e chi invece affila la lama per conficcarla alle spalle di Beppe Grillo.
Il day after dell’apertura del M5s al dialogo con il premier è stato segnato dalla discussione all'interno dei gruppi pentastellati di Camera e Senato. E ognuno ha una propria visione dei fatti.
I CAPANNELLI M5S NEI PALAZZI. Quei pochi che dicono di aver compreso il cambio di rotta non riescono a convincere i colleghi. E così nei Palazzi sono andati in scena siparietti surreali. Dal Transatlantico al cortile della Camera, dalla sala lettura ai corridoi laterali e perfino davanti alla porta d’ingresso della toilette si creavano capannelli pentastellati. Mini-riunioni caratterizzate da facce deluse e toni alti, ma non abbastanza da far carpire ai cronisti qualche sfogo fuori dalle righe.
INFORMATI A LORO INSAPUTA. In buona sostanza, però, il concetto era comunque chiaro: la maggiorparte dei grillini non hanno digerito il fatto di aver scoperto la «novità» dal blog di Grillo, peraltro con un comunicato a firma M5s Camera e M5s Senato. Cioè loro. E a loro insaputa.
RIZZETTO ALZA LA VOCE. Il solo Walter Rizzetto è uscito allo scoperto durante la trasmissione tivù Agorà. «Scoprire dal blog o da una mail, che è stato deciso un passaggio importante in seno alla nostra legislatura, non è stato piacevole». Il deputato 5 stelle ha spiegato: «Se lo avesse fatto un altro partito, uno si tura il naso ma sa come va la politica. Il Movimento 5 stelle si è invece sempre distinto per la democrazia diretta. Abbiamo fatto delle assemblee con il gruppo parlamentare e non abbiamo discusso di questa prospettiva specifica».

Attesa per lo streaming Grillo-Renzi: occhi puntati a mercoledì 25

La delusione, però, è destinata a scemare presto, perché la maggioranza della pattuglia ha comunque ottenuto «il segnale» che chiedeva a Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo. Quello fortemente voluto la settimana scorsa, durante la concitata riunione serale dei gruppi parlamentari, caratterizzata da urla e malumori tra i dissidenti, ma anche da parte di qualche ortodosso, come Paola Taverna.
IL CAMBIO DI PASSO. In quell’occasione i pentastellati chiesero un cambio di passo nella strategia (e nella comunicazione, posta sotto accusa per i toni eccessivamente urlati), con tanto di apertura al dialogo con il leader del Pd, legittimato a governare dopo aver ottenuto il 40,8% dei consensi degli italiani.
«L’apertura a Renzi ha colto molti di sorpresa», confida una fonte a Lettera43.it. «Era stato chiesto un segnale a Beppe e Gianroberto, e ovviamente ce l’hanno dato, a modo loro, senza una vera e propria consultazione preventiva con i parlamentari. A ogni modo la cosa importante è cosa accadrà la settimana prossima, perché è chiaro che gli “insofferenti” aspetteranno di vedere che cosa succede, visto che al momento non hanno scuse per rompere, e dare la colpa a Grillo».
SERRACCHIANI PUNTA I PIEDI. Dal fronte Pd, invece, nessuno si sbilancia sull’esito dell’incontro, che dovrebbe tenersi mercoledì 25 giugno. Il vicesegretario, Debora Serracchiani, una dei pochi esponenti dem autorizzati a parlare del tema, avverte però che il confronto non partirà nemmeno se i 5 stelle porranno come condizione quella di archiviare il maggioritario con la loro proposta di legge. «La nostra Base di discussione è l’Italicum», ha precisato.
Se le premesse sono queste, il nuovo streaming Renzi-M5s si preannuncia davvero interessante. Roba da far impennare gli indici di ascolto. E in periodo di Mondiali di calcio, non è un’impresa da tutti.
Martedì, 17 Giugno 2014© RIPRODUZIONE RISERVATA

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