I 5 stelle e l’incontro con Matteo Renzi senza Beppe Grillo
di Stefania Carboni - 16/06/2014 - Per il confronto con il Democratellum la delegazione pentastellata punta al massimo dialogo con il presidente del Consiglio
«Si può sempre migliorare». Si potrebbe riassumere così, nelle parole del senatore 5 stelle Maurizio Buccarella, la nuova strategia dei 5 stelle rispetto al governo di Matteo Renzi. Come presentare la creatura “Democratellum”?
Per oggi i parlamentari del Movimento 5 stelle hanno indetto una conferenza stampa. Un incontro che ha attirato diversi cronisti non solo per l’assist donato domenica mattina dal duo Casaleggio-Grillo, ma per la lettera formale (inviata qualche minuto fa) al presidente del Consiglio. Sono lontani i tempi «dell’ebetino Renzie». Si cambia registro. A spiegare l’iniziativa i capigruppo M5S di Senato e Camera, Maurizio Buccarella e Giuseppe Brescia, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio e il vicepresidente della Commissione Affari costituzionali della Camera Danilo Toninelli. Il procedimento che ha portato al ddl – spiegano gli eletti a Roma- è fatto “step by step”. E non è ancora finito.
Per oggi i parlamentari del Movimento 5 stelle hanno indetto una conferenza stampa. Un incontro che ha attirato diversi cronisti non solo per l’assist donato domenica mattina dal duo Casaleggio-Grillo, ma per la lettera formale (inviata qualche minuto fa) al presidente del Consiglio. Sono lontani i tempi «dell’ebetino Renzie». Si cambia registro. A spiegare l’iniziativa i capigruppo M5S di Senato e Camera, Maurizio Buccarella e Giuseppe Brescia, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio e il vicepresidente della Commissione Affari costituzionali della Camera Danilo Toninelli. Il procedimento che ha portato al ddl – spiegano gli eletti a Roma- è fatto “step by step”. E non è ancora finito.
PUNTI E TRATTATIVE APERTE – Fulcro dell’iniziativa della legge votata sul portale è lo sbarramento di circa il 5 per cento. «Significa – spiega Toninelli – eliminazione della frammentazione, i partiti se vogliono devono fondersi senza coalizioni». Introduzione della preferenza negativa e voto disgiunto ovvero due schede. Il voto negativo secondo i 5 stelle «è utile a stimolare i partiti» nel candidare «facce pulite». Più impresentabili candidi più punteggio si rischia di perdere. Un punto questo che rischia di non esser accettato dalle altre forze politiche.
Il Democratellum potrà cambiare faccia, ovvio se ratificata dalla “rete”. Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio afferma che «tutti quelli che saranno i margini della trattativa» saranno comunque da ratificare. «Anticipare ora – spiega – sarebbe comunque una mancanza di rispetto nei confronti del nostro interlocutore. Ascolteremo le proposte e troveremo i punti di caduta».
Il Democratellum potrà cambiare faccia, ovvio se ratificata dalla “rete”. Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio afferma che «tutti quelli che saranno i margini della trattativa» saranno comunque da ratificare. «Anticipare ora – spiega – sarebbe comunque una mancanza di rispetto nei confronti del nostro interlocutore. Ascolteremo le proposte e troveremo i punti di caduta».
ERAVAMO CONVINTI DI VINCERE - «Prima delle Europee – ha spiegato Di Maio – noi eravamo convinti con le percentuali dei risultati europei di poter far cadere il governo Renzi. Non è stato così. Attualmente il dato non permette una crisi della maggioranza. E quindi ora si apre una nuova vita legislativa». Una rassegnazione ma anche un cambio linea per non morire. Se l’opposizione non incalza il segretario Pd rischia di rimanere «inutile» agli occhi di potenziali elettori. Voti che il Movimento, in questa ultima tornata elettorale, ha perso.
La legge 5 stelle cambierà? «Qualsiasi cosa ci diremo in quel tavolo – ha precisato il vicepresidente della Camera – sarà comunque ratificata dai nostri elettori. In questo Parlamento ci dobbiamo rimanere». Sulla domanda in merito al fatto che tale mossa fosse concordata o meno con gli eletti è Brescia a rispondere. E sviare. «Abbiamo fatto diverse assemblee riguardo all’autocritica nel Movimento 5 stelle. Questo è solo uno degli atti di questa linea, tra cui il dialogo sull’anticorruzione con il ministro Orlando», spiega Giuseppe Brescia.
La legge 5 stelle cambierà? «Qualsiasi cosa ci diremo in quel tavolo – ha precisato il vicepresidente della Camera – sarà comunque ratificata dai nostri elettori. In questo Parlamento ci dobbiamo rimanere». Sulla domanda in merito al fatto che tale mossa fosse concordata o meno con gli eletti è Brescia a rispondere. E sviare. «Abbiamo fatto diverse assemblee riguardo all’autocritica nel Movimento 5 stelle. Questo è solo uno degli atti di questa linea, tra cui il dialogo sull’anticorruzione con il ministro Orlando», spiega Giuseppe Brescia.
DI MAIO E L’INCUBO INCIUCIO - «Questa – spiega Di Maio – non è un apertura di credito ma di merito. Non si tratta di un accordo di governo. Io capisco la semplificazione mediatica. Noi siamo curiosi di capire perché non va bene la nostra legge elettorale e cosa si può fare per migliorarla, renderla una alternativa all’Italicum che ha evidenti profili di incostituzionalità». Nuova era grillina? «Le persone che dubitano della nostra linea – spiega Di Maio – lo scopriranno solo vivendo. Questa volta siamo interessati ad un dialogo. Speriamo che la risposta alla nostra lettera arrivi presto. Credo non sia una questione di rispetto, ma di credibilità verso i cittadini. Se facciamo un gesto così innovativo per il M5S lo facciamo con la dovuta attenzione». Una novità non da meno è che probabilmente all’incontro con il presidente del Consiglio Beppe Grillo non ci sarà. La legge elettorale è un tema «specifico», hanno specificato i suoi: il team annunciato in caso di vertice coinvolge chi rappresenta il gruppo a Madama e Montecitorio più “l’ideatore” del Democratellum Danilo Toninelli. Niente Capo stavolta: il cambio è fatto.
(Copertina Foto Federico Ferramola / LaPresse)
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