martedì 17 giugno 2014

Articolo da leggere senza alcun dubbio.


LA STORIA

Il prezzo infelice dei Berluschini

di 
Volevano fare concorrenza a Groupon, ma sono finiti in liquidazione. Così i figli di Silvio e Veronica sono affogati nei debiti da coupon.
berlusconi figli
Da sinistra, Eleonora, Barbara e Luigi Berlusconi.
«Siamo spiacenti di comunicarvi che i servizi di prezzofelice.it saranno sospesi a partire da giovedì 12 giugno. Per qualsiasi tipo di comunicazione o richiesta di informazioni scrivete a supporto@prezzofelice.it faremo del nostro meglio per rispondere a tutti. Il team di prezzofelice.it». Poche righe su una schermata bianca: è l’epilogo del sito di coupon Prezzofelice, nato sulla scia del successo di Groupon e partecipata al 40% da Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi, i tre figli di Silvio e di Veronica Lario. Con un investimento di 1,2 milioni i tre avevano rilevato il 23% del capitale ed erano poi arrivati a detenere il 40% attraverso la Belfin Uno, valore di carico di 2,03 milioni.
LA SOCIETÀ HAPPYPRICE È FINITA IN LIQUIDAZIONE La parola fine è stata scritta l’11 giugno, durante la movimentata assemblea in cui quando la londinese Happyprice, titolare del 60% del capitale e guidata da Raffaele Giovine e la holding Belfin uno di Barbara, Eleonora e Luigi hanno deciso di sciogliere Prezzofelice. Detto, fatto: la partita Iva intestata alla Happyprice Srl è in liquidazione. Se ne occupa lo stesso Giovine, cui l’assemblea ha dato mandato di nominare dei consulenti per valutare l’operato dell’amministratore, Pietro Dore, (ex Bain&Co e Consodata, gruppo Seat Pagine Gialle) contro il quale potrebbe essere un’azione di responsabilità con richiesta di risarcimento per una serie di omissioni di informazioni al cda e ai soci in particolare sul fornitore industriale, e quello tecnologico, i conti e gli scostamenti dal business plan.
Pietro Dore, ex amministratore delegato di Prezzofelice.it
Pietro Dore, ex amministratore delegato di Prezzofelice.it
SOTTO ACCUSA PIETRO DORE CHE SI È DIMESSO A MAGGIO Il manager, arrivato a Happyprice nel luglio 2013, si è dimesso a fine maggio, in seguito agli scontri con i Berlusconi e Giovine che lo hanno accusato di aver tenute nascoste le pessime performance della società. Nel verbale si legge che sono dovute all’incidenza anomala delle vendite di cellulari, arrivate al 36% contro una media storica del 18, che fruttano margini di guadagno molto bassi, e al «forte irrigidimento del debito commerciale della società», pari a 1.093.000 euro e concentrato su un unico fornitore di tecnologia, la TechSystem, che fornitore viene pagato a 10 giorni dalla data di spedizione del prodotto, 20 giorni dopo la vendita al pubblico. Una situazione che, ha poi spiegato Giovine ai soci, comporta «gravi conseguenze reputazionali sull’affidabilità del sito  e una tensione finanziaria che ad oggi risulta essere insostenibile».
NESSUN MARGINE SULLE VENDITE Non solo: l’ad avrebbe attuato all’insaputa degli azionisti una politica commerciale molto aggressiva, a suon di crediti agli utenti finali, che tra settembre 2013 e maggio 2014 ha ridotto ai minimi termini i margini sulle vendite. Appare evidente, è scritto nel verbale, «che la società ha operato nel periodo settembre 2013-maggio 2014 quasi sempre con margini netti sulle vendite inferiori al 5%, di fatto annullando il primo margine e causando perdite gestionali occulte cumulate e stimate nell’intorno dei 2 milioni, con un peggioramento di 1,4 milioni rispetto alle stime, e portando a una chiusura previsione per il 2013 stimata in una perdita nell’intorno di 1,1 milioni rispetto alle rappresentazione di consuntivo di 400 mila euro».
NELL’ULTIMO BILANCIO UN FATTURATO DI 5,48 MILIONI DI EURO L’ultimo bilancio disponibile, quello 2012, riportava un fatturato di 5,48 milioni  e una perdita di 386mila euro. Dore si è difeso additando l’inadeguatezza dei sistemi informativi della società e le strategie di promozione pubblicitaria Ma la confusione ha portato i consiglieri Massimiliano Frank (ex Fininvest e promotore dell’azione di responsabilità contro Dore), Andrea Meregalli e Giorgio Valaguzza (ex compagno di Barbara e padre dei suoi due figli) a dare le dimissioni. Di qui la decisione di procedere alla liquidazione.
LA DENUNCIA DI ALTROCONSUMO, FORNITORI IN BOLLETTADei guai di Prezzofelice, fondato nel 2010 da Giovine, se ne era parlato anche nel 2013, quandoAltroconsumo aveva denunciato la società all’Antitrust per pratiche commerciali scorrette riguardanti le offerte su alcuni smartphone di ultima generazione. Ma ora la corsa sembra definitivamente finita. E pagare sono tutti quelli che hanno avuto a che fare con la società.
Numerosi fornitori lamentano debiti non pagati, utenti attendono rimborsi e merce acquistata nei giorni precedenti alla liquidazione che non sanno se verrà mai consegnata. Per non parlare dei dipendenti, lasciati a casa senza alcun preavviso e spesso con alcuni arretrati.
Sul web, su Facebook in particolare, proliferano i gruppi contro la fallimentare avventura del sito, mentre quello ufficiale non è aggiornato dal 21 ottobre 2013. «Prezzofelice Insoddisfatti», «Prezzofelice segnalazioni e aggiornamenti», «Prezzo Felice: che truffe», «Prezzofelice brutta esperienza» sono solo alcuni dei nomi. C’è chi ha comprato due weekend che ora gli albergatori non vogliono far fare perché non sono stati pagati. Chi ha fatto un servizio fotografico, ma non gli consegnano le foto per lo stesso motivo. Chi come fornitore ha crediti di 16mila euro con la società. Che ora ha chiuso i battenti e non risponde più a nessuno.

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