mercoledì 18 giugno 2014

Finalmente riusciremo a sapere quanto guadagna il nostro generale Pound.

Beppe Grillo, la lettera di Pietro Grasso: "È obbligato a consegnare la dichiarazione dei redditi e del patrimonio" (DOCUMENTO)

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"Gentile signor Beppe Grillo, le comunico che ha l'obbligo di consegnarmi brevi manu il quadro della situazione patrimoniale sua e dei suoi parenti fino al secondo grado, nonché copia della sua dichiarazione dei redditi. Distinti saluti, Pietro Grasso". Ovviamente non sono queste le parole usate dal presidente del Senato in una circolare firmata di suo pugno e diramata lo scorso tre giugno. Ma il senso non cambia di una virgola.
Come si è arrivati a un passo del genere da parte della seconda carica dello stato? E perché arriva solo oggi, a quasi un anno e mezzo dall'inizio della legislatura? La vicenda la ricostruimmo su queste pagine lo scorso ottobre.
Sergio Boccadutri, tesoriere di Sel, fa una scoperta: Grillo, secondo lo statuto pubblicato dall’Huffpost, risulta anche il tesoriere della sua creatura. Non viene definito esplicitamente come tale, ma, oltre alla “rappresentanza politica e giuridica”, gli spettano l’amministrazione e gestione dei fondi dell’Associazione. E, secondo due leggi italiane (una del 6 luglio 2012, l’altra, richiamata dalla prima, del 5 luglio 1982) i tesorieri devono comunicare al Parlamento la propria “situazione patrimoniale e reddituale”.
Boccadutri prese carta e penna e scrisse a Grasso: “Con la presente, dunque, Le chiedo se il signor Giuseppe Grillo vi abbia allo stato provveduto e, in caso contrario, se Ella ritenga di dover diffidarlo formalmente ad adempiere”. La presidenza di Palazzo Madama si dichiarò incompetente: sia perché il Movimento 5 stelle non aveva formalmente comunicato alcuno Statuto da cui poter evincere un organigramma di tale tipo, sia perché la legge non esplicitava quale fosse l'autorità demandata a pretendere da Grillo tale comunicazione.
Da ottobre ad oggi sono successe molte cose. Una in particolare ha cambiato le carte in tavola: la riforma del finanziamento pubblico ai partiti. Nella formulazione definitiva è stato accolto un emendamento presentato dal parlamentare di Sel che recita così:
Le disposizioni in materia di pubblicità della situazione patrimoniale e reddituale di cui alla legge 5 luglio 1982, n. 441, si applicano, in quanto compatibili, anche ai soggetti che svolgono le funzioni di tesoriere dei partiti o dei movimenti politici, o funzioni analoghe, che non siano titolari di cariche elettive.
Un testo che ha superato in blocco i due ostacoli. In primo luogo è la legge dell'82 a stabilire che sia il Senato il luogo del deposito della documentazione. In secondo, quel "o funzioni analoghe" fa cadere l'obiezione della mancanza di un tesoriere così denominato all'interno del Movimento. Essendo Grillo - come da Statuto depositato al Viminale - ad amministrare i soldi, la sua figura agli occhi del legislatore risulta assimilata a quella del tesoriere di un partito.
Ma c'è di più: anche i responsabili nazionali di partiti e movimenti hanno l'obbligo di fornire il plico di carte che documentino la situazione reddituale e patrimoniale. Ruolo, anche in questo caso, ad appannaggio dell'ex comico. Ha scritto infatti Grasso:
Si informa che coloro i quali, nell'ambito del partito o movimento politico, svolgono le funzioni di tesoriere (o funzioni analoghe), oppure di responsabile o rappresentante nazionale, di componente dell'organo di direzione politica nazionale, di presidente di organi nazionali deliberativi o di garanzia, dovranno depositare la seguente documentazione: una dichiarazione concernente la situazione patrimoniale; copia dell'ultima dichiarazione dei redditi.
Un plico che deve essere consegnato personalmente (o tramite un incaricato) e che verrà pubblicato online.
"Il Presidente del Senato prende atto della nuova situazione normativa con una comunicazione che di fatto estende anche a Grillo nella sua qualità di responsabile e amministratore del M5S - esulta Boccadutri - l’obbligo alla trasparenza. Finalmente anche lui avrà l’occasione di essere coerente".
Insomma: il 730 di Grillo (insieme alle sue proprietà catastali), dopo le congetture a mezzo stampa e le aspre polemiche che ne sono conseguite, sarà presto di pubblico dominio. Viva la trasparenza, no?

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