Ue, il M5S a Strasburgo?
Tra ex SS e fan pena di morte
Beppe Grillo vuole ancora imporre multe da 200 mila euro agli eurodeputati che tradiscono la lista nella quale sono stati eletti? Beh, ora può farlo. Cioè: potrebbe se nel gruppo che ha formato insieme con Nigel Farage comandasse lui. Nei ranghi dell’Europa per la Libertà e la Democrazia ( absit iniuria verbis ) milita una signora francese che si chiama Joëlle Bergeron e che è stata eletta nelle liste del Front National.
Secondo gli accordi presi personalmente con Marine Le Pen, Joëlle avrebbe dovuto rinunciare al seggio a favore di un altro candidato, ma una volta a Bruxelles ha fatto sapere che non ci pensa proprio: ha preso armi e bagagli e si è trasferita nell’EFD. Con grande soddisfazione del capo dell’Ukip che grazie a lei è riuscito finalmente a mettere insieme le sette diverse nazionalità necessarie ad ottenere lo status (e i soldi e i benefits) di gruppo parlamentare.
Madame Le Pen è furibonda, ma è difficile che possa chiedere un risarcimento alla deputata traditrice: gli avvocati del Front National le dicono che la pretesa di quell’italiano non ha un gran fondamento giuridico. Se ci prova, perde la causa. Una causa l’ha già persa, invece, un’altra nuova collega dei grillini. Kristina Winberg, neodeputata eletta dal partito Sverigedemokraterna, che in italiano suona partito democratico degli svedesi ma che è tanto democratico che a fondarlo fu, nel 1988, un ex volontario svedese delle SS, Gustaf Ekström, e i cui adepti fino a metà degli anni ’90 erano invitati a mettersi in divisa militare quando comparivano in pubblico. Poi s’è fatta un po’ di politica del doppio petto. Il simbolo della torcia, che richiamava i riti della mitologia nordica, è stata sostituito con una anemone hepatica, agli skinheads è stato imposto di farsi crescere i capelli e ai comizi con i pugni di ferro sono stati sostituiti idilliaci picnic nei prati.
Secondo gli accordi presi personalmente con Marine Le Pen, Joëlle avrebbe dovuto rinunciare al seggio a favore di un altro candidato, ma una volta a Bruxelles ha fatto sapere che non ci pensa proprio: ha preso armi e bagagli e si è trasferita nell’EFD. Con grande soddisfazione del capo dell’Ukip che grazie a lei è riuscito finalmente a mettere insieme le sette diverse nazionalità necessarie ad ottenere lo status (e i soldi e i benefits) di gruppo parlamentare.
Madame Le Pen è furibonda, ma è difficile che possa chiedere un risarcimento alla deputata traditrice: gli avvocati del Front National le dicono che la pretesa di quell’italiano non ha un gran fondamento giuridico. Se ci prova, perde la causa. Una causa l’ha già persa, invece, un’altra nuova collega dei grillini. Kristina Winberg, neodeputata eletta dal partito Sverigedemokraterna, che in italiano suona partito democratico degli svedesi ma che è tanto democratico che a fondarlo fu, nel 1988, un ex volontario svedese delle SS, Gustaf Ekström, e i cui adepti fino a metà degli anni ’90 erano invitati a mettersi in divisa militare quando comparivano in pubblico. Poi s’è fatta un po’ di politica del doppio petto. Il simbolo della torcia, che richiamava i riti della mitologia nordica, è stata sostituito con una anemone hepatica, agli skinheads è stato imposto di farsi crescere i capelli e ai comizi con i pugni di ferro sono stati sostituiti idilliaci picnic nei prati.
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