Tango bond, Argentina di nuovo a rischio default dopo la sentenza della Corte Suprema Usa che impone di pagare
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Ricordate i Tango Bond e la crisi dell’Argentina? Non sembra essere stata scritta ancora l’ultima parola. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto oggi l’appello dell’Argentina contro gli hedge fund, stabilendo di non poter accogliere il ricorso del Governo che chiedeva di non pagare oltre 1,3 miliardi di dollari agli hedge fund titolari di bond andati in default.
Alcuni fondi, guidati da Nml Capital del miliardario Paul Singer, avevano acquistato parte dei titoli non pagati a seguito della bancarotta, rifiutandosi di accettare uno swap con bond di valore inferiore. Ad incassare le perdite per il default fu invece il 92% degli obbligazionisti che detenevano i Tango bond.
In una dichiarazione alla Nazione, “la presidenta” Cristina Fernandez de Kirchner ha espresso la volontà di negoziare, ma ha aggiunto che l’Argentina non può avviare il pagamento dell’intera somma in contanti fra due settimane, come imposto dalla sentenza. “Non posso sottomettere il mio Paese a una simile estorsione” ha affermato. La Corte Usa ha ordinato all’Argentina di pagare oltre 907 milioni di dollari ai querelanti prima del 30 giugno, altrimenti Buenos Aires perderà la capacità di usare il sistema finanziario statunitense per pagare la stessa somma ai detentori di altri bond argentini. Secondo gli avvocati del governo la completa corresponsione dei bond ridurrebbe della metà le riserve dell'Argentina.
La sentenza ha fatto schizzare al rialzo lo spread dei titoli di Stato argentini a 800 punti e credit default swap a 1.788. A preoccupare è un possibile “default tecnico” dell’Argentina, che il 30 giugno ha in calendario il pagamento ai possessori di bond con scadenza 2033 che hanno aderito al concambio. Per la Corte, però, prima vanno rimborsati gli hedge fund che hanno rifiutato l’accordo sul debito, poi gli altri.
Il Governo argentino aveva definito “avvoltoi” i fondi e aveva allertato che una sentenza sfavorevole avrebbe potuto “provocare una nuova crisi e un default”, con conseguenti “catastrofi economiche con severe conseguenze per milioni di cittadini argentini”. Cristina Fernandez ha tuttavia invitato i cittadini a stare tranquilli e ha spiegato che “è nostro obbligo prendersi la responsabilità di pagare i nostri creditori, ma non di diventare vittime di estorsione da parte di speculatori". Il capo gabinetto della Casa Rosada Jorge Capitanich e il ministro dell'economia Axel Kicillof andranno nei prossimi giorni in Parlamento per "dare spiegazioni" in merito alla posizione del governo argentino dopo la sentenza.
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