mercoledì 18 giugno 2014

Riceviamo e pubblichiamo

Riforme - Matteo Renzi valuta di andare all'incontro con il M5s. Punto con il Pd a Palazzo Chigi: "Siamo al rush finale"

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“Siamo al rush finale…”. Matteo Renzi ne è convinto. Parla con i suoi di riforme, dopo che l’argomento è rientrato anche nel pranzo al Quirinale sul programma europeo. Perché le riforme sono strettamente collegate all’agenda economica anti-crisi, come sostiene sempre anche il ministro Pier Carlo Padoan. E allora “siamo al rush finale”, dice il premier nel vertice serale a Palazzo Chigi con il ministro Boschi, i sottosegretari Lotti e Pizzetti, i capigruppo Pd Speranza e Zanda e la presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Finocchiaro. Presente anche il presidente della Conferenza Regioni Vasco Errani. Un punto con il Pd, per accelerare. Il premier intanto pianifica l’incontro della prossima settimana con il M5s. La novità è che sta valutando di andarci di persona dai grillini.
Il format del confronto con i pentastellati non è stato ancora deciso. Subito dopo l’apertura di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, il Pd aveva chiesto che l’incontro si tenesse in streaming. La questione non è ancora decisa, in vista dell’appuntamento che potrebbe tenersi mercoledì 25 giugno. Però Renzi, inizialmente intenzionato a non andare di persona all’incontro con i grillini, adesso sta invece valutando di farlo, di tenere lui il confronto che potrebbe aprire nuove prospettive alla materia riforme. Anche se per il momento le distanze tra M5s e Pd sul tema della legge elettorale restano siderali: i primi partono da un modello proporzionale che tra l’altro riscuote apprezzamenti anche dalla Lega; Renzi parte e resta su un’opzione maggioritaria, se non l’Italicum comunque un sistema a doppio turno, “perché sia chiaro chi vince”, dice sempre il presidente del Consiglio.
Intanto l’incontro di questa sera - convocato dopo la decisione dei 14 autosospesi sul caso Mineo di rientrare nel gruppo - è servito per fare il punto sui 20-30 emendamenti da mandare avanti in commissione Affari Costituzionali, dove la votazione sulle modifiche al testo del governo inizia domani mercoledì 18 giugno. Ma la questione del modello di elezione dei senatori, fermo restando che sarà comunque indiretta, dovrebbe essere definita meglio nel corso dell’esame del testo. Oltre che dal M5s, il premier aspetta infatti delle risposte anche da Silvio Berlusconi per rivedere il patto del Nazareno alla luce delle novità arrivate dalle elezioni europee.

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