sabato 21 giugno 2014

Riceviamo e pubblichiamo.

Little Conrad Mineo e la tribù dei Saxa-Rubra


Matthew mi dai soddisfazione anche quando non ci incontriamo. Non pensavo che l’avresti fatto: in fondo la banda di Little Conrad Mineo, infesta lo stato da 35 anni e tutti quei poveretti che se lo sono sorbiti per anni lo consideravano in pensione. Quando era giovane, figurati, frequentava gli apache della tribù del Mani-Fest. Era gente seria, ma ribelli per modo di dire: alla fine mangiavano nei dintorni dei fortini del potere. Little Conrad si è accomodato presto a Forte Ruber Sax. Li chiamavamo i “Saxa Rubra” ma di Rosso avevano solo i capi che negoziavano Rum, pelli, poltrone e corrispondenze sempre più sicure e ricche.
Negli anni 70 i capi hanno firmato gli accordi di spartizione e i padroni, nelle riserve, sono diventati loro. In cambio di territori sconfinati da sfruttare negli Stati del FirstChannel, i padroni dell’Unione hanno sempre lasciato ai Pellerossa i territori di “Third Channel” anche se non rendevano nulla se non a loro.
Mineo, che all’inizio chiamavamo Partanna, come il paese in cui era nato, ne ha presidiate diverse. Lamentava sempre che aveva pochi soldi da spendere per sé e per quelli della sua TriVù. Appena saliva di livello e di potere chiedeva cameraman a cavallo, soldati e sottoposti. Non mi è mai piaciuto perché mischiava presunzione e il vittimismo. Fosse stato per me l’avrei mandato a scopare la prateria. Non mi sarei mai immaginato che uno così, a fine carriera e senza niente da dire, arrivasse al Senato Federale.
Certo Matthew, è stata una moda perversa, appena ti mettevi in luce, frequentavi i saloon dei borghesi, o le verande delle signore del potere che si mascheravano da Pelle Rossa a carnevale, subito uno scemo nella capitale pensava di poter diventare famoso, di essere intervistato, di essere candidato. Poi andavi tu all’incasso, per un po’, sputando sul posto che avevi avuto. Sopratutto i Red Skins avevano questo vizietto: mettere ovunque giudici, cantanti, attori, gazzettieri, azzeccagarbugli e finti rivoluzionari.
Dopo 35 anni la gente si era abituata a considerare i Conrad Mineo una tassa, un pizzo, una condanna a vita pagata a piccole rate. Adesso che non c’è più oro, la gente è arcistufa, furibonda. Il rischio è che quando li incontra li prenda a calci nel sedere e con loro anche quelli che non glieli levano di torno. Tu hai capito l’antifona e da quando sei al governo stai cercando di salvare il salvabile. Figurati, vuoi eliminare il Senato o quasi! E tutti quelli che ci stanno in panciolle? Strillano, invocano la libertà, il dissenso. Ma di che? Little Conrad e la sua sotto-tribù dei Carta Pesta, il Giudice Felix con la sua parrucca, Little Cow Max di Old Republic, Little Van Tuscany che ha sempre e solo diretto il traffico nei corridoi, Miguel Gotor un “chicano” ubriaco di sé naturalizzato da Peter Luis. Un mucchietto di ipocriti: le loro pensioni sono a posto, i loro posti non servono e loro vanno alla guerra alla faccia del popolo.
Tu dici: “ma come, mentre banditi di tutte le risme si arricchiscono, io cerco di aggiustare la baracca, di far muovere le cose e di salvare la cassa. Lo faccio anche per evitare che ci spennino in piazza, e voi ? Appena potete mettete i bastoni tra le ruote, rompete la diligenza, tagliate le briglie dei cavalli, vi unite con gli Shoshones di Joe Cricket e i Chiricawa di Capello Finto per sfiancare sia il conducente che i passeggeri? Giù dal carro che abbiamo fretta e non vogliamo portare a casa solo voi ma la pelle”. Bravo Matthew, si fa così. Tutti hanno diritto di dire la loro, ma se vogliono le briglie in 12 ci cappottiamo. Sulla diligenza è come sulla nave, si accettano lamentele e persino consigli, ma chi fa il peso morto, chi cerca di dirottare se ne deve stare al suo posto. Se sabota la macchine, va buttato fuori bordo. Fa’ come me, tieni la colt in vista e guardati dappertutto. Soprattutto, muoviti in fretta e muoviti sempre
Django, la D è muta
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